Castel dell’Aquila ritrova la sua Madonna

Castel dell’Aquila festeggia il ritorno della statua mariana del Trecento rubata nel 2006
Momento dell’incontro subito dopo la scopertura della statua. Al tavolo da sin. il capitano Cardone dei Carabinieri di Amelia, il tenente colonnello Mancino del Comando Carabinieri Tutela patrimonio culturale, il vescovo Tuzia, il sindaco Angelucci, il parroco don Piero Grassi. (foto Oliviero Piacenti)

Sabato 28 luglio, nell’ambito dei festeggiamenti per il patrono san Giacomo (25 luglio), la parrocchia di Castel dell’Aquila ha vissuto una giornata davvero significativa, in occasione delle celebrazioni per la restituzione al culto della statua lignea di Maria Ss. col Bambino (XIV secolo), rubata il 21 dicembre 2006 dalla chiesa parrocchiale e ritrovata alla fine del 2011 dal Comando carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale.

Una grande gioia, alla quale si è intrecciata anche quella per la prima visita alla comunità del nuovo vescovo diocesano, mons. Benedetto Tuzia.

La cerimonia ufficiale della restituzione si è svolta alle ore 18.30 presso il Centro pastorale, affollato da tanti fedeli. Presenti, tra le autorità – oltre al Vescovo e al parroco di Castel dell’Aquila don Piero Grassi – Raffaele Mancino, tenente colonnello del Comando carabinieri Tutela patrimonio culturale, Michele Cardone, capitano del Comando della Compagnia carabinieri di Amelia, Ismaele Marchetti, maresciallo della stazione dei carabinieri di Montecastrilli, Fabio Angelucci, sindaco di Montecastrilli, Claudio Venturi, vice sindaco, Giuseppe Chianella, sindaco di Avigliano Umbro, Margherita Romano della Soprintendenza per i beni culturali dell’Umbria, il restauratore Giovanni Manuali e alcuni sacerdoti della zona.

Una profonda commozione non ha risparmiato nessuno e si è resa visibile, in modo particolare, quando, accompagnati dalle note dell’Ave Maria di Gounod eseguite dal maestro Luca Venturi (violino) e dal maestro Marco Venturi (pianoforte), tolto il telo con cui era stata ricoperta, si è potuta di nuovo ammirare e contemplare la cara immagine.

Questo intenso momento è stato preceduto dall’intervento di don Piero, che ha “confessato” di aver sempre serbato nel cuore la speranza del ritrovamento dell’immagine, anche se non avrebbe mai pensato che ciò sarebbe avvenuto in tempi relativamente brevi. E per questo ha espresso il più sentito ringraziamento al tenente colonnello per il lavoro silenzioso e qualificato svolto dal reparto da lui comandato. Ha fornito inoltre alcune notizie (e curiosità) relative alla statua della Vergine.

La prima notizia che possediamo risale alla visita pastorale effettata nel 1575 alla diocesi di Todi dal vescovo Camaiani, il quale, ispezionando l’attuale chiesa del cimitero, descrive l’immagine della Madonna e ordina di custodire meglio la chiesa al fine di evitare atti di superstizione. Alcuni anziani del paese testimoniano poi che l’immagine, più volte portata presso la chiesa parrocchiale, “miracolosamente” veniva ogni volta ritrovata nella sua chiesetta originaria. Furono necessarie preghiere e una solenne processione per far avere stabile dimora alla statua nella parrocchiale, dove è rimasta fino al giorno del trafugamento.

Nel tardo pomeriggio di quel 21 dicembre due uomini, seguendo di nascosto il sacerdote don Adelmo, che entrava nella casa parrocchiale per recarsi in sacrestia, si introdussero nell’appartamento e attesero di rimanere soli per poter scendere in chiesa e operare il furto, denunciato dal parroco don Piero ai carabinieri la sera stessa.

Il 9 dicembre scorso, una inaspettata telefonata del maresciallo Liozzo convocava a Roma lo stesso parroco per il riconoscimento dell’immagine. Iniziavano così le operazioni di sequestro e successivo dissequestro dell’opera, sino ad arrivare a questa cerimonia.

Ma dove è stata ritrovata la statua? Il ten. col. Mancino ha risposto alla domanda che molti si sono fatti. La statua, comprata illegalmente al mercato di Porta Portese a Roma, è stata poi rinvenuta, sempre a Roma, insieme ad altri oggetti sacri (più di cento), nella casa di un professore di storia dell’arte, un “collezionista” come si definisce… Ed è grande soddisfazione – ha sottolineato – restituire un simile oggetto e poter permettere di ricollocarlo dove è stato per molti secoli. Oggetti sacri di cui abbiamo bisogno – come emerso anche da tutti gli altri interventi – che fanno parte della storia e delle radici di una comunità, che devono essere il più possibile valorizzati, venerati, conosciuti e tutelati. Prezioso in tal senso il lavoro di catalogazione operato dall’Ufficio beni culturali, con la schedatura di circa 25 mila opere sacre presenti in diocesi.

Le parole del vescovo mons. Tuzia alla celebrazione della ricollocazione della statua

Mons. Tuzia

Dopo una solenne processione con l’immagine della Vergine per le vie del paese iniziata alle ore 21, mons. Benedetto Tuzia, in piazza, ha presieduto la liturgia della Parola, animata dal coro di Avigliano Umbro – Castel dell’Aquila diretto dal maestro don Mario Venturi. “Una mamma – ha detto il Vescovo nell’omelia – non abbandona mai i suoi figli anche quando fisicamente non è presente in mezzo a loro… Maria, per un tempo sottratta nella sua visibilità, in cui è quell’immagine che amiamo e che ha contribuito a creare un’identità religiosa di questo popolo, torna in mezzo a noi e per questo esprimiamo tutta la nostra gioia”. Riferendosi poi al Vangelo di Luca (1, 42 – 50), ha aiutato a riflettere sul particolare incontro di Maria con la cugina Elisabetta, da cui sono esplose benedizione e lode. Maria è appena stata visitata dall’angelo e subito si mette in cammino per non consumare da sola la bellezza dell’incontro e del messaggio che le è stato recapitato e, allo stesso tempo, per verificare la sua fede, metterla a confronto con altri fatti che Dio stava operando. Come Maria, anche ognuno di noi, continuamente visitato da Dio, è chiamato a mettersi in cammino per le vie della città e farsi visitatore, recapitando questa visita di Dio agli altri. E come per Maria ed Elisabetta, poiché ciascuno di noi è “grembo” di Dio, anche ogni nostro incontro dovrebbe aiutarci a comprendere meglio l’azione del Signore e quindi generare lode e benedizione, invece che mormorazioni e recriminazioni come spesso forse accade. Dio continuamente opera meraviglie, per le quali non possiamo che ringraziarlo. Tra queste, il continuo dono di Sua madre, che mai ci abbandona e che ci fa sentire sempre tutta la sua tenerezza e la sua protezione. Al termine della liturgia, la statua è stata portata nella chiesetta del Sacro Cuore (messa in sicurezza per la conservazione della stessa e di altre opere sacre della parrocchia), dove per tutta la notte le famiglie si sono alternate per la preghiera del rosario.

AUTORE: Michela Massaro