Capriole e Buona novella

Al termine di 'Oratori Alé', il clima è di totale soddisfazione: 10 mila presenze, 200 volontari, una collaborazione tra associazioni e movimenti. Un'esperienza da ripetere

Al termine di un evento come ‘Oratori Alé’, che ha visto mobilitarsi migliaia di persone (la stima è di diecimila presenze) e più di 200 volontari, ci si avvicina all’ascolto di un provato ma soddisfatto don Roberto Di Mauro con un sentimento misto di stima e curiosità, è stato infatti lui l’ideatore e referente dell’evento, ed è sempre lo stesso parroco di San Martino in Campo che da mesi si è prodigato per questa grande festa, riuscendo a mobilitare attenzione e mezzi, ma soprattutto a don Roberto va riconosciuto il merito di aver sempre creduto fermamente in questo evento. Alla fine, allora, che bilancio si può tracciare per ‘Oratori Alè’? ‘Ci aspettavamo che sarebbe venuta gente, però non così. La partecipazione è stata copiosa. Parlando con gli addetti ai lavori, hanno stimato che solo domenica sera, nel momento di massima affluenza c’erano 5.000 persone tutte insieme. Importante è stata la presenza delle autorità, che si sono dichiarate assolutamente soddisfatte dalla partecipazione dei giovani e dall’evento in generale. L’obiettivo raggiunto in pieno da questa manifestazione è stato inoltre quello del coinvolgimento di tutte le associazioni, i movimenti ed i gruppi cattolici: tutti si sono infatti mobilitati, collaborando con tanta buona volontà. Questa è la prima volta in cui siamo veramente riusciti a lavorare insieme; già il fatto di vedere più di 200 volontari in azione, provenienti da diversi contesti, è stata una grossa testimonianza’. Cosa faranno adesso gli oratori? ‘Nei nostri oratori non cambia nulla perché continueremo a fare il nostro servizio con il consueto entusiasmo e la stessa passione di sempre. Penso che questa due giorni abbia però contribuito a far conoscere gli oratori a molte persone che ne ignoravano l’esistenza, questa manifestazione è nata infatti dalla nostra voglia di stare insieme e di conoscerci, ma anche dalla volontà di far sentire che ci siamo. Inoltre ho notato una gran voglia di fare, per quanto riguarda l’ufficio degli oratori: basti dire che in 8 mesi noi abbiamo progettato e proposto due corsi di formazione, uno per animatori e uno per amministratori di oratorio, abbiamo prodotto un documento sugli oratori, abbiamo fatto un grande evento. Continuiamo tutti insieme in questa direzione’. In due parrocchie della diocesi gli oratori sono coordinati ed amministrati da persone stipendiate. È una strada percorribile questa, o si rischia di andare in bolletta? ‘È una strada assolutamente percorribile: l’oratorio è una importante risorsa pastorale per la parrocchia, è una grande opportunità per creare dinamiche pastorali e farle funzionare, qualsiasi attività pastorale che porta un seguito di persone è una grossa risorsa per la parrocchia’. Ma qual è la peculiarità degli oratori? ‘Bisogna incominciare a pensare agli oratori né come il prolungamento della sacrestia, né come il paese dei balocchi, ma come il luogo dove la comunità cristiana rende ragione della speranza cristiana ed insegna ai ragazzi ad assumere quello stile di vita che è proprio di Gesù. L’oratorio non è precluso a nessuno, anzi, è piuttosto luogo di integrazione. Con gli oratori viene ri-coinvolta la grande assente della nostra attuale società: la famiglia; inoltre si riescono a mettere insieme tutte le fasce d’età, dai bambini agli anziani’.Come si integrano i personaggi dello spettacolo presenti a ‘Oratori Alè’ con lo spirito della festa degli oratori? ‘Questo è il linguaggio dei giovani; alla fine, altrimenti, rischiamo di non farci comprendere e capire. E comunque il messaggio fondamentale che vogliamo portare è quello del Vangelo, le forme poi possiamo studiarle, affinché il messaggio riesca a passare a tutti. Penso al fatto che tanti ragazzini accorsi per la musica, hanno potuto ascoltare le belle parole del vescovo, diversamente forse non le avrebbero ascoltate. Chissà che quel piccolo seme che è stato piantato oggi, fra 20 anni non maturi nel loro cuore, quando andranno a riguardare e leggere la loro vita e ricorderanno le parole che hanno ascoltato. La festa degli Oratori doveva essere questo, vedere tanti bambini e ragazzi che fanno festa, con gioia, che fanno le capriole sull’erba e giocano insieme con un certo stile, con un certo linguaggio e con una volontà di incontro, di apertura verso l’altro e di amore cristiano’.

AUTORE: Martino Bozza