Appaltopoli: parola ai sindacati

Provincia Pg. Lo scandalo può pesare sui lavoratori

Va avanti l’inchiesta sulla vicenda degli appalti ‘aggiustati’ alla Provincia di Perugia e il suo effetto si ripercuote non solo nella vita amministrativa dell’ente, tra commissioni interne e strumentalizzazioni politiche, ma sull’intera economia regionale. Il pm Manuela Comodi ha parlato del possibile commissariamento delle ditte coinvolte; i sindacati hanno espresso la preoccupazione per quanto avvenuto ma anche i timori per le ricadute sul fronte dell’occupazione, e su quello della realizzazione di infrastrutture necessarie per l’ammodernamento del territorio regionale. Anche perché ‘ è questo il punto nodale dell’inchiesta ‘ occorre vedere se quanto avvenuto alla Provincia di Perugia rappresenti un caso isolato in Umbria. In una nota congiunta i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno messo in rilievo, tra l’altro, ‘pesanti e negative ricadute che potrebbero verificarsi non solo sulle attività del comparto delle costruzioni ma anche sull’intera economia regionale’ chiedendo, di fronte al possibile commissariamento delle quattro più grandi aziende coinvolte nell’inchiesta, di salvaguardare ‘il principio di distinguere le responsabilità personali dall’esigenza di salvaguardare il patrimonio aziendale’. In sostanza, occorre tutelare il più possibile i lavoratori, ma diventerebbe difficile se tutto venisse bloccato. I sindacati hanno ricordato che il settore edilizio ‘negli ultimi tempi ha indubbiamente svolto un ruolo decisivo per la crescita economica ed occupazionale dell’Umbria, ma ora attraversa una fase difficile di assestamento produttivo e di rallentamento congiunturale. Ad oggi sono oltre 30 mila i lavoratori direttamente alle dipendenze, nella nostra regione, di imprese edili e delle costruzioni. Un patrimonio, quello costituito dalle competenze e professionalità dei lavoratori oltre che dal complesso del tessuto produttivo, che va opportunamente difeso e tutelato. A partire dai lavoratori delle imprese sotto inchiesta giudiziaria che vivono, improvvisamente, una condizione di grande incertezza per il loro futuro e da quelli, che tale condizione potrebbe rapidamente coinvolgere, delle numerose aziende che fanno parte dell’indotto’. Cgil, Cisl e Uil invitano le istituzioni a svegliarsi. E denunciano ‘una reazione indecisa e poco concreta. Quasi che prevalga la strategia dell’attendere gli eventi’. Ecco, che potrebbe accadere? Un allargamento dell’inchiesta? È una delle ipotesi che si rincorrono in un momento in cui le voci alimentano confusione. È un fatto che i maggiori accusati ‘ dirigenti e imprenditori ‘ sono ancora in carcere, essendo stati respinti (tranne qualche caso in cui sono stati concessi gli arresti domiciliari), ricorsi al Tribunale del riesame per il ritorno in libertà. Le prove sembrano reggere, anche se solo alcuni imprenditori hanno ammesso qualcosa. Ci sono anche riscontri documentali del passaggio di denaro. Il punto è capire quanto reggeranno alcuni imputati dietro le sbarre.

AUTORE: Emilio Querini