Bell’articolo!

La scuola italiana in Europa è quella che rimane aperta per un numero maggiore di ore: 1.100 ore all’anno contro le 900 del resto d’Europa. Eppure, con tutte quelle ore di lezione, siamo tra gli ultimi in Europa sia nell’apprendimento delle lingue che in quello delle scienze matematiche. Solo l’Italia in Europa chiude le scuole per 14 settimane di fila; tutti gli altri paesi europei praticano lo stop and go, fermati e riparti: fa veramente bene agli studenti avere meno vacanze estive e una settimana di stop a novembre, un’altra a carnevale, una terza “stoppata” fra maggio e giugno: il go successivo allo stop è sempre tonificante; la pausa è musica anch’essa, fermare il flusso delle note è essenziale per valorizzarlo; fanno eccezione solo le filastrocche di Jovanotti, ma… stavamo parlando di musica. Le stoppate in uso nella nostra scuola sono come quelle di Ciccio Graziani, centravanti della nazionale di calcio campione del mondo nel 1982: quando lui si provava a smorzarne la corsa, il pallone finiva a 15/20 metri di distanza. L’esperienza che ai ragazzi viene imposta dalla scuola è totalmente disomogenea rispetto a quella che loro si scelgono a casa: alluvione di nozioni in aula, a casa catenaccio elettronico (TV e internet) a sbarrare la strada a qualsiasi cosa somiglia vagamente a una nozione. Spunti pregevoli di un bell’articolo di Barbiellini Amidei, sul corrierone il 3 dicembre u.s. Ma a me sembra che manchi la domanda più importante di tutte: che ci vanno a fare, i nostri ragazzi a scuola? Il loro tarlo è soprattutto la noia, lo sappiamo tutti. Che ci vanno a fare a scuola? Don Milani, perentorio come sempre, diceva: primo e secondo. Primo: Che abbiano uno scopo. Secondo: Che sia uno scopo alto. Hic Rhodus, hic salta. Se non poggi i piedi qui, ogni rilancio della scuola si risolverà in una piccola furbizia, destinata a durare lo spazio d’un giorno. Ma dove possono attingere i nostri ragazzi scopi alti? Hanno mai respirato mai qualcosa del genere in famiglia? O in TV? Hic Rhodus, hic salta. Ahi, ahi ahi! Meglio fermarsi al buon livello del bell’articolo del bravo giornalista del corrierone nazionale.