Con don Guerrino oltre l’ostacolo

SPOLETO. Messa in memoria del fondatore del Ceis. 'I nostri tempi sono forse peggiori dei suoi - dice mons. Fontana - ma insieme si vince'

Una cattedrale gremita, nonostante la pioggia, per la messa in ricordo di don Guerrino Rota, fondatore del Centro di solidarietà di Spoleto. Domenica scorsa, insieme all’arcivescovo e al presidente del centro, don Eugenio Bartoli, hanno concelebrato numerosi sacerdoti. Presenti anche le autorità civili e militari del territorio, tra cui il vice sindaco di Spoleto, Daniele Benedetti, il sindaco di Cerreto di Spoleto, paese d’origine di don Guerrino, Giovanna Forti e i parlamentari Domenico Benedetti Valentini, Pier Luigi Castellani e Maurizio Ronconi. ‘Don Guerrino è stato per tutti noi un segno. Ci ha fatto trovare un’identità: quella dell’amore’. Con queste parole mons. Fontana ha iniziato la sua omelia. Incentrando il discorso, nella prima domenica di Avvento, sulla solidarietà, il presule di Spoleto-Norcia ha richiamato il popolo al pericolo di una società autoreferenziale, che vuole fare a meno di Dio. ‘L’attuale generazione – ha affermato il Vescovo – tentata dal mito del tempo presente, rischia di essere peggiore di quella in cui operò don Guerrino. Ognuno deve tornare a fare la sua parte, a spendersi per gli altri così come fece il fondatore del Centro di solidarietà. Uniti riusciremo a superare le difficoltà della nostra regione. Non dobbiamo più essere spettatori e dire si ‘potrebbe fare’ o ‘tanto ci sono gli altri’. Abbandoniamo il condizionale e sposiamo l’indicativo: sporchiamoci le mani; troviamo il coraggio di metterci in discussione; andiamo contro corrente. Insieme si vince. Il popolo è la risorsa di cui Dio si serve per esercitare la solidarietà all’interno della società’, ha concluso l’Arcivescovo. In questi anni centinaia di giovani e le loro famiglie hanno usufruito dell’aiuto del Centro di solidarietà attraverso l’attività degli operatori, che attualmente sono quaranta. Non meno prezioso è l’apporto che, secondo le proprie competenze, i volontari hanno garantito e continuano a garantire. In questo momento il Centro accoglie 170 ospiti distribuiti nelle varie strutture: accoglienza, accoglienza ‘diagnostica e residenziale’, comunità terapeutica, comunità di doppia diagnosi, reinserimento e segreteria e amministrazione. Al termine della liturgia, il vescovo e don Eugenio hanno consegnato a trenta ragazzi attestati di ‘graduazione’ e medaglie di ‘confermazione’, a dimostrazione che, mediante l’impegno, la buona volontà e il supporto di una metodologia efficace, dalla droga è possibile uscire e che nella vita è possibile vincere.

AUTORE: Francesco Carlini