Chi vuole bere, il modo lo trova

Alcol e minori. Gli esercenti perugini commentano il divieto di vendere alcolici ai minori

L’alcol e i giovani: se ne parla molto dopo che il comune di Milano ha vietato la vendita di alcolici ai minori di 16 anni. Un divieto già previsto dal nostro Codice, per cui la decisione ha fatto emergere una realtà ormai molto diffusa: dagli happy hour alla classica birra, con e soprattutto senza pizza. Tra i locali dell’acropoli perugina frequentati di più dai giovani c’è il ‘Bar centrale’. ‘Vengono in tanti ‘ racconta Laura Schirru, che da anni lavora nel locale ‘, noi chiediamo sempre il documento, anche nei casi sospetti. Normalmente si presentano il pomeriggio tardi, in particolare il sabato. Quando entrano gli diciamo di no, insistono un paio di volte poi se ne vanno. Non so se poi riescono a comprarlo in qualche altro bar’. Sulla decisione presa da Comune di Milano dice: ‘Tutto sommato sono d’accordo’. E se succedesse anche qui? ‘Sarebbe meglio. Ci vuole un controllo più capillare, la situazione continua a degenerare e non va bene. Non tutti sono così ligi nel seguire le leggi, c’è sempre chi l’alcol lo vende comunque. Ci vuole un controllo serio, non sporadico’. Poco distante c’è Mania, il ‘mercatino delle bevande’. ‘Siamo molto più esposti rispetto ad altri esercizi pubblici, perché ci troviamo proprio di fronte alla Fontana e quindi stiamo attenti a rispettare le leggi, non vendiamo alcolici ai minorenni ‘ afferma Jessica Magno ‘. Devo dire che poche volte ci è capitato che qualche ragazzo minorenne ci chiedesse una birra, e quando abbiamo rifiutato non hanno insistito. È nostra responsabilità e dovere spiegare loro che c’è una legge che lo vieta’. Alla fine di corso Vannucci ci sono il ‘Blue Bar’ e il ‘Bliz’, locali molto frequentati dai giovani. ‘I ragazzi bevono ‘ dichiara Cecilia Santarelli, titolare del Blue Bar -. Noi stiamo attenti a non vendere alcolici ai minorenni, ma se vogliono possono andare a comprarla anche nei supermercati e il problema rimane. A me capita spesso, infatti, di vederli passeggiare con bottiglie di vino o birra’. Sulla soluzione adottata da Letizia Moratti, Cecilia Santarelli non è totalmente d’accordo: ‘Io sono più per l’educazione. Non è questione di imporre l’orario, perché il modo di procurarsi alcolici lo trovano. Bisogna educare i ragazzi’. E dei genitori dice: ‘Basterebbe che controllassero l’alito dei figli al loro rientro a casa’. Dello stesso parere è anche Marcello Giulietti, responsabile del Bliz nelle ore serali: ‘Non sono favorevole a nessun divieto, ma mi rendo conto che il problema esiste e in qualche modo bisogna affrontarlo. Dalla mia esperienza ho notato che in generale i giovani che bevono sono tanti. Spesso i minorenni provano a chiedermi alcolici, soprattutto il sabato pomeriggio e lo fanno anche con una certa arroganza. Al mio rifiuto insistono parecchio, con alcuni ci sono stati dei diverbi piuttosto accesi, ma io non mi scoraggio e porto avanti la mia filosofia, perché sono convinto che non sia giusto vendere alcolici ai minorenni. L’aspetto più preoccupante è che una persona che è troppo giovane dovrebbe affrontare l’approccio all’alcol in maniera più ponderata: non lo possono vivere così facilmente. I primi a gestire male il rapporto con l’alcol sono gli adulti, figuriamoci gli adolescenti’. Recentemente è intervenuto sull’argomento anche Romano Cardinali, presidente del sindacato dei pubblici esercizi Fipe-Confcommercio della provincia di Perugia: ‘Crediamo che il grave problema del consumo e abuso di alcol da parte dei minori meriti interventi e azioni vere, serie, efficaci, invece di ridursi al clamore su ordinanze, come quella assunta dal sindaco di Milano, che si limitano a ribadire divieti esistenti e non hanno nulla di nuovo. E sulle azioni vere, serie ed efficaci, invitiamo le istituzioni umbre, Regione, Comuni, Asl, al confronto, offrendo la nostra massima collaborazione. La questione sulla quale dobbiamo interrogarci ed agire – aggiunge – è quella del consumo ed abuso, ad età sempre più basse’. Sia la Fipe che il sindacato dei locali da ballo Silb hanno condotto iniziative informative sui rischi dell’eccesso di alcol, anche in relazione alle stragi del sabato sera, ma, commenta Cardinali, ‘abbiamo verificato che per evitare gli eccessi non basta il divieto di servire alcol dopo le due di notte, perché i giovani lo aggirano acquistando prima e altrove gli alcolici, e arrivando nei locali già ubriachi’.

AUTORE: Elena Pescucci