Come comunicare la fede oggi nella nostra società

Ritiro del clero in vista del Natale, con una meditazione tenuta da mons. Luca Brandolini, invitato dall’arcivescovo Marra

Giovedì 24 scorso, i presbiteri e i diaconi insieme all’arcivescovo Giovanni Marra, Amministratore Apostolico, si sono ritrovati nella casa diocesana di Spagliagrano di Todi per la giornata di ritiro spirituale mensile del nuovo anno pastorale.
Dopo la recita dell’ora media e l’adorazione, nel salone delle adunanze mons. Marra ha introdotto con un breve e affettuoso saluto mons. Luca Brandolini, vescovo emerito di Sora-Aquino-Pontecorvo, che ha dettato una meditazione sul tema “Avvento e educazione alla fede”.
“Farò riferimento a due documenti del magistero che ci accompagneranno in questa riflessione: Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia e Educare alla vita buona del Vangelo – ha detto subito mons. Brandolini – e cercherò, nella prima parte di riferirmi a tre pilastri. Il primo per fare un richiamo intorno alla fede: cosa vuol dire comunicare oggi la fede in questa società. Con il secondo abborderò la liturgia come luogo rivelativo e educativo del mistero cristiano. Con il terzo tratterò dell’anno liturgico come itinerario privilegiato per educare alla fede. Nella seconda parte presenterò le opportunità che l’Avvento ci offre sia dal punto di vista tematico della Parola di Dio che dei segni che ci accompagnano per educarci a vivere l’esperienza della fede”.
Il presule ha sottolineato che l’esperienza della fede non è una comunicazione di grandi idee, non è una ideologia da trasmettere, così come non è un’etica da presentare, ma un incontro da realizzare. L’incontro di due sì, il sì di Dio all’uomo e il sì detto in Gesù Cristo che è il sì dell’uomo che accoglie la proposta e l’invito che Dio fa per entrare in comunione, per formare con tutti quelli che l’accolgono (cfr. Lumen gentium) un solo popolo. La fede alleanza sponsale, quella che Dio offre all’uomo e che l’uomo accogliendo l’invito realizza con Dio. “Penso la fede – ha detto Brandolini – come un’iniziazione, un cammino per entrare progressivamente in relazione con Cristo e con i fratelli che formano il medesimo popolo dell’oggi”.
Il secondo pilastro riguarda la liturgia. La liturgia come trasmissione della vera fede. Un problema oggi è la trasmissione del vero senso del mysterium fidei e di tutto il depositum fidei. Si constata una certa stanchezza e anche una tentazione di tornare a vecchi formalismi o di avventurarsi alla ricerca ingenua dello spettacolare: sono due grandi rischi. C’è l’urgenza di esplicitare la rilevanza della liturgia quale luogo educativo e rivelativo. “Occorre una liturgia seria – ha detto il presule -, semplice e bella che sia veicolo intellegibile, e quindi capace di narrare l’eterna alleanza di Dio con il popolo. Perché, se la liturgia non è sostanziata dalla Parola che illumina i gesti, la catechesi rischia di diventare una dottrina, una filosofia, di cadere nel formalismo”.
Naturalmente in questa prospettiva si colloca il terzo pilastro di questa riflessione: l’anno liturgico, di cui l’Avvento è la prima e fondamentale stagione.
L’anno liturgico è un itinerario educativo alla fede: l’intera comunità è chiamata a riscoprire, a celebrare e a vivere il dono della salvezza mediante la pedagogia dei riti e della preghiera. Tutti insieme siamo condotti dallo Spirito all’esperienza del mistero di Cristo che ha il suo culmine e la sua epifania più grande nell’eucaristia ed è a noi comunicata con la Parola e il sacramento.
L’Avvento, dunque, ci offre le opportunità, sia attraverso la Parola che attraverso i segni di educarci a vivere l’esperienza della fede. In questo tempo privilegiato risuona forte l’imperativo “Vigilate!”. Stare svegli perché? “Perché noi oggi viviamo immersi nell’indifferenza: questo è il male del nostro tempo, come se Dio non ci fosse. Eppure il Suo venire oggi in mezzo a noi, ci dona di vivere – con l’attualizzazione della Parola, l’eucaristia nelle nostre mani e l’attenzione al fratello povero nel quale è Lui stesso – la grande esperienza di fede, e il Natale celebrato così è ogni giorno”.

AUTORE: Antonio Colasanto