Sostegni concreti per le famiglie

REGIONE. Stanziati un milione e mezzo di euro a favore dei nuclei più vulnerabili, e quasi mezzo milione per il “family help” che aiuta le donne a conciliare lavoro e assistenza domestica

Family-helpUn piccolo aiuto, che però a volte può fare la differenza. La Regione ha infatti confermato anche per questo 2013 una serie di interventi in favore delle famiglie umbre in difficoltà, economiche e non. La prima forma di intervento – per cui la Regione ha stanziato complessivamente 1.500.000 euro – è rivolta alle cosiddette “famiglie vulnerabili”, ovvero famiglie che si trovano a vivere appena al di sopra della soglia di povertà, e prevede l’assegnazione di risorse tramite lo strumento del “contratto di sostegno”. Si tratta di una forma di aiuto flessibile, in quanto agisce in relazione al mutamento delle condizioni di vita della famiglia destinataria, e personalizzato in relazione alle diverse situazioni ed esigenze del nucleo che viene a trovarsi in una situazione di disagio a causa della perdita del lavoro, di una malattia, di una separazione, ecc. Requisito fondamentale per richiedere il contributo, avere un Isee compreso tra 4.500 e 15.000 euro. L’intervento può andare dai 300 agli 800 euro (1.000 in casi di particolare necessità) sulla base del reddito Isee e può essere utilizzato per far fronte a spese quali tasse o tariffe, affitti, mensilità di canone in morosità, spese mediche o per l’istruzione dei figli, ecc. La domanda per richiedere il contributo è disponibile sul sito della Regione www.regione.umbria.it, sezione Famiglie o presso gli Uffici della cittadinanza. Il termine ultimo per fare richiesta è il 30 novembre. Altra forma di aiuto messa in campo dalla Regione sono i cosiddetti “family help”, per cui l’Ente ha stanziato 470.000 euro. Due le scadenze previste per il 2013 per richiedere l’aiuto: il 28 febbraio o, la seconda tranche, entro il 31 maggio. Questa forma di sostegno è nata per aiutare le famiglie o le donne madri sole nella cura giornaliera di figli o anziani, al fine di sostenere la conciliazione dei tempi di vita e lavoro e agevolare la permanenza femminile nel mercato del lavoro. L’entità del contributo – calcolata sulla base della fascia Isee del richiedente – corrisponde al valore di 100 buoni lavoro Inps per l’acquisto dei servizi di cura verso minori o anziani, del valore di 10 euro lorde orarie, comprensive di contribuzione Inps e assicurazione Inail. Per richiedere il contributo, il richiedente deve essere residente in Umbria, avere figli in età inferiore ai 14 anni e/o una persona adulta bisognosa di cura, un anziano (ultra-65enne) o un disabile. Deve poi essere titolare di un contratto di lavoro oppure essere iscritto ad un corso di formazione per l’inserimento lavorativo o di qualificazione professionale e avere un Isee massimo di 23.000 euro. Per il modello della domanda, consultare il sito www.regione.umbria.it, sezione Famiglie.

Come è stata attuata la legge sulla famiglia

Mercoledì è stata presentata in Consiglio regionale la relazione sull’attuazione della legge regionale sulla famiglia, la 13 del 2010 approvata sotto la spinta del Forum regionale delle famiglie che presentò una proposta di legge accompagnata da migliaia di firme. La legge che infine fu approvata contiene una “clausola valutativa” per cui la Commissione consiliare competente (la terza) deve presentare in aula una relazione sulla sua applicazione.

Dati generali

Il dato di sintesi riferito in aula è che il 96% delle risorse previste dalla legge regionale 13/2010 (integrata dalla legge regionale 4/2011) circa gli interventi a favore della famiglia, sono state trasferite alle famiglie vulnerabili e a quelle in condizioni di grave disagio, delle quali l’83% sono costituite da italiani ed il 17% da stranieri, tutti residenti in Umbria. I tempi di risposta alle domande presentate dai nuclei familiari umbri sono stati mediamente inferiori ai 30 giorni previsti.

Fondi da utilizzare

Sono stati impiegati un milione e 350 mila euro. Quanto non speso (il 10% della cifra stanziata) verrà sommato all’altro 50% di risorse da impiegare nell’avviso 2012-2013 che la Regione sta preparando. Città di Castello, Perugia, Panicale, Foligno e Narni hanno utilizzato il 100% delle risorse loro assegnate; Assisi, Gubbio, Norcia e Terni il 99%; Marsciano 81% e Spoleto il 62%.

Per Zona sociale

Le 12 Zone sociali hanno attivato (sottoscrivendo con le famiglie richiedenti il ‘contratto di sostegno’) 2.070 interventi, con la punta più elevata a Perugia (416), seguita da Terni (283), Foligno (247), Gubbio (233) e Città di Castello (182).

Chi ne ha fatto richiesta

L’83% delle richieste è pervenuta da cittadini italiani, e solo il 17% da stranieri residenti in Umbria. Il 41% di domande sono pervenute da famiglie con figli; il 30% presentate da famiglie con 4 o più componenti; il 17% da madri o padri con figli; il 12% di domande sono state presentate da famiglie uni personali.
Quanto alla situazione economica: l’82% di domande sono pervenute da persone con Isee da 7.500 a 15.000 euro, il 18% di domande sono pervenute da persone con Isee da 15.000 a 23.000 euro.
Le famiglie hanno presentato la domanda è l’ingresso dei figli nel circuito dell’istruzione (37% delle domande). A seguire: il 29% famiglie che hanno subito riduzione di reddito, l’11% con persone malate in famiglia, il 10% famiglie con nascita di altro figlio, il 4% famiglie con problemi di alloggio, interessate da fenomeno di scomposizione, con persona non autosufficiente.

Il Fondo sociale

La Regione ha destinato altri 10.928.500 euro (nell’ambito del Fondo sociale regionale e del Fondo nazionale delle politiche sociali) a favore delle famiglie con compiti educativi e di cura articolata nelle aree minori, anziani e disabili.

AUTORE: Laura Lana