Castello: proposte per l’area ex-Fat

CITTÀ DI CASTELLO. Proteste e proposte dei cittadini per il recupero dell’area ex-Fat. Il Sindaco incontra il Comitato di quartiere

città-di-castello-area-ex-fatLucca vanta una delle piazze più particolari al mondo: piazza dell’Anfiteatro. Come indica il nome, essa ricalca la struttura di un anfiteatro romano; conglobati nel suo perimetro, sono oggi presenti esercizi commerciali e pittoresche abitazioni che arricchiscono la sua particolarità. Città di Castello sembra avere tutti gli ingredienti per prendere esempio da questa piazza e fare dell’area “ex Fat” (dove peraltro sembra che siano presenti i resti di un anfiteatro romano) uno degli spazi-cartolina della città, ma tra il dire e il fare… c’è una storia lunga quasi vent’anni, tornata di recente a occupare ampi spazi nella cronaca locale. Da poco, infatti, hanno preso il via i lavori che prevedono l’edificazione di 28 appartamenti e di un parcheggio a ridosso dell’area archeologica tra i quartieri Prato e Mattonata. Il cantiere si basa sulla variante di recupero dell’area “ex Fat”, deliberata nel 2011, quasi all’unanimità dalla Commissione urbanistica di Città di Castello. Il piano prevedeva anche la riduzione delle metrature interessate dai lavori, dai 40.000 mq della prima proposta agli attuali 13.000 mq.

Il progetto non è stato mai ben digerito da una buona parte dei cittadini, che lo scorso 9 ottobre hanno ripreso la questione in un’assemblea pubblica organizzata dal “Comitato di quartiere Prato e Mattonata”, dando anche il via a una sottoscrizione tuttora in corso. Le circa 1.400 firme già raccolte sono state consegnate al sindaco, Luciano Bacchetta nel corso della seconda assemblea organizzata dal Comitato il 25 ottobre. In tale occasione l’Amministrazione comunale ha raccolto l’invito dei cittadini di confrontarsi sulla questione dell’area “ex Fat”, nella sala del Consiglio comunale; un incontro al quale non ha però preso parte alcun rappresentante della Fintab-Fat. Il Comitato – appoggiato anche dal Fai (Fondo ambiente italiano) di Città di Castello – ha presentato all’Amministrazione alcune proposte, riassumibili in due punti chiave: il blocco dei lavori e la riconsiderazione del progetto, proponendo allo stesso tempo una nuova idea per riqualificare la zona tra i quartieri Prato e Mattonata. Luca Girelli ha presentato un documento pubblicato in Gazzetta ufficiale il 27 giugno scorso. In base a esso, sembrerebbe possibile rimettere in discussione l’attuale progetto per dare spazio a nuove proposte riguardanti il “Contratto di quartiere II”. Enzo Rossi, poi, ha proposto l’idea di “individuare nel perimetro del Contratto di quartiere II alcuni proprietari che siano disponibili (con un incentivo di 65-70.000 euro) a recuperare le proprie case e quindi di metterle a disposizione a canone concordato per 8 anni, e allo stesso tempo di portare l’area ex-Fat a possesso pubblico, ricompensando gli attuali proprietari per perequazione”. Luciano Bacchetta ha risposto al Comitato presentando alcune problematiche in merito alla “complessità relativa ad alcune questioni del Contratto di quartiere II e al fatto di doversi confrontare con aziende private e con i proprietari degli immobili. Inoltre – ha aggiunto il primo cittadino tifernate – bisogna tenere conto che trasferire uno spazio di 13.000 mq fuori dal centro storico e affidarlo a un solo soggetto significherebbe creare un monopolio edilizio inaccettabile”. Il Sindaco, in conclusione, ha comunque preso l’impegno di portare le proposte del Comitato in Commissione e di ridiscutere la questione con i vari enti, dando poi appuntamento ai cittadini per un nuovo incontro “a distanza di una decina di giorni”.

Gli scavi archeologici

Dagli scavi effettuati nell’area “ex Fat” sono emersi alcuni degli elementi archeologici più significativi dell’antica Tifernum Tiberinum. Il dato più appariscente sono due fila di mura ellissoidali che probabilmente rappresentano la base di un antico anfiteatro provinciale, con l’arena scavata e in terra battuta, risalente al I secolo d.C. Sono venuti alla luce anche molti resti di ceramica databili tra il II e il V-VI secolo d.C., varie monete e due epigrafi in cui sono nominati due magistrati appartenenti alla gens Clustumina, una delle famiglie più importanti di Tifernum. I resti di un complesso idraulico tra via delle Santucce e via Borgo Farinario, infine, vista anche la presenza nei dintorni di alcuni mosaici con raffigurazioni marine, hanno fatto ipotizzare alla presenza di un complesso termale.

AUTORE: Francesco Orlandini