Approvata all’unanimità la legge regionale prevede anche contributi economici

L'Oratorio, risorsa per tutti

Nell’agosto di un anno fa è stato il Parlamento, a grande maggioranza, ad occuparsene riconoscendo agli oratori parrocchiali non solo il fatto di esistere ma, in virtù di ciò, il diritto a partecipare ai tavoli istituzionali dove si progettano le politiche giovanili. Una legge che non prevedeva, però finanziamenti rimandando alle regioni il compito di emanare leggi attuative. Ora anche in Umbria gli oratori parrocchiali hanno messo d’accordo i politici. Di destra o di sinistra, i consiglieri regionali martedì non hanno fatto mancare il loro voto alla proposta di legge sul ‘Riconoscimento e valorizzazione della finzione sociale, educativa e formativa svolta dalle parrocchie mediante gli oratori’. È il frutto dell’accorpamento di quattro proposte di legge firmate dai consiglieri Giampiero Bocci (Margherita), Edoardo Gobbini e Vannio Brozzi (Ds), Giorgio Bonaduce (Prc), Enrico Sebastiani (Udc), Luciano Rossi (FI) e Alfredo De Sio (An). La relazione in aula è stata affidata a Brozzi, che ha ricordato che la legge si colloca all’interno di un quadro normativo nazionale (Legge 206/2003) che ‘riconosce e valorizza la funzione educativa e sociale svolta nella comunità locale e dagli oratori, dalle parrocchie e dagli enti ecclesiastici della Chiesa Cattolica, nonché dagli enti delle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato un’intesa ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione’. ‘È sotto gli occhi di tutti, ha detto Brozzi, che le iniziative parrocchiali e religiose, quali gli oratori e altre esperienze simili, hanno rappresentato e rappresentano un importante punto di riferimento e di aggregazione sul territorio’, sono luoghi in cui si ‘esercita la caratteristica educativa e formativa, non solo spirituale, della comunione, dell’accoglienza, dell’ospitalità’. Per queste caratteristiche il relatore Brozzi ha definito ‘naturale’ il riconoscimento da parte della Regione ‘dell’attività svolta dalle parrocchie attraverso gli oratori’ richiamando i principi di ‘sussidiarietà, di cooperazione, partecipazione’ ‘che non alterano in alcun modo la natura pubblica e istituzionale, ma laica, dell’azione amministrativa regionale’. Soddisfazione generale sui contenuti, e la polemica si è registrata su questioni politiche. La proposta di Bocci ha indubbiamente accelerato i tempi presentandosi (con le firme (Gobbini, Brozzi e Bonaduce) come testo condiviso nella maggioranza. Il fatto non è piaciuto a Luciano Rossi (FI) che ha contestato alla maggioranza di gestire i tempi del Consiglio ‘secondo le proprie esigenze’, lamentando il fatto che ‘le proposte di legge firmate dai consiglieri Sebastiani e Rossi sono rimaste ferme per un anno in terza commissione’. Tutto in 4 articoli La legge è formata da 4 articoli. L’articolo 1 dichiara che ‘la Regione riconosce e valorizza la funzione sociale, educativa e formativa svolta (…) attraverso gli oratori’. L’articolo 2 stabilisce che per raggiungere gli obiettivi della legge, sono previsti appositi protocolli d’intesa tra comuni, diocesi, istituti religiosi ed altri enti di culto riconosciuti dallo Stato. L’articolo 3 indica gli interventi finanziabili: attività di promozione e sostegno per lo svolgimento delle funzioni sociali ed educative; centri ricreativi e sportivi; percorsi di recupero a favore di soggetti a rischio di emarginazione sociale, di devianza minorile, di disabilità; manutenzione straordinaria e riadattamento di immobili adibiti ed utilizzati come luogo di incontro per i giovani; percorsi di formazione sociale, tesi a valorizzare tutte le risorse e le competenze presenti sul territorio e a supportare le attività di oratorio. All’articolo 4 prevede che la Regione indirizzi parte dei finanziamenti del fondo nazionale per le politiche sociali al sostegno delle attività degli oratori tramite gli Ambiti Territoriali dei Comuni.

AUTORE: Maria Rita Valli