Ast: sempre più mancanza di chiarezza

Vengono prospettati nuovi scenari, diversi da quanto concordato

La questione dell’Ast di Terni naviga in acque agitate, nell’attesa che, dalle tante riunioni a vari livelli, dai tavoli delle trattative aperti, giungano risposte confortanti sul futuro del sito ternano. Fronte compatto da parte delle istituzioni locali e sindacati sulla richiesta di proseguire il confronto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in un quadro di certezza degli impegni per chiudere gli accordi messi in campo, sui quali si è lavorato dal febbraio scorso. Nell’incontro dei giorni scorsi dei rappresentanti istituzionali con il sottosegretario al ministero delle Attività produttive Mario Valducci e i rappresentanti della ThyssenKrupp, sono stati ribaditi gli impegni assunti dal Governo e enti locali per colmare il gap di competitività della Tk, ed è stata dichiarata la contrarietà del Governo a ipotesi diverse da quelle già sottoscritte. ‘Se cambiano i rapporti non hanno ragione di continuare ad esistere tutti quei vantaggi che si stanno mettendo in campo’ ha affermato Valducci a nome del Governo. ‘Come Regione eravamo pronti, sin dal 23 novembre, ad assumerci tutti gli impegni che ci competevano’ ha affermato la presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti ‘per ciò che rigurda la partita del fabbisogno energetico, così come il Governo era pronto a garantire quelli sul versante delle infrastrutture’. Tutto questo, mentre, da parte della multinazionale tedesca, vengono prospettati nuovi scenari, diversi da quanto concordato precedentemente. Forti perplessità sono state sollevate circa questo cambiamento di approccio che prospetta una situazione non confortante per la produzione dell’acciao a Terni, sia per la possibile chiusura del reparto magnetico, che per il ridimensionamento complessivo del sito produttivo ternano, per il quale si punterebbe tutto sulla monoproduzione dell’acciaio inossidabile. E intanto la questione rimbalza da un tavolo all’altro con voci discordanti su decisioni prese non tanto in Germania quanto in Italia e sulle misure che sarebbero state predisposte per fronteggiare il problema occupazionale che si aprirebbe. ‘Sono state previste forme di ammortizzatori sociali molto generose’ affermano dalla ThyssenKrupp Electrical Stell (che controlla la consociata Ast) ‘così generose da non essere mai state utilizzate in Germania’. La vertenza potrebbe portare alle dimissioni dell’Amministratore delegato Ast Bertoni. C’è sempre più mancanza di chiarezza in una questione che ha implicazioni diverse. La paventata cancellazione della storia centenaria dell’acciaieria ternana, che si delinea all’orizzonte della città, richiederebbe forse uno sforzo maggiore e creativo nel proporre alternative idonee e risolutive.

AUTORE: Elisabetta Lomoro