Cosa chiediamo alla politica

Elezioni. L’agenda politica proposta dalla scuola diocesana di formazione Agorà

In sintonia con le linee pastorali proposte dal Vescovo diocesano e con il percorso formativo di Agorà – scuola di formazione politica dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro -, e anche in vista delle prossime elezioni comunali a Città di Castello, intendiamo proporre alcuni temi per una possibile agenda politica del territorio. Partecipazione e patto eletto-elettoreRichiamiamo quindi prima di tutto il tema centrale del documento già presentato in vista delle elezioni amministrative del 2009 (cfr. il sito www.agoracastello.org e il volume Politica e bene comune, Gesp, Città di Castello 2010): la partecipazione e la ridefinizione di un nuovo patto eletto-elettore. Un impegno per uno stile politico esemplareIl vescovo diocesano mons. Domenico Cancian nel corso di un incontro di formazione spirituale promosso nell’ambito della scuola di politica Agorà, ha invitato i politici a “perseguire la verità con quella mitezza che è indicata nelle Beatitudini”, facendo sì che essa diventi lo stile e l’habitus del politico. “Stiamo attraversando un momento storico di emergenza morale, culturale, sociale e politica, e i cristiani sono chiamati in causa da una doppia responsabilità”. Ci permettiamo di chiedere a tutti un atteggiamento meno rissoso, meno conflittuale, richiamando il senso della misura che mai deve abbandonare l’uomo. Vorremmo che i politici sapessero anteporre la cura del bene comune agli interessi particolari sapendo accogliere quanto c’è di positivo, in vista del bene comune, in quello che l’altro – pur di un partito diverso dal proprio – può offrire. Ci piacerebbe vedere realizzato quel comandamento nuovo che Gesù ci ha lasciato e che in politica potremmo tradurre: “Amare il partito altrui come il proprio”. Emergenza educativaOccorre che la politica ponga attenzione a quella che è diventata una vera emergenza educativa e si impegni nella formazione di uomini nuovi, capaci di contribuire al bene comune. Non basta lottare contro la droga e i mali sociali, occorre elaborare proposte positive per le giovani generazioni. In questo senso chiediamo che, concretamente, i governanti si impegnino a mettere insieme tutte le realtà coinvolte nei diversi momenti di crescita e formazione. Invitiamo gli amministratori locali a realizzare un tavolo di confronto (che coinvolga associazioni delle famiglie, responsabili delle scuole, parrocchie e movimenti cattolici, esponenti di altre tradizioni religiose e le altre più significative agenzie formative presenti nel territorio) in vista di un patto educativo nel quale si ri-definiscano almeno alcuni principi condivisi che diano senso e contenuto al nostro stare insieme in una comunità. Affinché tale progetto possa realizzarsi e perché la questione educativa possa essere messa al primo posto dell’agenda politica, chiediamo che venga istituito un assessorato dedicato al problema, oppure un assessorato che coniughi politiche familiari e questione educativa, oppure ancora un’agenzia pubblico/privato con possibilità di interagire con le scelte amministrative. Impegno per il bene comuneQuest’anno la scuola di politica Agorà ha proposto due laboratori, il primo sulle politiche familiari, il secondo sul tema “Architettura come bene comune”. Politiche familiari- Constatando il progressivo venir meno di aiuti a favore delle famiglie da parte della politica nazionale, si è sottolineata la necessità che gli enti locali – in primis il Comune – reperiscano fondi a sostegno dei nuclei familiari e si facciano promotori di iniziative culturali per l’integrazione delle famiglie. Infine, riflettendo sulla poliedrica struttura che ha ospitato l’incontro sulle politiche familiari, è auspicabile che il Comune – e gli altri enti locali – salvaguardino la famiglia in tutte le fasi della vita, dai servizi per l’infanzia, all’aiuto per la maternità, dall’educazione dei ragazzi all’assistenza degli anziani. – Affinché ciò si realizzi sembra opportuno aprire un confronto con le associazioni e i Forum delle famiglie del territorio per individuare i problemi reali della società e intervenire a tutti i livelli. Architettura e bene comune- Ci sembra che lo sviluppo urbano debba essere ripensato come sviluppo senza ulteriore consumo di territorio, attraverso una riqualificazione del costruito e aumentando vivibilità, prestazioni energetiche e antisismiche. – In tale prospettiva riteniamo vada posta al centro l’attenzione al recupero e alla progettazione, e si auspica la creazione di una apposita Commissione, permanente, che sappia leggere le esigenze del territorio e sappia pensare realmente per il bene comune della città. – Ci sembra necessario che la politica sappia dare prospettive strutturali, e non “spot”, di sviluppo economico del comparto edilizio, senza distruggere l’ambiente in cui viviamo; la riqualificazione sposa perfettamente questi requisiti, infatti non consuma un bene finito, il territorio in cui viviamo, ed ha un campo di applicazione infinito. – In questo senso riteniamo si debba rivitalizzare la Commissione edilizia, inserendo tecnici ed esperti di storia dell’architettura e storia dell’arte: una seria progettazione può nascere soltanto da una attenta considerazione del territorio, nel rispetto della sua storia, cultura e vocazione.

AUTORE: Agorà - scuola diocesana di formazione politica