A CaLibro il magistrato anti-mafia Raffaele Cantone “Scrivo solo per giustizia”

Ospite a CaLibro il magistrato anti-mafia Raffaele Cantone
Il magistrato Raffaele Cantone al Teatro comunale di Città di Castello durante un incontro del festival di letture “Calibro”
Il magistrato Raffaele Cantone al Teatro comunale di Città di Castello durante un incontro del festival di letture “Calibro”

Ha avuto inizio il 27 marzo il festival di letture “CaLibro, spàrati un libro”, alla seconda edizione. Al Teatro comunale era presente Raffaele Cantone, uno dei più importanti magistrati impegnati oggi nella lotta contro la mafia, da pochi giorni nominato presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Entrato in magistratura nel 1991, fino al 2007 ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia; attivo attualmente presso la suprema corte di Cassazione.

Ha scritto quattro libri, risultato delle sue esperienze, a proposito dei quali gli sono state poste di volta a volta domande da Camillo Cristini, Francesca Martinelli, Rachele Simonucci e Marco Taddei. Una delle prime è stata quale motivazione lo abbia spinto a diventare magistrato. La risposta: “La mia provenienza territoriale, in provincia di Napoli, dove il problema maggiore è la criminalità organizzata”.

E che cosa l’ha indotto a scrivere? Ha affermato che l’attività divulgativa è quasi un dovere civico. È stato ricordato che contro di lui è stata lanciata, con volantinaggio, una campagna di calunnie. “Ne sono riuscito a uscire, ma resta molta amarezza”, ha risposto.

Poi il problema calcio. Cantone ha spiegato come, di volta in volta, esponenti di famiglie mafiose siano riusciti a farsi fotografare con i grandi nomi del calcio internazionale. Sono state poste domande sulla “mafia dai colletti bianchi”, vale a dire organizzazioni di tipo economico, con grande capacità, a cui si legano imprenditori per poter avere denaro. “Un tipo di mafia molto esteso e molto pericoloso”.

Alla domanda se le istituzioni si siano messe adeguatamente al passo contro l’evolversi delle mafie: “L’Italia ha una legislazione tra le migliori del mondo. Hanno creato strumenti efficaci. Bisogna però superare l’idea che basti confiscare i patrimoni e mettere i tifosi in carcere. Nel 2012 sono stati confiscati beni immobili per 12 miliardi di euro, ma rendono zero. Bisogna cambiare l’utilizzo”. A questo punto è stato ricordato un sequestro di terreno fatto nel Comune di Pietralunga e oggi sistemato dai volontari dell’associazione Libera.

Lo spazio ci impedisce di riportare altre domande inerenti a problemi che sarebbe necessario far conoscere a tutti, cominciando – ha detto Raffaele Cantone – dai ragazzi nelle scuole. Ciò che è stato ascoltato invita senz’altro a un’accurata lettura dei suoi libri: Solo per giustizia, I Gattopardi – Uomini d’onore e colletti bianchi: la metamorfosi delle mafie nell’Italia di oggi, Operazione Penelope, Football Clan – Perché il calcio è diventato lo sport più amato dalle mafie, edizioni Mondadori e Rizzoli.

AUTORE: Eleonora Rose