Al Seminario regionale umbro giornata di scambio e di bilancio con i parroci

I seminaristi fanno "pratica" in parrocchia. E il prete "insegna"

Dal Seminario regionale “Pio XI”. 20 novembre: incontro con i parroci che seguono la formazione pastorale dei seminaristi.Nel “Progetto educativo” che i vescovi umbri consegnarono, a suo tempo, alla comunità del Seminario regionale “Pio XI” un particolare rilievo è riservato alle esperienze pastorali che i seminaristi svolgono nelle parrocchie assegnate loro dai rispettivi vescovi. Ogni seminarista il fine settimana prosegue la propria formazione pastorale “sul campo”, cioè partecipando alla vita di una comunità parrocchiale e sotto la guida del parroco. In questo ambito va collocato l’incontro che si è tenuto lunedì scorso 20 novembre presso la sede provvisoria del seminario regionale, a villa Santa Tecla di Assisi, tra l’equipe formativa del seminario composta dal rettore mons. Piergiorgio Brodoloni, dal vice rettore don Claudio Bosi, dal padre spirituale don Gualtiero Sigismondi, e i parroci delle comunità in cui i seminaristi vanno il fine settimana per la loro esperienza pastorale. Già i vescovi umbri, nel Progetto educativo del seminario, scrivevano che “rimane prioritario il rapporto con i sacerdoti che in un fraterno, costante dialogo, sappiano indirizzare i seminaristi all’intero, quotidiano orizzonte della vita del Pastore”. L’incontro, al quale quasi tutti i parroci invitati erano presenti, è iniziato con il momento di fraternità del pranzo che i sacerdoti hanno condiviso assieme agli alunni del seminario. Successivamente, dopo la preghiera, è iniziato lo scambio di idee tra i formatori e gli altri preti. Il rettore del seminario ha subito presentato le linee fondamentali del “Progetto educativo”; il documento prevede il raggiungimento di quattro obiettivi di fondo: la formazione umana, spirituale, culturale e pastorale di colui che sta preparandosi al ministero presbiterale. Mons. Piergiorgio Brodoloni ha sottolineato che i protagonisti del progetto sono molteplici: i vescovi, i seminaristi e le loro famiglie, gli educatori, i docenti dell’istituto Teologico, i parroci e le comunità di provenienza, ma anche i parroci e le comunità dove vengono inviati i seminaristi. Tutti cercano di realizzare gli obiettivi previsti incarnando il “Progetto educativo” in maniera differenziata, ma coordinata. Ogni seminarista – ha ricordato mons. Brodoloni – vine assegnato ad una parrocchia affinchè possa “imparare a pregare nelle situazioni concrete della vita pastorale e apprendere lo stile e la carità pastorale. Il giovane – ha proseguito il rettore – può anche vivere in parrocchia la dignità e la bellezza delle celebrazioni”. Prima ancora che dare un servizio alla comunità o al parroco il giovane, insomma, lo riceve da essi; “Più che un aiuto ai sacerdoti che li dovranno seguire – scrivono i vescovi, consapevoli dell’importanza di questa presenza – i seminaristi costituiranno per essi un ulteriore impegno”. Terminato l’intervento del rettore è iniziata una conversazione tra i presenti dalla quale sono emerse innanzitutto le esperienze realizzate nelle parrocchie, dove il seminarista partecipa con il parroco alla vita della comunità a partire dalla preghiera comune. Ciò che è stato apprezzato in modo particolare è stato lo stile del dialogo e della collaborazione realizzato con incontri di questo genere. Per questo ne sono stati programmati altri due: il primo da realizzarsi alla vigilia della Quaresima, il secondo, di verifica, alla fine dell’anno pastorale. In conclusione della riunione il rettore ha voluto invitare ogni parroco in seminario per presiedere la celebrazione eucaristica e per stare in un momento di convivialità con tutti i seminaristi.

AUTORE: Francesco Mariucci