Anziani, aumentano le richieste di aiuto

I dati del Rapporto “Filo d’argento”. Le peculiarità dell’Umbria

Si chiamano solitudine e povertà i due “mostri” contro cui ogni giorno lottano sempre più anziani in Umbria, una delle regioni più “vecchie” d’Italia con una percentuale del 7,8% di ultra-ottantenni, a fronte di una media nazionale del 5,8%. A fotografare questa emergenza sociale, che la crisi economica non ha fatto che acuire, sono i dati del V Rapporto nazionale “Filo d’argento” dell’Auser (associazione di volontariato impegnata a promuovere l’invecchiamento attivo degli anziani e la crescita del loro ruolo della società) sulla base dei contatti rilevati attraverso il numero verde 800 995988, altri numeri telefonici e contatti diretti.

Nel 2011 in Umbria sono stati quasi 16 mila i servizi (per l’esattezza 15.825) erogati dall’associazione per migliorare le condizioni di vita degli anziani. Un numero in costante e continua crescita: tra il 2010 e il 2011, infatti, i contatti del Filo d’argento sono aumentati del 15,9% e del 21,7% dal 2009. Tra queste cifre si scopre poi una peculiarità tutta umbra: a fronte di una tendenza nazionale che vede maggiori richieste tra le donne, nella nostra regione è boom tra gli uomini. I servizi Auser erogati ad utenti di sesso maschile sono esponenzialmente aumentati, con un +50,8% dal 2009 ed un +17,4% dal 2010, rispetto ad una media nazionale del +25,2% e del +15,6%. Per le donne, invece, si parla di una crescita ben inferiore: il 3,5% e il 14,5%.

Contro la solitudine e l’emarginazione degli anziani in Umbria, oltre al Filo d’argento dell’Auser, è attivo anche il “Telefono solidale” Anteas (Associazione nazionale terza età attiva per la solidarietà) della Fnp-Cisl al numero verde 800 050064, con dieci sedi in Umbria e nove automezzi per il trasporto degli anziani. Nel 2011, a poco più di un anno dalla fondazione del servizio, sono state quasi un migliaio (947) le telefonate pervenute, e 1.109 i servizi erogati con le macchine dell’associazione, tra cui anche il servizio di compagnia domiciliare a sette anziani ottantenni. “Abbiamo quasi 200 volontari – spiega il presidente dell’Anteas Umbria, Giampiero Longhi – ma non bastano mai. Le richieste sono in costante aumento, e le nostre macchine non stanno mai ferme. Stiamo anche pensando di aggiungere nuove sedi Anteas. Attraverso il Telefono solidale offriamo gratuitamente servizi di trasporto in farmacia, all’ospedale, per piccole commissioni, ecc., ma sono in molti a chiederci anche soltanto un po’ di compagnia, di ascolto e di sollievo dalla solitudine”.

Un incontro conviviale nella casa di quartiere Sant’Anna

Oasi di attività ristoratrice per ultra-65enni

Le attività proposte dalle case di quartiere Sant’Anna (Perugia)e Padre Pio(Castel del Piano)

Dalla ginnastica ai laboratori artigianali, alle lezioni di lingua. Un ventaglio di attività per confermare, a se stessi e agli altri, che la terza età può essere ancora una fucina di possibilità. Questa l’esperienza quotidiana della casa di quartiere Sant’Anna, a Perugia (via Fonti Coperte 38/D), gestita dalla Fondazione “Fontenuovo” con la collaborazione dell’Associazione perugina di volontariato e delle Caritas parrocchiali della zona. La casa è coordinata da un comitato di cinque membri: il presidente Marco Lanari e il vice Antonio Marionni, nominati da “Fontenuovo”, Maria Pia Caligiani e Paolo Arlotta quali membri designati dalle parrocchie, e Carlo Iapoce in rappresentanza dell’Apv. “Il nostro – dice il presidente Lanari – è un servizio gratuito, rivolto ad anziani autosufficienti ultra-65enni. Chi viene da noi cerca compagnia, ma anche un punto di aggregazione dove fare conoscenza, passare delle ore piacevoli e, perché no, imparare anche qualcosa di utile. Dal 2004 offriamo attività per tutti i gusti: dalla ginnastica dolce a lezioni di canto e di francese, dai giochi di gruppo ai laboratori artigianali al servizio psicologico. C’è chi viene con assiduità e chi solo qualche volta la settimana. Molti dei nostri iscritti sono dei ‘nonni attivi’, spesso impegnati ad aiutare i figli nelle commissioni o nel badare ai nipoti. I nostri servizi – continua – sono tutti organizzati da volontari, chiediamo solo un contributo per chi usufruisce del pranzo. Per l’estate poi, visto il gran caldo, siamo stati inseriti dalla Protezione civile anche come centro di ricovero dall’afa per non iscritti o per i residenti del quartiere”. Altra esperienza del genere, inaugurata nell’aprile 2010, è la casa di quartiere “Padre Pio” a Castel del Piano. “La struttura – spiega la responsabile Bernardetta Gasperi – fu donata da una residente della zona, Antonietta Mattioli Sanvico, oggi scomparsa, alla Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo con l’obbligo, specificato nel testamento, di farne un luogo per ospitare nelle ore diurne anziani autosufficienti bisognosi di sfuggire alla solitudine e di trovare nuovi stimoli. Per realizzare questo progetto, la struttura fu quindi data in comodato d’uso alla parrocchia di Castel del Piano”. La casa – nata da un accordo di collaborazione tra il Comune e la parrocchia – è gestita dalla cooperativa sociale Perusia, mentre l’Amministrazione fornisce gratuitamente il pranzo.

AUTORE: Laura Lana