Con il legno e con la passione… l’arte di Rolando Chiaraluce

ARTE. Gli intarsi di Rolando Chiaraluce
Alcune delle opera di tarsia lignea di Rolando Chiaraluce esposte alla mostra
Alcune delle opera di tarsia lignea di Rolando Chiaraluce esposte alla mostra

Il lavoro dura ore. Giorni e giorni passati prima a scegliere il soggetto da rappresentare, poi si fa il disegno e, cosa più importante, si cerca il legno più adatto, l’essenza giusta, con quel colore particolare o quei nodi che meglio si prestano a rappresentare quella parte del disegno. E poi la mano esperta dell’incisore fa il resto.

Sono ormai diversi anni che Rolando Chiaraluce, perugino Doc, prima falegname e oggi intarsiatore – anzi artista, come ormai in tanti lo definiscono – si dedica con amore e passione a incidere il legno, un lavoro certosino che lo ha portato a realizzare diversi quadri unendo uno accanto all’altro vari tasselli di legno (tarsie) dello spessore di pochi millimetri per creare scorci della sua città, Perugia, e dell’Umbria, nonché immagini sacre che ricalcano opere pittoriche famose di grandi artisti.

Presso il Centro servizi camerali “Galeazzo Alessi” di via Mazzini a Perugia, dal 12 settembre sono esposte alcune delle sue produzioni principali, vere opere d’arte. Tanti gli scorci di Perugia: c’è l’arco etrusco, Sant’Ercolano, porta San Girolamo, il tempio di San Michele arcangelo, Corciano, Todi, Preggio. E poi paesaggi innevati, Eurochocolate, Umbria Jazz.

La produzione più numerosa riguarda i soggetti sacri: la Madonna delle Grazie della cattedrale di Perugia, opere del Perugino, la Madonna con Bambino copia di quella realizzata da don Nello Palloni, suo amico, per l’ospedale di Santa Maria della Misericordia di Perugia. C’è anche un ritratto di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Crocifissioni bellissime. Grazie alla scelta di determinate tarsìe, Chiaraluce riesce a creare sfumature, profondità, prospettive inaspettate. Qua e là il tocco del pennello, per un po’ di colore.

Tutto è iniziato sessant’anni fa, all’età di 12 anni, in una via del centro di Perugia, lavorando con il padre falegname. Poi gli studi all’istituto d’arte “Bernardino di Betto”, abbandonati dopo poco per aiutare il padre nella lavorazione di mobili su misura per le famiglie della città.

La passione, però, è rimasta sempre viva in lui. Oggi, in età ormai più che matura, con più tempo a disposizione e con una grande esperienza alle spalle, “le sue capacità artistiche e la sua sensibilità, già presenti in lui – ha detto il curatore della mostra Guido Buffoni – sono esplose interpretando, non copiando, le opere che più lo colpiscono”. C’è stato anche il tempo di proseguire gli studi per diventare maestro d’arte. La mostra si chiuderà il 22 settembre.

AUTORE: Manuela Acito