A Citerna è nata la Famiglia della Carità

10-anni-della-Famiglia-della-carità-Don-Paolo-MartinelliÈ dal settembre 2004 che sono parroco di Citerna: bellissimo Comune che abbraccia dall’alto del paese l’intera valle del Tevere. L’8 dicembre 2004 ho iniziato a vivere stabilmente in parrocchia in un santuario poco fuori il paese dedicato alla Madonna del Carmine, chiamata “Madonna di Greppalto”. Qui da subito ho iniziato – assieme a una coppia di sposi e a un giovane (ora prete della diocesi: don David) – un’esperienza comunitaria di accoglienza e preghiera totalmente inserita nella vita parrocchiale.

Le porte della casa si sono immediatamente spalancate e la prima persona a essere accolta è stata un barbone di strada, “Emmedi”. Questa esperienza di vita semplice ha cominciato ad attirare altre persone desiderose di impegnarsi nello stesso stile di vita… tanti, tanti fratelli e sorelle bisognosi di avere una casa e un po’ di affetto. Giovani, donne, uomini schiacciati da varie dipendenze e colpiti da ogni tipo di dramma. Con il passare del tempo questo stile di vita si è modellato sempre più, fino ad avere una sua specifica struttura e sotto la guida e la benedizione del Vescovo ha assunto un nome: “Famiglia della Carità”, con il riconoscimento diocesano ad experimentum avvenuto il 1° ottobre 2013.

I parrocchiani, dopo un primo momento di perplessità, hanno poi accolto largamente questa esperienza che è diventata l’espressione stessa di una parrocchia che vuole essere aperta alla “sete” di Gesù che grida. Il primo impegno pastorale che ho sentito è stato rivalorizzare la messa domenicale, luogo privilegiato per la comunione fraterna della parrocchia. Spostare il catechismo dei bambini dal sabato alla domenica mattina è stato il modo concreto per arrivare alle famiglie della parrocchia, che hanno accolto quanto proposto per ritrovarsi poi con i loro figli nella partecipazione all’eucarestia. Il clima che si respira è la gioia del Vivente, espressa nel canto e nella partecipazione attiva dei fedeli. È nato così un bel coro parrocchiale che offre il suo servizio in ogni celebrazione e ogni liturgia è vissuta come se fosse la più importante.

La parrocchia ha anche la grazia di avere due comunità religiose: le suore “Francescane di santa Elisabetta” e le monache Benedettine. I due conventi, inseriti pienamente nella vita della parrocchia, offrono le loro specificità, donandosi totalmente e gioiosamente nei tanti servizi necessari. Catechesi nei “tempi forti” dell’anno, lectio divina con le Benedettine, incontri settimanali di preghiera e adorazione, momenti di incontro per i giovani alternano la vita ordinaria della parrocchia.

Anche la carità è particolarmente sentita e vissuta come una priorità pastorale. Il servizio offerto alla casa di riposo, prima gestita dalle suore Francescane, oggi dalla cooperativa “San Michele”, dà uno slancio concreto alla preghiera vissuta in ginocchio. La presenza della casa di riposo e della “Famiglia della Carità”, luoghi dove il servizio a tempo pieno verso i più poveri diventa concreto è una ricchezza grande per la parrocchia. La carità non permette all’abitudine di rallentare o fermare la corsa, ma ci mantiene in un movimento continuo… ci spinge incontro a Colui che ci ripete: “Lo avete fatto a me”. Da qualche anno sono anche parroco di Fighille, paese del comune di Citerna in cui si trova un importante santuario, la Madonna di Petriolo, luogo in cui si ricorda un’apparizione di Maria a una povera pastorella.

Il santuario è in un punto di confine tra l’Umbria e la Toscana, raccoglie tanti pellegrini e sta diventando il cuore della preghiera in particolare per le famiglie dell’intera Unità pastorale. Nella parrocchia di Fighille ancora vive il parroco precedente, don Giuseppe, con il quale cerchiamo di unire in una sola pastorale le due parrocchie, pur mantenendone la loro originalità. Il desiderio sempre più grande è realizzare pienamente un cammino di comunione e di unità affinché il mondo creda. Io, don Giuseppe, il diacono Giuseppe, la “Famiglia della Carità”, le comunità religiose, con i laici impegnati cerchiamo di realizzare il desiderio di Gesù: “Che tutti siano una cosa sola” nella corsa incontro a ogni fratello e sorella, pieni di gioia perché “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.