Alberghi allo stremo

Economia. La protesta degli albergatori a Perugia
La protesta davanti a Palazzo dei Priori a Perugia
La protesta davanti a Palazzo dei Priori a Perugia

Anche in Umbria si percepisce un clima di esasperazione per la crisi economica, a tutti i livelli. Un esempio è la protesta clamorosa degli albergatori di Perugia – un centinaio tra proprietari e dipendenti – che hanno simbolicamente occupato il Consiglio comunale a palazzo dei Priori.

Il motivo? L’applicazione della tassa di soggiorno, disposta dal Comune di Perugia – unico ente in Umbria – per il 2013 ad alberghi, altre strutture ricettive e agriturismi, tranne gli ostelli. Per ogni stella ci sarà una tassa di 50 centesimi per ogni giorno di pernottamento, a persona. L’introito per le casse comunali è stimabile intorno al milione di euro.

La decisione del Comune di Perugia è dettata dal problema di far quadrare il bilancio, e fa capire come sia delicata la situazione. Il sindaco Wladimiro Boccali ha confermato che nel 2013 ci sarà questa tassa, mentre per il 2014 si è detto possibilista. Ha definito “giusti” i motivi della protesta ma “inaccettabili” le modalità della protesta, accusando di “demagogia” il presidente della Camera di commercio, Giorgio Mencaroni, che aveva contestato la mancanza di tagli alla spesa pubblica.

La protesta, indetta da Confcommercio, Confindustria turismo e alberghi e Confesercenti, è nata “per l’eccessiva pressione fiscale”. I manifestanti si sono presentati in Consiglio con bandiere, striscioni e magliette dove campeggiavano scritte come “ora basta”, “vendesi per tassa”, “Imu, pubblicità e soggiorno levano l’impresa di torno” e così via. La ‘furia’ di imprenditori e dipendenti del settore alberghiero deriva anche dal fatto che ci sarebbe “una concorrenza sleale” all’interno di un’Umbria già colpita dalla crisi, con il rischio dello spostamento dei pernottamenti in strutture limitrofe ma poste in altri territori comunali.

“È la prima volta credo – ha detto Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Perugia – che si verifica un’iniziativa comune tra imprenditori e lavoratori, tutti nella stessa barca, per difendere il proprio destino. Queste che contestiamo sono misure sbagliate. Siamo qui a chiedere alle autorità di non metterci nelle condizioni di chiudere immediatamente tutte le nostre attività. Già abbiamo oscurato le insegne a causa degli inaccettabili balzelli che siamo costretti a subire”.

Gli albergatori hanno fatto notare che a causa della tassa di soggiorno sono già arrivate le prime disdette da parte dei gruppi: “Anche solo 50 centesimi in più a persona fa la differenza – hanno osservato gli organizzatori – inducendo a scegliere altre mete. L’occupazione del Consiglio comunale ha concluso una settimana di mobilitazione delle strutture ricettive, che hanno affisso grandi cartelli contro la tassa di soggiorno e l’eccessivo carico fiscale”.

AUTORE: E. Q.