Cieca ma luminosa

Conferenza di Accattoli sulla beata Margherita

“Leggendo il testo di Bonniwell, Margherita di Città di Castello: vivere nella luce, io l’ho sentita viva”. Con queste parole il noto vaticanista Luigi Accattoli ha iniziato la sua conferenza su beata Margherita. Catturato dalla figura della nostra “piccola santa”, Luigi Accattoli ha lui stesso proposto di venire a Città di Castello per parlare di lei, una povera creatura non vedente e deforme, ma ricca di una straordinaria luce interiore. L’oratore ha continuato descrivendo un ritratto idealizzato di beata Margherita, risalente al XIV secolo, che si trova a Venezia. Il Maestro delle Effigi Domenicane ha rappresentato la cieca Margherita come veggente, con un giglio in mano, circondata da una luce che emana da lei stessa: perché sapeva illuminare gli altri, pur non essendo dotata della normale capacità di vedere. Questa luminosità interiore si spiega considerando che Margherita è stata una “straordinaria icona del Vangelo”. Pensando a lei, ha detto Accattoli, viene in mente in primo luogo il Salmo 35: “alla tua luce vedremo la luce”. Dobbiamo poi considerare che la nostra Beata incarna il rovesciamento evangelico dei valori umani: i poveri sono detti beati, i potenti sono deposti dai loro troni, e gli umili sono esaltati. Margherita è un’incarnazione pregnante di questo criterio evangelico: tribolata da tutti i triboli fisici, familiari, sociali ed anche religiosi del suo tempo, ha soccorso a sua volta i tribolati: in questo è una figura straordinariamente moderna. Lo capirono allora gli abitanti di Città di Castello, che alla sua morte la vollero sepolta in una chiesa. L’oratore ha riepilogato le tappe storiche dell’esistenza della beata, sottolineando non tanto gli approfondimenti critici ma il significato profondo del suo messaggio, che risalta inalterato in tutte le fonti. Da un punto di vista spirituale, trovò un sostegno negli insegnamenti dei domenicani, entrando, come Caterina da Siena, nel Terzo Ordine, o laicato domenicano. Nella testimonianza di Margherita possiamo trovare un messaggio quanto mai attuale per la nostra epoca, perché oggi anche le persone svantaggiate o colpite da handicap hanno un ruolo sociale, diventano animatori, leaders e maestri dell’aiuto agli altri, cosa che non avveniva in passato se non eccezionalmente, come appunto nel caso della beata. Il pubblico presente, rappresentativo di molte realtà locali, ha seguito con interesse vivissimo la relazione, alla quale ha fatto seguito un animato dibattito. Interventi assai sentiti sono venuti dai membri della Associazione sportiva dilettantistica “Beata Margherita” che continuano una attività pluridecennale di aggregazione, condivisione e svago aperta ai disabili. Era avvertibile tra i partecipanti il rammarico per la cessazione delle attività benefiche fiorite in passato attuando il messaggio di beata Margherita. Agli esponenti politici intervenuti chiediamo di interessarsi in futuro al recupero dell’area attorno alla chiesa monumentale di san Domenico, in modo che il culto della Beata abbia una degna cornice.

AUTORE: A. L.