ARTE E FEDE . In casa del card. Collicola

Resta aperta fino al 30 settembre a Spoleto la mostra 'Santi e Papi in terra d'Umbria', realizzata in occasione della Settimana

Il piano nobile di palazzo Collicola, realizzato agli inizi del XVIII secolo su progetto dell’architetto Cipriani di Roma, ospita la mostra ‘Santi e Papi in terra d’Umbria ‘ Arte e fede nelle otto Chiese sorelle’, che vede esposti pezzi provenienti da tutta l’Umbria e dalla Sagrestia pontificia. La mostra è stata inaugurata in occasione della 58a Settimana liturgica nazionale. Gli ospiti vengono accolti, nella prima sala del Palazzo, dal ritratto del cardinale Carlo Collicola, già attribuito al Benefial, che fa gli onori di casa. L’esposizione rimarrà aperta fino al 30 settembre al costo di 2,50 euro. Sarà anche possibile acquistare il catalogo. Sono rappresentati i Papi che hanno avuto contatto con la regione, a partire da Urbano VIII, con il quale coincise l’epoca d’oro del barocco e che fu vescovo di Spoleto. Poi Leone XII, dei marchesi della Genga, spoletino, che, come si diceva scherzosamente, ‘se starnutiva a Spoleto, dopo mezz’ora lo sapevano a Roma’; Pio IX, ugualmente vescovo di Spoleto, e Leone XIII, che guidò la Chiesa perugina e che fu il Papa della svolta di fine ‘800. Dalla Sagrestia pontificia vengono pezzi, oltre a quelli collegati con Urbano VIII, estremamente significativi quali: il paliotto del Conclave della cappella Sistina; elementi appartenuti a Pio IX, come il cofanetto da viaggio per manicure e rasatura, con i rasoi sui quali sono scritti i nomi dei giorni della settimana. Ci presentano Papa Mastai Ferretti non solo nella sua ufficialità, ma anche in un aspetto più vicino all’uomo comune. Di Leone XIII, il Papa della Rerum novarum sulla dottrina sociale della Chiesa, sono presenti molti doni avuti soprattutto dal mondo francese, con il quale era fortemente legato, visto che fu nunzio apostolico a Parigi. Queste opere ci aprono un’insolita panoramica sulla produzione artistica della Francia nell’epoca del neogotico. Di papa Annibale della Genga sono presenti, tra l’altro, il berrettone ducale e lo stocco del pontificato (la spada con la quale il pontefice insigniva i cavalieri). Dall’Umbria sono presenti, invece, molte opere di grande rilievo: i due ritratti di Bartolomeo e Diana Roscioli del Bernini; la croce di Pietro di Vanni e la splendida croce della chiesa di San Salvatore a Foligno; il Maestro di Serrone, originario della Francia, che portò in Italia agli inizi del ‘600 un interessante contributo della pittura d’Oltralpe. Inoltre, sono esposti un Cristo di Nino Pisano, proveniente dal duomo di Orvieto; due tavole di Giovanni di Pietro detto lo Spagna, provenienti da Todi; una tavola di Niccolò Alunno, proveniente da Assisi. Sempre dalla città del Poverello è venuto uno stendardo processionale trecentesco della confraternita dei Santi Francesco e Leonardo. Di Città di Castello sono originari, tra le altre opere, dei pezzi romanici: un turibolo, una croce astile e un codice miniato. Da Gubbio, tra l’altro, vengono una Madonna di Ottaviano Nelli e un Ecce Homo di fine ‘400. Tra le opere provenienti da Perugia, un gran numero di cimeli collegati alla figura di Leone XIII e il preziosissimo Vangelo di Luca del VI secolo. Da Terni arriva una tela di Oliviero Rainaldi. Spoleto è presente con una selezione dell’argenteria donata dal cardinale Fausto Poli; con il reliquario della celebre abbazia di Sant’Eutizio, commissionato dall’abate Giovanni Mensurati e con una tavola del Maestro di Fossa. Giampiero Ceccarelli