Bambini e adolescenti allo sbando e i grandi latitano

Nella vicenda delle due minorenni romane coinvolte nel “giro”, si poteva fare di più? Forse. Ma probabilmente serviva “fare insieme” scuola e famiglia

TeenGirls-ragazze-strada-giovani-donneLa vicenda delle due ragazzine romane, compagne di scuola, di 14 e 15 anni, scoperte a prostituirsi, ha suscitato molto scalpore e probabilmente messo in apprensione molti genitori, lasciando intendere che il più delle volte “dei bambini non si sa niente” (come titola un libro famoso di qualche anno fa).

Il mondo dei ragazzi e delle ragazze è spesso un’incognita inquietante per i genitori e in generale gli adulti, e oggi i suoi confini si dilatano e diventano ancora meno controllabili perché alla realtà quotidiana, concreta e tangibile, ben determinata nello spazio e nel tempo, si somma quella virtuale: estesa in maniera indefinita, onnipresente e onnicomprensiva, sfuggente.

Le due ragazzine sono state scoperte per la coraggiosa denuncia di una madre che ha voluto aprire gli occhi di fronte ai soldi che comparivano inaspettatamente nelle mani della figlia. Di fronte alle borse e agli oggetti costosi. Di fronte agli atteggiamenti scostanti, aggressivi. Proprio quegli atteggiamenti e quei fatti che talvolta spingono invece gli adulti a voltare la faccia dall’altra parte, forse spaventati dal rischio di scoprire realtà sconvenienti, di affrontare mondi ben diversi da quelli che si vorrebbero per i figli. Già, perché di solito i ragazzi mandano segnali, il problema è che non vengono colti da chi dovrebbe.

E questo fa spostare l’attenzione sugli adulti di questa squallida storia. Una madre coraggiosa che denuncia, ma anche un’altra che è finita in cella, accusata di aver addirittura spinto la figlia a prostituirsi. E poi il giro degli sfruttatori, alcuni arrestati. Adulti che non si facevano scrupoli di guadagnare letteralmente sulla pelle di due ragazze giovanissime. E i clienti. “Non sapevamo che fossero minorenni”, ha già detto qualcuno, come se fosse una giustificazione, come a scaricare le responsabilità.

Sono adulti anche gli insegnanti della scuola, dove le due ragazzine andavano e dove addirittura pare che i clienti passassero a rimorchiarle. Non si sono accorti di niente? E qui si apre un mondo. La preside dell’istituto ha avuto modo di dichiarare che seguiva da tempo almeno una delle due ragazze. La seguiva perché aveva colto i segnali di disagio. Era stata bocciata e si era iscritta nuovamente a scuola, anche se quest’anno era rimasta a casa molte volte. “Le ho parlato spesso, ho parlato con la famiglia…”, ha lasciato intendere. Poi la resa: “Non immaginavo… C’erano i certificati medici per le assenze. Ho sempre sperato che le malattie fossero vere”.

Una scena del film “Mall girls” dove ragazze adolescenti si prostituiscono in cambio di cellulari e vestiti
Una scena del film “Mall girls” dove ragazze adolescenti si prostituiscono in cambio di cellulari e vestiti

Si poteva fare di più? Forse. Ma probabilmente serviva “fare insieme”, scuola e famiglia. E qui torna la questione dell’attenzione educativa, con la consapevolezza che la scuola “può fino a un certo punto”, così come i genitori fanno fatica non solo ad arrivare dappertutto (impossibile), ma spesso anche solo a “stare svegli”. Per mille motivi. Il risultato è che bisogna allenarsi alle alleanze, aiutarsi a vicenda a tenere alta la tensione, a tendere e offrire la mano per cercare di agire in modo efficace.

Poi, certo, giocano anche le responsabilità individuali, comprese quelle dei ragazzi. Anche se, riferendosi alle due studentesse finite sui giornali, vale la pena di riproporre una frase, finita nelle cronache, attribuita ai carabinieri: “Ricordatevi sempre che loro sono le vittime di questa storia”.

Il 20 novembre si celebra la Giornata internazionale per i diritti dei minori

Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La data ricorda il giorno in cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1989, la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Sono oltre 190 i Paesi nel mondo che hanno ratificato la Convenzione; in Italia l’adesione è avvenuta nel 1991. Tra le agenzie che si interessano dei diritti dei bambini c’è Telefono Azzurro, che ogni anno nell’occasione presenta i risultati delle indagini nazionali sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, realizzate in un campione rappresentativo di scuole di tutta Italia. L’indagine è realizzata con Eurispes e giunta alla sua 13a edizione. Anche l’Umbria aderisce a questa campagna di sensibilizzazione: clicca qui per vedere le iniziative regionali e il seminario di presentazione del progetto “Piuma”.

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AUTORE: Alberto Campoleoni