Articolo nove: l’inciampo della famiglia

Statuto: alla votazione finale passa con il sì di diciassette consiglieri su trenta

Lo Statuto regionale è stato approvato giovedì 29 luglio anche in seconda lettura. Come da programma condiviso da maggioranza e opposizione, che hanno registrato ‘dissidenti’ nelle loro stesse fila. Al termine di una maratona che ha portato alla votazione di 85 articoli, il voto finale, per appello nominale, ha registrato 17 voti a favore (dei consiglieri Ds, Sdi, Margherita, An e due di Fi) e quelli contrari Prc, Idv, un diessino (Pacioni) e Carlo Ripa di Meana. Melasecche (Fi) e Sebastiani (Udc) si sono astenuti. Le maggiori divergenze si sono registrate sul richiamo ai valori, sul mancato inserimento delle figure di santi quali Benedetto e Francesco, sul concetto di famiglia e sulla scelta dell’elezione diretta del presidente della giunta. È stato raggiunto il risultato migliore possibile, dichiarano sia da destra che da sinistra coloro che avevano fatto dell’approvazione dello statuto, in tempo utile per le elezioni regionali del 2005, un traguardo irrinunciabile, se non per ragioni ideali almeno per pragmatismo (nuova legge elettorale e più consiglieri da eleggere sono, per il sistema politico, buone ragioni). Ma il risultato non soddisfa. La mediazione non è stata ‘alta’ in particolare su questioni cruciali, come l’articolo nove sulla famiglia che ha scaldato il confronto per tutta la giornata, e anche dopo. La soluzione ‘tecnica’ (che per Ripa di Meana, Verdi ecologisti, e Stefano Vinti, Rifondazione, è politica) del ‘drafting’ (scrittura) dell’articolo nove per correggerne la forma e la possibile incostituzionalità, per i cattolici non toglie le ambiguità della equiparazione tra famiglia e convivenze (non meglio specificate) denunciate a più riprese. Una critica di cui si fa interprete lucido e critico l’arcivescovo di Perugia su questo giornale (a pagina 11). Lo statuto approvato, sarà effettivamente operativo, presumibilmente entro cinque mesi e mezzo dal voto finale. Dopo la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione, dovranno infatti trascorrere 30 giorni per il controllo di costituzionalità del Governo (annunciato per le Carte di Toscana e Liguria, ma che Fiammetta Modena ritiene improbabile per quella umbra poiché in tema di coppie di fatto lo statuto dell’Umbria “si è mosso entro i limiti della Costituzione”), 90 giorni dalla stessa data per l’eventuale raccolta di firme in caso di promozione di Referendum popolare abrogativo (annunciato da Ripa di Meana, che considera lo statuto “pericoloso e costosissimo per il futuro dell’Umbria”) con successivi 30 giorni per la verifica delle procedure referendarie ed ulteriori 45 per l’eventuale indizione della consultazione popolare. Così è riscritto l’articolo Cambia la rubrica dell’articolo: non più “Comunità familiare” ma “Famiglia. Forme di convivenza”. L’articolo viene diviso in due parti. La prima riprende il testo approvato in prima lettura: “La regione riconosce i diritti della famiglia e adotta ogni misura idonea a favorire l’adempimento dei compiti che la Costituzione le affida”. A questo punto, dove il testo proseguiva con “e tutela le varie forme di convivenza” aggiunge un punto e a capo e riprende “Tutela altresì forme di convivenza”.

AUTORE: M.R.V.