“Cristo Guida la sua Chiesa”

Oltre 150 mila fedeli in piazza San Pietro mercoledì per salutare il Papa in occasione dell’ultima udienza generale del suo pontificato. Una testimonianza di grande affetto e gratitudine di tutta la Chiesa per Benedetto XVI. Nelle parole di congedo del Papa una catechesi sulla vera natura della Chiesa e una testimonianza della “gioia di essere cristiani”, passaggi sottolineati dagli applausi della piazza
Benedetto XVI attraversa piazza San Pietro tra la folla presente all’Ultima udienza del Pontificato
Benedetto XVI attraversa piazza San Pietro tra la folla presente all’Ultima udienza del Pontificato

“Un Papa non rimane mai da solo. Grazie a tutti voi”

“Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa ultima udienza generale del mio pontificato. Grazie di cuore, sono veramente commosso, e vedo la Chiesa viva. (…) In questo momento il mio animo si allarga per abbracciare tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le ‘notizie’ che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola realmente nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo”. Il Papa ha quindi sottolineato “di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore (…). In questo momento c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e vive nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia”.

Il giorno dell’elezione

“In quel momento – ha aggiunto, riferendosi al momento della sua elezione al Soglio pontificio – le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state: ‘Signore, perché mi chiedi questo, e che cosa mi chiedi? È un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma, se Tu me lo chiedi, sulla Tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai anche con tutte le mie debolezze’. Otto anni dopo, posso dire che il Signore mi ha veramente guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la Sua presenza. È stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come san Pietro con gli apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate e il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore, e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è Sua, e il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare”

La gioia di essere cristiano

“Siamo nell’Anno della fede – ha aggiunto – che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterLo sempre più in secondo piano. (…) Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. In una bella preghiera da recitarsi quotidianamente al mattino, si dice: ‘Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio d’avermi creato, fatto cristiano…’. Sì, siamo contenti per il dono della fede: è il bene più prezioso, che nessuno ci può togliere! Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo”. Quindi il Papa ha detto che non è solamente Dio che vuole ringraziare in questo momento: “Un Papa non è solo, nella guida della barca di Pietro, anche se è sua la prima responsabilità. Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino: il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine”. Si è rivolto quindi ai “fratelli Cardinali”, ai suoi collaboratori, ad iniziare dal Segretario di Stato, l’intera Curia romana e “tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede” che “nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile”. Un “pensiero speciale” lo ha rivolto “alla Chiesa di Roma, la mia diocesi!” ed ai “fratelli nell’episcopato e nel presbiterato, le persone consacrate e l’intero popolo di Dio”. “Nelle visite pastorali, negli incontri, nelle udienze, nei viaggi, – ha aggiunto – ho sempre percepito grande attenzione e profondo affetto. Ma anch’io ho voluto bene a tutti e a ciascuno, senza distinzioni, con quella carità pastorale che è il cuore di ogni Pastore, soprattutto del Vescovo di Roma, del successore dell’apostolo Pietro. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella mia preghiera, con il cuore di padre”. Un cuore, ha detto Benedetto XVI, che “si allarga al mondo intero” reso presente dal Corpo diplomatico presso la Santa Sede e da “tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione e che ringrazio per il loro importante servizio”.

Lettere dai grandi del mondo e dalle persone semplici

Benedetto XVI ha poi ringraziato “di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo che nelle ultime settimane” gli hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera: “Sì, il Papa non è mai solo, ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti, e tantissime persone si sentono molto vicine a lui. È vero che ricevo lettere dai Grandi del mondo, dai Capi di Stato, dai capi religiosi, dai rappresentanti del mondo della cultura, eccetera. Ma ricevo anche moltissime lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall’essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive, ad esempio, a un Principe o a un Grande che non si conosce. Mi scrivono come fratelli e sorelle o come figli e figlie, con il senso di un legame familiare molto affettuoso. Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa: non un’organizzazione, non un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un Corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi poter toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino, ma vediamo come la Chiesa è viva oggi”.

Gli ultimi mesi

“In questi ultimi mesi ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la Sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità, e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”. Poi ha continuato: “Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre: chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. Ho potuto sperimentare, e lo sperimento precisamente ora, che uno riceve la vita proprio quando la dona. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della vostra comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appartengono a lui. Il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’: non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze, eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio”.

“Vi ringrazio tutti”

“Ringrazio tutti e ciascuno – ha proseguito – anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno, e che voglio vivere sempre. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito. Invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria Madre di Dio e della Chiesa perché accompagni ciascuno di noi e l’intera comunità ecclesiale; a lei ci affidiamo, con profonda fiducia”. Il Papa ha così concluso: “Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!”.

Leggi il testo integrale del discorso o ascoltalo dalla voce del Papa cliccando qui per il testo e qui per il live

 

TUTTI GLI ARTICOLI DI QUESTA SETTIMANA