Attività intensa a “La dimora” ma si può fare molto di più

Mediazione familiare: un nuovo servizio offerto dal Consultorio diocesano

Sono oltre otto anni che il Consultorio “La dimora” opera nella nostra diocesi, grazie alla consulenza di specialisti e professionisti che offrono il loro tempo a questo tipo di volontariato qualificato a favore della famiglia. Ultimamente, poi, si sta registrando attenzione, da parte delle famiglie, a questo tipo di aiuto; anche i parroci stanno facendo il loro dovere, segnalando casi e indirizzando le persone bisognose a questa struttura. Sono 120 le persone seguite nel corso dell’anno passato, oltre ad altri 111 interventi su singoli e 53 su coppie. Senza contare le numerose consulenze via telefono. Da quest’anno, il consultorio si avvale anche di un nuovo servizio: quello offerto dalla sua direttrice, Francesca Barone, dopo il conseguimento del diploma europeo in mediazione familiare. “Il diploma in mediazione familiare – ci spiega la dott.ssa Barone – è una forma nuova di aiuto ai coniugi che sono in fase di separazione o che si sono già separati, un servizio che finora a Perugia era svolto solo dai servizi sociali del Comune. “Il mediatore – continua la dott.ssa Barone – ha la funzione di lavorare con le coppie perché si possa arrivare ad una separazione serena, se così si può dire. Il problema è che essendo aumentato il numero delle separazioni e poi dei divorzi, tutto, in tribunale, avviene in modo frettoloso sia da parte degli avvocati che dei magistrati. Per cui gli accordi sono presi sulle persone che in seguito, lasciate a se stesse, vivono dei conflitti terribili che distruggono, e sono i figli a soffrire di più”. Ma c’è il rischio di strumentalizzare questo servizio: “Lavorando nella scuola e preparandomi – spiega – mi sono posta un problema di riferimento ai valori cristiani. Sembrerebbe quasi che fomentiamo le separazioni, invece sappiamo che anche le coppie cristiane che si sono sposate con sacramento hanno dei problemi; non c’è niente da fare. Il divorzio non è mai consentito, perché il matrimonio rimane per sempre. Ci sono, però, dei casi veramente terribili dove è meglio separarsi che rimanere uniti e distruggere i figli”. Ma il mediatore può operare anche laddove ci sono casi di matrimoni nulli “che sono ugualmente fatti drammatici – ci dice la dott.ssa Barone – e nessuno ci pensa mai bene. Sono peggio delle separazioni, perché alla coppia, dopo anni, si dice: guarda, tu credevi di essere sposato ma non lo sei mai stato. In termini scientifici sono dei ‘lutti’ terribili”. Tutto, al consultorio, è accogliente, e questo serve per far nascere di nuovo la comunicazione tra le parti. “Ho avuto una coppia arrivata qui ormai troppo tardi, mandata dall’avvocato. Sono riuscita – e non ci credevo – ad avere tre incontri con loro. Dopo averli fatti parlare un po’, facendomi raccontare la loro storia che permette loro di ritornare ai momenti migliori… uno di loro mi ha detto: ‘Noi questo lavoro non lo abbiamo mai fatto!’. Del resto, psicologicamente, è impossibile fare un lavoro del genere da soli. Tentiamo sempre di recuperare la coppia. Ma come mediatore, ovviamente, non posso insistere, non posso avere la riunificazione come fine. E’ chiaro che, se durante il cammino capisco che la coppia non si vuole separare… blocco tutto; il mio compito è terminato e passo tutto alla psicologa o alla consulente”. Ultimamente l’équipe del consultorio è stata chiamata anche nelle scuole, dove stanno portando avanti un progetto di “Educazione all’affettività” con l’équipe formata da due psicologhe, due ginecologhe, uno psichiatra e vari consulenti. Insomma un’attività non indifferente, ricca e preziosa Ma ci sono ancora due “sogni nel cassetto”: “Una scuola fissa per genitori e una scuola di bioetica per docenti e sacerdoti”, ci dice la dottoressa Barone. Chissà…

AUTORE: Francesca Acito