Cultura militante

Rientrano tutti. Quando il polverone della polemica si abbassa, le cose riprendono il loro vero volto; le eresie ridiventano quello che sono, verità parziali; i nemici ridiventano quello che sono, proprietari esclusivi di alcuni ingredienti necessari per rendere più saporita la torta che siamo chiamati a realizzare a più mani, tutti insieme ma che, invece di venire offerti al cuoco, sono stati sbattuti in faccia al padrone di casa. La spinta innovativa del marxismo ai suoi inizi indusse la Chiesa ad elevarle contro una muraglia di cemento armato prima ancora che il cemento armato fosse stato inventato. E a ragione. Come si fa a dire che “Il mondo è stato abbastanza pensato, è giunta l’ora di modificarlo”. Nessun uomo ragionevole, tanto meno se ha avuto in dono la visione trascendente del mondo, può accettare quell’ “abbastanza”. In realtà Marx si ribellava contro il suo maestro Hegel, che continuava a disegnare arabeschi ideali perfetti mentre il mondo rischiava di scoppiare; più che nella testa, quella frase gli è nata nel fegato. Eppure l’impostazione mentale del barbuto filosofo di Treviri imprigionata in quella frase infelice ha dato origine a quella “cultura militante” che, coi suoi pregi e i suoi difetti, ha dominato la scena europea per più di un secolo; e inutilmente gli ometti avidi di oggi cercano di cancellarla: ” I filosofi facciano i filosofi, – dicono al vento – i preti facciano i preti!: a cambiare il mondo ci pensa il mercato!” Bubbole. Ma la dottrina cristiana ne è stata provvidenzialmente contagiata, e non si torna indietro. Nella catechesi mistagogica del battesimo oggi si fa sempre più spazio l’accentuazione della seconda parte del rito, l’unzione col Crisma e l’assegnazione dei compiti fondamentali. “Sii sacerdote, re e profeta”. Sì, tu, proprio tu, batuffolo di carne rosacea guarnito di moccolo al naso, tu sei impegnato a cogliere la sacralità della vita e a pronunciare su di essa la Parola che giudica e salva, per lasciare il mondo un po’ meglio di come l’hai trovato. In tempi recenti la militanza cristiana è regredita, a favore di sospiri lacrime e sublimi fremiti dello spirito. Ma non è una bella cosa. Non è per nulla una bella cosa.