Calda estate in Ucraina e Isis

L’estate finisce fra piogge e temporali dal punto di vista meteorologico mentre, dal punto di vista della politica mondiale, l’orizzonte si presenta fosco. Lo scontro tra Russia e Ucraina sta diventando una guerra vera e propria, ed è chiaro che il problema delle province orientali dell’Ucraina (abitate in maggioranza da russi che chiedono di riunirsi alla madrepatria) è solo un pretesto. Ciò che Mosca vuole è spezzare i legami che si stanno stringendo fra lo Stato ucraino da una parte, e l’Unione europea e la Nato dall’altra. Quei legami sarebbero per la Russia un cappio al collo, visti gli interessi vitali, economici e militari, che la Russia ha nell’area del Mar Nero e del bacino del Don. Paradossalmente, più l’Occidente appoggia l’Ucraina, più forte diventa la spinta della Russia a liberarsi da quello che vive come un assedio. Come armi la Russia ha non solo quelle militari, ma anche quelle energetiche. Un bel pasticcio. Nello stesso tempo, un altro fronte diventa caldo, anzi caldissimo: quello del neonato Stato islamico, il sedicente Califfato. Nel linguaggio islamico, il califfo (carica vacante da secoli) è il successore di Maometto, capo assoluto dell’intero mondo islamico nell’ordine religioso e civile. L’uomo che si è proclamato Califfo ha ordinato a tutti i “credenti”, dovunque si trovino, di unirsi a lui. Ci sarà pure qualche fanatico che risponderà all’appello nei Paesi occidentali. Intanto il Califfato funziona ormai come uno Stato ricco (di petrolio) e ben armato, e si sente in guerra contro gli “infedeli” con tutti i mezzi. Frange estremistiche sono già insorte in Siria, in Egitto, in Libia, e il Califfo può diventare (se non lo è già) il loro capo morale. Ci tocca rimpiangere i Saddam Hussein, i Gheddafi, gli Assad: tiranni sul piano interno, infidi su quello esterno, ma ancora rispettosi, sia pur ipocritamente, dell’ordine internazionale e delle sue mediazioni. Il Califfato non chiede il riconoscimento degli altri governi, non chiede di essere ammesso all’Onu, non cerca mediazioni. Unità dei “credenti” e morte agli infedeli, questo è tutto. Degli altri fronti di crisi, per oggi, non parlo. Mi sembra già abbastanza.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani