Arrivo dei Magi in cattedrale con i bambini delle scuole

Un'occasione per dare un'idea diversa della festa insieme a bambini stranieri

Una vera e propria rappresentazione in costume, quella che è stata messa in scena nella cattedrale di San Lorenzo a Perugia, nel pomeriggio di domenica 5 gennaio, alla vigilia della solennità dell’Epifania. Un presepe vivente offerto ai bambini delle scuole materne ed elementari della città di Perugia – iniziativa proposta dall’Ufficio diocesano di pastorale familiare e accolta dai parroci della città – in cui si è cercato di dare segnali ben precisi ai più piccoli, per dare il senso vero del Natale. Così, infatti, spiega l’iniziativa l’équipe di pastorale familiare: “si tratta di una iniziativa a sfondo educativo. È un tentativo di lasciare nei piccoli, frastornati dal ‘paese dei balocchi’, un’idea diversa della nascita di Gesù”. Il momento, al quale ha partecipato anche l’Arcivescovo, ha avuto il suo piccolo successo. Una giovanissima famiglia moldava si è messa nei panni della “sacra famiglia” insieme alla loro bimba di appena quindici giorni e i 400bambini presenti – italiani e stranieri – si sono avvicinati per offrire la loro letterina. L’iniziativa, infatti, dal titolo “I bambini scrivono a Gesù e i magi portano doni”, aveva anche lo scopo di mettere insieme culture diverse, e così è stato. Un’occasione per fare incontrare bambini italiani e non, per consolidare la loro amicizia in una società sempre più multietnica, che dovrebbe favorire convivenza e pace tra gli uomini”. Al termine, piccoli doni a tutti i bambini! Francesca AcitoPranzo con i poveri nella cattedrale di San Lorenzo piena di luci e fioriAnche quest’anno il pranzo di Natale ha visto riempirsi la cattedrale di Perugia di ospiti “d’eccezione”: quei “piccoli”, quei “poveri” accolti nelle opere-segno e nelle case di accoglienza della Caritas diocesana e di altre strutture socio-assistenziali e caritative, religiose e civili, ai quali è stato riservato, per il giorno di Natale, un posto d’onore al pranzo offerto dall’Arcivescovo mons. Chiaretti. Come lo scorso anno, il pasto è stato preparato nelle cucine della mensa comunale di via Fratti, messe a disposizione dall’Amministrazione municipale. Alle tavolate ha fatto da sfondo un vero e proprio giardino di fiori e piante di mandarino e di palma.A questi fratelli è stata riservata un’accoglienza dignitosa e rispettosa del luogo sacro, frutto del lavoro, o meglio del “servizio”, dei volontari, soprattutto giovani, che hanno allestito, preparato e servito il pranzo: più di cinquanta gli uomini e le donne di buona volontà.Fin dalla notte di Natale la cattedrale era “allestita” in modo tale da far risaltare il significato della festa: illuminata a “giorno” da un gioco di luci la cattedrale mostrava anche quelle parti architettoniche e quegli affreschi che per tutto l’anno restano in ombra. E in questa luce, in questa bellezza, l’Arcivescovo ha dato l’annuncio di speranza e consolazione della nascita del Salvatore. Sì, perché il Natale è la festa della speranza, della pace, malgrado quanto i nostri occhi vedono oggi: “Nonostante questi segnali di malessere – ha detto mons. Chiaretti -, vogliamo nutrire speranza… Il Natale viene a confermare questa speranza perché Dio s’è effettivamente inserito nella nostra vicenda umana: da quel giorno a nessuno è dato più motivo per disperare”. Sulla pace l’Arcivescovo è ritornato a parlare a capodanno, nella solennità di Maria, Madre di Dio, giornata mondiale di preghiera per la pace. Per l’occasione, il Vescovo ha anche donato una lettera – “Costruire la pace” – a tutti i fedeli della diocesi, una lettera che ha voluto essere l’augurio a tutti per un anno migliore, oltre che una esortazione a ricercare giustizia e libertà, amore e verità.”La mancanza di verità e di amore – ha scritto mons. Chiaretti – non è meno devastante della mancanza di giustizia e di libertà. Il più delle volte però le motivazioni si ramificano e si intrecciano tra loro sino a creare un intrigo inestricabile. Il che richiede una pazienza e una sapienza grandissime, per avere le quali occorre invocare l’aiuto di Dio con la preghiera, perché non bastano le risorse umane. La pace infatti è anche un dono di Dio, un dono che Egli fa a chi rispetta l’annuncio categorico fatto nel giorno memorabile, della nascita di Gesù, il Verbo di Dio fatto carne. ‘Gloria a Dio’, innanzitutto, riconoscendolo come Signore del cosmo e della storia, e ‘pace agli uomini che Dio ama’ perché sono disposti a lavorare con Dio per fare di questa ‘aiuola che ci fa tanto feroci’ uno spazio di giustizia e di libertà, di verità e di amore”.

AUTORE: F. A.