Aiuto alla vita dove è in pericolo

Giornata annuale di lavoro per il Centro aiuto alla vita umbro. Il progetto è di riuscire a entrare nelle strutture sanitarie pubbliche

Portare i volontari del Cav (o il Cav stesso) nelle strutture sanitarie pubbliche è il progetto formulato nel corso della giornata di lavoro che il Movimento per la vita dell’Umbria ha tenuto domenica a Perugia. “La strada da percorrere è lunga – afferma il presidente Vincenzo Silvestrelli – ma restiamo fiduciosi. Nelle scorse settimane per esempio abbiamo ricevuto disponibilità da parte dell’Azienda sanitaria n° 1 di Città di Castello per una serie di iniziative con il Cav; speriamo che si possa partire da là per estendere delle buone pratiche nel resto della regione”. Da molti anni i volontari del Mpv di Perugia e del Cav cercano un contatto con i dirigenti dell’Azienda sanitaria locale per avere almeno la possibilità di esporre materiale nella bacheca dei consultori pubblici, così che le donne abbiano la possibilità di sapere che esistono alternative all’aborto e che ci sono persone disposte ad aiutarle. In fondo, dicono, si tratta di appicare la legge 194, ma sul questo fronte le strutture sanitarie umbre hanno sempre posto forti ostacoli al Movimento per la vita. Il Cav di Magenta presente negli ospedaliPer questo l’esperienza del Centro di aiuto alla vita di Magenta, Comune nei pressi di Milano, è stata seguita con particolare interesse. “Il nostro Cav – ha spiegato la responsabile Teresa Longoni – accompagna ogni anno circa 90 donne che hanno rinunciato ad abortire anche all’ultimo minuto, magari proprio mentre stavano andando in ospedale per l’intervento”. Il Cav di Magenta, ha spiegato la responsabile, è uno dei pochi in Italia ad avere sede all’interno del nosocomio cittadino, nel reparto di Ostetricia e ginecologia. Un vero presidio estremo in aiuto della donna, quasi sempre lasciata sola e assolutamente disinformata davanti alla drammatica scelta se tenere il proprio bambino o no, nonché davanti alle conseguenze del post-aborto. “Accoglienza” è la parola d’ordine del nostro Cav, ha detto Teresa Longoni spiegando che il Cav di Magenta ha tre sedi, conta su 248 soci e 25 volontarie che assicurano presenza e reperibilità 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. “È stato importantissimo per noi entrare nell’ospedale, perché così possiamo prevenire l’aborto proprio là dove si pratica”. Circa 90 donne ogni anno vengono accompagnate nella loro gravidanza e maternità dai volontari del Cav che offrono sostegno psicologico, affettivo e, se necessario, anche economico. Con “Nasko” la Regione Lombardia aiuta le mammeIl Cav di Magenta, ha aggiunto Longoni, può contare sul progetto “Nasko” che la Regione Lombardia ha promosso nell’ambito della legge regionale sulla famiglia. Attraverso i consultori pubblici o privati e i Centri di aiuto alla vita, la Regione sostiene le madri che scelgono di portare avanti la gravidanza anche se in condizioni poco favorevoli, offrendo un contributo economico di 250 euro che darà sostegno per 18 mesi. Il contributo è riconosciuto alle future mamme in grado di dimostrare che la gravidanza comporta un effettivo disagio economico e che si impegnano a partecipare al progetto di aiuto concordato tra il consultorio familiare pubblico o privato accreditato e il Centro di aiuto alla vita. Il progetto “Nasko” si aggiunge così al progetto “Gemma” del Cav, “che però – ha precisato Teresa Longoni – non vuole essere un luogo dove si distribuiscono latte e pannolini, ma dove si fa accoglienza della vita. Quando una donna non sa se tenere il proprio bambino o no, il problema economico è spesso una scusa. Non è pronta a quella maternità, ha altri progetti per sé, rifiuta l’idea di quella nuova vita. È per questo che non possiamo non accogliere”. Così le donne che varcano la soglia del Cav magentino non sono trattate come “casi” ma accolte come persone, con un nome e una storia, e per fare questo il Cav cura anche una “professionalità” dell’aiuto perché “bisogna fare bene il bene” promuovendo periodicamente corsi di formazione sul dialogo di consulenza per fornire ai volontari gli strumenti “tecnici” indispensabili. L’“aiuto” di Gianna Beretta MollaMagenta è anche la terra natia di santa Gianna Beretta Molla, che per amore del bambino nel proprio grembo rinunciò alle cure risolutive di un grosso fibroma all’utero, donando la propria vita per quella di suo figlio. “Ogni giovedì mattina, giorno in cui in ospedale vengono praticati gli aborti – racconta Teresa Longoni – noi ci riuniamo in preghiera e chiediamo a santa Gianna che in quella giornata almeno un bambino venga salvato. E la nostra Santa ci ascolta sempre, ha già fatto moltissimi miracoli e siamo certi che molti ne farà”. GIORNATA CAV. Le proposte avanzate dai gruppi di lavoro; l’appello finaleLa questione della vita è la questione di oggi” ha detto il teologo don Giulio Maspero alla giornata annuale di lavoro del Movimento per la vita dell’Umbria incentrata quest’anno sul tema “Maternità e paternità nella società che cambia. Aspetti culturali”. Le relazioni“In tutto il Novecento, nella letteratura ad esempio, è presente la ricerca del padre. Quello che si è perso oggi è la relazione padre-figlio – ha proseguito il docente della Pontificia università della Santa Croce –, quella paternità che sa di potercela fare pur convivendo con il proprio limite. Una paternità legittimata dal fatto che un padre è figlio a propria volta, riconoscendo che la vita non viene da se stessi, ma da una sorgente più grande”. Secondo Rafael Alvira, dell’Università spagnola di Navarra, quando si parla di famiglia si applicano categorie estetiche: “Che bella famiglia, si dice, ma per essere bella una famiglia deve essere anche vera. I genitori devono continuamente studiare il mondo dei figli e viceversa, perché quando uno ama qualcosa la studia, se ne interessa e il dialogo tra le parti è continuo”. I gruppi di lavoroI gruppi di lavoro svoltisi nella seconda parte della giornata hanno prodotto alcuni progetti da mettere in pratica nell’arco di pochi mesi. Il gruppo sulla collaborazione con le istituzioni sanitarie ha proposto di approfondire la normativa per verificare se anche in Umbria sia possibile portare i Cav all’interno di strutture sanitarie pubbliche; inoltre ha proposto di organizzare corsi di formazione per operatori di Cav, per medici e personale sanitario in particolare sull’obiezione di coscienza. Negli altri gruppi sono state formulate proposte che vanno dalla creazione di un’associazione di “professori per la vita” all’apertura di “sportelli di ascolto per la vita” fino al corso gratuito di puericultura per le mamme, pensando soprattutto alle donne straniere, spesso in grande difficoltà per via della lingua quando si presentano le patologie più comuni ai propri neonati. Appello per la paceA conclusione della giornata l’assemblea ha approvato un appello per una sospensione degli aborti il 27 ottobre, la Giornata di preghiera e di riflessione per la pace. Nell’appello ricordano le parole che la beata Madre Teresa di Calcutta pronunciò nel 1979 nel discorso fatto in occasione del conferimento del premio Nobel per la pace. “Stiamo parlando di pace – disse Madre Teresa – ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa”. E aggiungeva: “Perché, se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla”.

AUTORE: Mariangela Musolino