A Gubbio la crisi è ancora più dura che altrove

LAVORO. I dati sull’andamento dei redditi negli ultimi cinque anni
I candidati sindaci del comune di Gubbio. Da sin. Palazzari, Rughi, Lupinio, Stirati, Gagliardi
I candidati sindaci del comune di Gubbio. Da sin. Palazzari, Rughi, Lupinio, Stirati, Gagliardi

È il lavoro la vera emergenza della fascia appenninica, dove l’area Gubbio, Gualdo Tadino e Nocera Umbra sta pagando più di tutte le altre l’impoverimento determinato dalla crisi. I dati sull’andamento medio reale dei redditi per contribuente relativi agli ultimi cinque anni “confermano in pieno – sottolinea la Cgil Alta Umbria con Alessandro Piergentili – quanto insieme con le altre organizzazioni sindacali andiamo dicendo da tempo”.

Le cifre sono impietose: rapportando le dichiarazione dei redditi del 2013 con quelle del 2008 emerge un impoverimento dell’Umbria del 6,6%. Gubbio registra un -8,9%, il più alto tra i Comuni sopra i 30 mila abitanti; Gualdo Tadino -8,2%, Nocera Umbra -10,6%, Fossato di Vico -7,5%. Tutti gli altri, magra consolazione, sono in linea con l’indice regionale.

La causa? “Prevalentemente – specifica Piergentili – la perdita di lavoro e la chiusura di aziende”. Le prospettive purtroppo non sembrano incoraggianti, basti pensare a quanto avviene per la ex Sirio ecologica, la cui asta per l’acquisto definitivo di licenze e strutture va costantemente deserta; la prossima scadenza è per il mese di ottobre.

“Nei primi tre mesi dell’anno – aggiunge Piergentili – gli uffici di Patronato Inca di Gubbio e di Gualdo Tadino hanno presentato 160 domande di disoccupazione a Gubbio e 180 a Gualdo Tadino”. Una tendenza che purtroppo non sembra arrestarsi, complicata dalle difficoltà che coinvolgono anche i cementifici, intorno ai quali l’Eugubino (e non solo) ha costruito da decenni la sua economia e fortuna.

“È necessario – conclude il sindacalista – che le forze politiche che si competono la guida di tutti i Comuni della fascia appenninica, con la Regione e le parti datoriali, elaborino proposte concrete per un piano straordinario del lavoro. Esso dovrà contenere scelte chiare sull’occupazione e su un nuovo modello di sviluppo, e fare leva non solo sulle risorse europee ma anche su quelle nazionali, chiamando in causa il sistema del credito”.

Nel frattempo, magari, si dovrebbe fare in modo di dare il via a tutti quei progetti che, avendo acquisito i pareri di legge e doverosi approfondimenti, potrebbero contribuire a dare una prima risposta, anche in prospettiva. Viene in mente quello relativo alle logge dei Tiratori, un investimento privato di 2.700.000 euro, apprezzato, non da ora, dal mondo sindacale e dalle associazioni di categoria.

AUTORE: Giampiero Bedini