70.000 bambini salvati dai Cav

Tavola rotonda sulla 'Libertà di non abortire'

‘Proclamando il’angelo della vita collaborate a scrivere pagine di speranza per il futuro dell’umanità’. Parole’avvero incoraggianti queste, che sono state rivolte ai delegati del Movimento per la vita da Benedetto XVI all’udienza generale del 16 novembre 2005, alla vigilia del convegno Centri aiuto vita (Cav) svoltosi a Firenze e Montecatini dal 18 al 20 novembre scorso. Con questo impegno trentennale i volontari del ‘Movimento per la vita’ hanno aiutato in Italia 110.000 mamme e salvato oltre 70.000 bambini dall’aborto.Dopo l’esperienza referendaria del 12 e 13 giugno scorso sulla legge 40/2004 è nata l’esigenza dal ‘popolo della vita’ di scuotersi da un certo torpore che l’aveva afflitto e maturato dal lontano maggio 1978, quando venne introdotta in Italia la famosa legge 194 sulla interruzione volontaria di gravidanza; ogni anno il Ministero della salute fornisce dati preoccupanti sull’Ivg nel nostro Paese; dal 1978 in Italia finora 4.067.812 aborti; città come Livorno, ogni anno, scompaiono senza rumore. Dopo il saluto commosso di Enrico Ogier, Presidente del primo Cav d’Italia,’ Firenze appunto, è stata la volta della tavola rotonda ‘La libertà di non abortire tra applicazione e non applicazione della legge 194’ con la partecipazione, tra gli altri, di Pierferdinando Casini (Presidente della Camera), Sandro Bondi (FI), Pierluigi Castagnetti (Margherita). Ne è uscito un interessante confronto e contributo di idee che devono essere verificate nella pratica di ogni giorno. ‘Le difficoltà della vita non si superano eliminando la vita, ma affrontandole insieme’ e ancora la discussione in merito all’aborto non deve essere ideologizzata perché si corre il rischio di banalizzare il problema. Va affrontata ‘con un patto di alleanza’: insieme possiamo superare le difficoltà, come recita la Corte Costituzionale tedesca del ’93. La nostra Costituzione afferma, del resto, all’art. 2 ‘i diritti inviolabili dell’uomo’; la vita umana è tutelata dal suo inizio dalla stessa legge 194/78 ‘ll’art. 1; non si deve esercitare un ‘doppio pesismo strumentale tra madre e figlio che non fa onore a chi lo pratica’, va invece riconosciuta l’uguaglianza madre e figlio. La 194 esclude poi la figura paterna, esclude la genitorialità e a questo ci siamo purtroppo assuefatti. Il popolo della vita non accetta alcuna minaccia alla vita dell’uomo, dal suo concepimento alla morte naturale; sente però l’urgenza che i consultori siano riformati a livello di legge nazionale’ome luogo di accoglienza dei problemi delle coppie in difficoltà per la prevenzione dell’aborto, separato dall’ambito della certificazione di interruzione di gravidanza L’ansia di pace tra madre e figlio sembra tollerata e collocata nella sfera privata: ma così non deve essere; ‘se vuoi la pace difendi la vita’ diceva Madre Teresa; in una società in cui si celebra l’esaltazione dell’io, dove i suoi capricci e desideri diventano diritti, dobbiamo contrastare l’abitudine perversa di rinnegare, alla parte più intima delle coscienze dell’uomo, di potersi esprimere.

AUTORE: Renzo Tettamanti