Concepiti e mai nati

Giornata per la vita: sugli aborti si danno cifre sfalsate

Ventinove anni fa veniva promulgata in Italia la legge 194 che consente l’aborto volontario. Da allora la Chiesa cattolica italiana, nell’espressione autorevole della Conferenza episcopale italiana (Cei), invita la comunità cristiana e civile del nostro Paese a celebrare la ‘Giornata per la vita’ nella prima domenica di febbraio di ogni anno. Scopo di questa celebrazione è promuovere il riconoscimento della dignità ‘inerente’ ad ogni essere umano fin dal suo concepimento, in ogni sua fase di sviluppo e condizione di salute, fino al suo termine naturale. Da qui ne deriva il richiamo forte all’assoluto rispetto per la sua integrità e per la sua vita da parte di ogni suo simile che, pur se adulto ma essendo uguale in dignità, non può arrogarsi alcun diritto di supremazia su di lui, di vita o di morte, specie quando l’essere umano si trovi nella condizione di estrema inermità e debolezza, in tutto dipendente proprio dalle cure dell’altro suo simile. E non c’è nessuno più inerme e debole di un bambino concepito e non ancora nato. In questi 29 anni, sotto l’egida di quella legge dello Stato, quasi 5 milioni di bambini sono stati annientati prima di nascere, e continuano ancora ad esserlo a centinaia di migliaia ogni anno! Nuovi metodi farmacologici di morte sono stati introdotti, come la pillola Ru486 e la ‘pillola del giorno dopo’. Con la prima si tenta ipocritamente di rendere falsamente indolore per la donna la perdita volontaria del proprio figlio. Con la seconda pillola si intende prevenire in extremis l’aborto volontario dopo un rapporto ritenuto ‘a rischio’, ma, misconoscendone l’effetto prevalentemente abortivo precoce, si elude di fatto la stessa legge 194.Così, mentre le statistiche nazionali sulle ‘interruzioni volontarie della gravidanza’ (Ivg; sono così detti gli aborti volontari effettuati secondo la legge 194) sembrano soddisfare i nostri ministri della Salute per l’apparente costante decremento del loro numero assoluto negli anni, si assiste all’aumentato consumo di questi mezzi abortivi, falsamente definiti ‘contraccettivi di emergenza’, producendo un fenomeno sommerso di aborti volontari che, se potesse essere quantificato, andrebbe sicuramente ad indicare il progressivo aumento del numero assoluto delle vite umane soppresse nel grembo materno. Si sta così prefigurando la liberalizzazione dell’aborto ‘fai da te’, in barba alla stessa legge 194. È infatti significativo a questo riguardo considerare che ogni anno vengono vendute circa 300 mila ‘pillole del giorno dopo’, a fronte di circa 130 mila aborti legalizzati in questi ultimi anni. Ma, ancor più tragicamente, il numero dei bambini concepiti ‘in provetta’, e sacrificati per logica intrinseca alla metodica delle tecniche di fecondazione extracorporea, sarebbe forse dello stesso ordine di grandezza di quello delle Ivg, se si potessero contare: ogni ‘bambino in braccio’ nato da fecondazione in vitro comporta mediamente, nelle statistiche internazionali e nazionali più rilevanti, la perdita di circa 13 embrioni fratelli, pur trasferiti in utero; senza poi poter contare tutti gli altri embrioni che vengono abortiti dopo trasferimento in utero nell’80% delle donne che non riescono ad avere un figlio da fecondazione artificiale Fivet, e quegli embrioni che vengono scartati dal biologo prima ancora di essere trasferiti in utero o che muoiono in vitro ‘spontaneamente’, o quelli che illegalmente ‘sovrannumerari’ vengono congelati a -200’C nell’azoto liquido.È la nuova ecatombe di esseri umani appena concepiti permessa da una nuova legge del nostro Stato: la n’40 del 2004, che pure ha resistito ad un importante referendum, tendente a rendere ancora più grave sul piano etico la sua applicazione.

AUTORE: Alberto Virgolino