Breast unit (cura del seno) di Perugia: un’eccellenza umbra

Nella quotidianità di tutti i giorni è facile imbattersi nel pessimismo, legato alle inefficienze di alcuni settori della società civile, tra cui la sanità, anche se in Umbria sono attivi centri di eccellenza, dove persone lungimiranti hanno investito risorse umane ed economiche per migliorare servizi erogati e qualità di vita dei cittadini.

Una di queste realtà è il reparto della Breast Unit (Centro multidisciplinare di senologia), inaugurato nel gennaio 2017 all’interno dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.

Un’area logisticamente definita con spazi di degenza adeguati, separati dal reparto di Chirurgia generale. Si coglie l’occasione per ringraziare sia il chirurgo, dott. Paolo Gerli, responsabile della Chirurgia oncoplastica della Breast Unit di Perugia, sia la dott.ssa Ambra Mariotti dello stesso team, che si sono resi disponibili a rispondere ad alcune domande.

Com’è attualmente articolato il settore senologico in Umbria? Quali le prospettive future?
“La bussola utile, per orientare ogni azione nella sanità pubblica, dovrebbe essere quella di garantire lo stesso elevato trattamento in tutta la regione. Attualmente esistono quattro centri individuati come Breast Unit: Perugia, Città di Castello, Foligno, Terni, strutture di alto li- vello, organizzate secondo criteri scientifici condivisi su tutto il territorio nazionale. Un passo in avanti potrebbe essere la creazione di una struttura unica, suddivisa nelle quattro sedi già attive. Il superamento di un’ottica campanilistica, focalizzata sulla difesa del proprio ambito territoriale, eviterebbe una ‘competizione’ sui numeri. Disporre di un unico numero regionale totale alzerebbe il livello globale delle prestazioni. I risultati umbri sarebbero presentati in campo nazionale e internazionale con una credibilità diversa, rispetto ai dati dei singoli centri. Un’unica struttura, a servizio degli utenti, con stessi servizi sul territorio regionale, sarebbe il futuro migliore per tutti”.

Quali sono i punti di forza della Breast Unit di Perugia?
“L’idea di base è disporre di un team di professionisti, impegnati esclusivamente nella gestione delle patologie correlate alla mammella in senso lato. Un modo di lavorare dove il puro atto chirurgico non sia più l’unica azione, inserita altresì in un processo complesso con varie attività pre- e post-operatorie. Al centro viene posta la gestione della persona in senso globale, è un prendersi in carico del paziente, non più solo curare, ma un prendersi cura ”.

Il lavoro in un team coordinato e multidisciplinare di professionisti quali vantaggi offre e quali difficoltà comporta?
“La sfida è riuscire a lavorare in un’unica squadra dove chirurghi dedicati esclusivamente al settore senologico interagiscono costantemente con referenti di campi diversi, tra cui radiologi, anatomopatologi, radioterapisti, oncologi. I vantaggi notevolissimi derivano dall’avere specialisti, che parlano lo stesso linguaggio con la possibilità di un feedback – scambio di informazioni costante, garantendo le scelte migliori, personalizzate per ogni singolo paziente. Le difficoltà attualmente riscontrabili sono i pochi medici, che possono interagire in percorsi strutturalmente distinti dalla chirurgia generale. Tale problema è già stato brillantemente risolto in altre regioni, tipo l’Emilia Romagna”.

In base ai dati degli ultimi decenni, quali aspetti si evincono dal monitoraggio delle patologie in ambito senologico?
“Nei Paesi occidentali le neoplasie mammarie hanno un’incidenza rilevante, con un trend che non accenna a diminuire. È ormai un’emergenza sociale, con un costante abbassamento dell’età delle pazienti coinvolte. Di positivo si evidenzia come i progressi continui nel settore diagnostico consentano anche diagnosi precoci su piccole lesioni, prima non individualizzabili. L’anticipo diagnostico permette di rilevare una patologia in fase pre-clinica. Da qui l’importanza del servizio di screening mammografico. Una piccola lesione richiede spesso un atto chirurgico meno invasivo e un eventuale trattamento medico meno impattante”.

Perché avete deciso di specializzarvi in questo settore medico? Seguendo quali motivazioni?
Gerli : “Il settore senologico offre per un chirurgo grandi soddisfazioni. Si tratta di una chirurgia che riesce a garantire un’unione inscindibile di capacità, competenze e tecniche, sempre nuove per ogni singolo caso. La variabilità è ogni giorno una sfida, mai uguale alla precedente, ma diversa a seconda delle singole pazienti”.

Mariotti : “Venendo da precedenti esperienze chirurgiche per altri tipi di neoplasie, il campo senologico presenta aspetti di alta chirurgia, dove, pur variando le problematiche, se si lavora bene, si vede subito il risultato. È un settore della chirurgia meno standardizzato, con cambiamenti continui e soluzioni differenti per raggiungere obiettivi sempre più elevati”.

Quanto conta il fattore umano nel vostro mestiere?
“Si potrebbe dire, senza ombra di dubbio, tutto. Al di là della professionalità medica, saper gestire il fattore umano in tale delicato settore acquista un valore preponderante, più della mera statistica dei numeri d’intervento eseguiti magari brillantemente. In un lavoro dove lo stress è quotidiano, con un numero crescente di pazienti, è una sfida costante riuscire a mantenere l’equilibrio. Solo così si trasmette alle pazienti la relativa serenità di cui hanno bisogno, insieme alle informazioni corrette. Le pazienti, se supportate adeguatamente, trovano forze interiori per affrontare un percorso in salita, ma che può tuttavia offrire risultati fino a pochi anni fa insperati”.

Cosa augurarsi per il futuro?
“È auspicabile un serio lavoro congiunto tra medici e amministratori per garantire un’omogeneità in tutta la regione umbra, sia dei trattamenti, sia dei tempi di attesa, che dovrebbero essere adeguati a una tempistica quanto più breve possibile. In tale ottica occorre trarre spunto dagli esempi positivi da eguagliare, realtà virtuose come l’Emilia Romagna o la Toscana, senza cullarsi troppo su quello che già si è raggiunto, prendendo erroneamente come parametro di riferimento altre regioni in difficoltà. Attualmente è in gioco il concetto fondamentale della sanità pubblica. Alla base c’è l’idea stessa di ‘pubblico’ come difesa strenua di ciò che i nostri predecessori hanno costruito con tanto impegno e sacrificio, dando vita a centri di altissimo livello come l’ospedale perugino”.

 

AUTORE: Federica Sabatini

1 COMMENT

  1. Confermo per esperienza personale lo spessore umano e professionale del Dr Gerli e la Dr.ssa Mariotti, con loro ho trovato la strada giusta e la forza interiore per affrontare tutto nel momento più brutto della mia vita. Sottolineo che sono consapevole del fatto che probabilmente loro con il radiologo Dr. Saracini mi hanno salvato la vita un anno e mezzo fa

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