A Palazzo Penna la mostra “L’età delle favole antiche”

Annibale Brugnoli e il periodo simbolista a Perugia

mostra Brugnoli 1(1)A cento anni dalla morte avvenuta l’11 dicembre 1915 Perugia ha voluto ricordare con una mostra a palazzo Penna, inaugurata il 12 dicembre, la figura di Annibale Brugnoli, grande pittore, ma ancor più decoratore perugino. A lui si devono le decorazioni di alcuni dei palazzi storici della città, come palazzo Cesaroni e palazzo Graziani, ma maggior fortuna la trovò sicuramente in ambito nazionale e poi internazionale: nel 1878 decorò il Padiglione Italia all’Expo di Parigi, a cui seguirono diverse commesse nobili e altoborghesi nella Roma del tempo e poi i decori per la stazione Termini, nella perduta sala d’aspetto reale, e quelli al Quirinale. Altri lavori li realizzò, in seguito, in varie parti d’Italia e poi a Perugia dove poco tempo prima di morire nel 1915 eseguì la decorazione di Villa Rossetti a San Marco. Ed è stato proprio l’elegante ciclo pittorico con il suo cielo azzurro chiaro, i fiori e le antiche scene che ha fornito l’occasione per realizzare la mostra su “L’età delle favole antiche. Annibale Brugnoli e l’arte a Perugia nel periodo simbolista”. Le tempere, opera rappresentativa dei momenti salienti della storia estetica di Brugnoli, artista tra i massimi esponenti nazionali della pittura della Bella époque, ormai da anni non sono più presenti a villa Rossetti: dopo un accurato distacco avvenuto anni fa sono state riportate su tela ed oggi, in occasione della mostra, sono esposte a palazzo Penna insieme ad opere di artisti che contribuirono alla formazione di Brugnoli alcuni furono suoi precedessori, altri suoi contemporanei. La mostra è stata l’occasione – spiega la curatrice Alessandra Migliorati, docente di arte contemporanea all’Università di Perugia – “per ripercorrere a ritroso i fatti che caratterizzarono la Perugia artistica e culturale nei decenni a cavallo fra Ottocento e Novecento”. In particolare i possibili riverberi in quel periodo delle trasformazioni in senso estetizzante del tema classico e del mito operato dai pittori preraffaelliti e gli artisti romani vicini a Nino Costa e D’Annunzio di “In arte libertas”, l’associazione cui aderirono anche Domenico Bruschi e Lemmo Rossi Scotti.

Tre le sezioni in cui è suddivisa la mostra: la prima intende presentare il contesto della Perugia postunitaria in cui si formò Brugnoli dove, accanto a protagonisti del decorativismo eclettico di metà secolo, quali il Piervittori, suo maestro per breve tempo, si trovano ad operare paesaggisti, quanto validi decoratori, quali Matteo Tassi, le cui opere incarnano la tipica espressione del paesaggismo romantico, o interpreti di una pittura di storia già attenta alle istanze di “vero” quali Federico Faruffini. La seconda sessione è dedicata a presentare opere rappresentative del simbolismo romano nell’ottica dei rapporti fra alcuni artisti perugini e quell’ambiente e dei riflessi di quel clima culturale nell’opera di altri artisti operanti in Umbria fra Ottocento e Novecento. In questa sessione troviamo opere di Domenico Bruschi e Lemmo Rossi Scotti, Nino Costa, Giulio Aristide Sartorio e altri. La terza sessione è dedicata alla decorazione di Villa Rossetti a Perugia, di cui è stato definitivamente identificato il committente in Samuele Rossetti. Il ciclo è costituito da trentasei tele, conservate presso una collezione privata, di cui solo quattro sono state messe in mostra a Corciano nel 1991. A palazzo Penna ne vengono esposti alcuni pezzi, inediti, unitamente ai quattro già noti e la ricostruzione virtuale dell’intero ciclo. Nel catalogo della mostra (Fabrizio Fabbri editore), oltre al contributo della curatrice Alessandra Migliorati ci sono quelli di Michela Morelli, Maria Luisa Martella, che ha collaborato alla realizzazione della mostra e Maria Catalano. Interventi di presentazione sono a firma del sindaco di Perugia Andrea Romizi, dell’assessore alla cultura Teresa Severini e del segretario regionale del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per l’Umbria Luisa Montevecchi.

L’esposizione, che durerà fino al 28 febbraio, prevede anche delle visite guidate, conferenze, percorsi guidati e attività per bambini.

AUTORE: Manuela Acito