Da “cuore a cuore” per uno scambio pastorale

In Malawi dopo l’ospedale si pensa come continuare ad aiutare il paese. E come coinvolgere di più preti e giovani

L’inaugurazione dell’ospedale di Pirimiti in Malawi segna un punto di svolta nel gemellaggio tra le diocesi di Zomba e di Perugia. Nel viaggio in terra d’Africa fatto per partecipare alla solenne inaugurazione il 28 aprile scorso, l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti e il presidente dell’associazione “Amici del Malawi” mons. Saulo Scarabattoli, hanno cominciato ad immaginare un nuovo corso fatto più di presenza di persone e di piccole realizzazioni che di grandi progetti. “Credo sia giunto il tempo di allargare gli orizzonti della missione perché se continuiamo solo a costruire diventa difficile per noi e per loro la gestione delle opere realizzate”. Mons. Bassetti nei suoi viaggi in Africa prima di diventare vescovo di Perugia ha conosciuto la debolezza se non l’inesistenza delle infrastrutture (dalle strade ai pozzi per l’acqua potabile) che rischia di far diventare cattedrali nel deserto le grandi realizzazioni. Non è il caso dell’ospedale di Pirimiti, che è diventato “ospedale rurale” entrando a far parte del sistema sanitario del Malawi, tanto che alla sua inaugurazione era presente il presidente della Repubblica del Malawi, Bingu Wa Mutharika. Ora l’obiettivo è di sostenere la diocesi di Zomba perché sia sempre più autonoma nella gestione delle opere realizzate e nello stesso tempo allargare lo sguardo per evitare che anche nella stessa diocesi vi siano parrocchie molto aiutate ed altre non considerate. Nel discorso all’inaugurazione dell’ospedale mons. Bassetti, rivolgendosi al Presidente del Malawi e al vescovo di Zomba mons. Thomas Msusa, ricordando la storia di questo rapporto di gemellaggio e di cooperazione lo aveva definito un incontro di “due cuori”, l’Umbria, “cuore verde d’Italia”, e il Malawi “il cuore caldo d’Africa”. “Ora tutto è nelle vostre mani, – aveva detto a mons. Msusa – ma noi continueremo ad esservi accanto con disponibilità e discrezione e così, questo ‘albero’, nato dall’amore, potrà continuare a crescere a beneficio di tutti”. “Da un cuore ad un altro cuore – concludeva mons. Bassetti -, ma come credenti vorremmo ricordare che la sorgente di tutto è ancora un altro cuore, quello infinito di un Dio che è Amore”. “Da cuore a cuore” don Saulo Scarabattoli parla di scambio tra le due diocesi. “Scambio” e non più solo un dare da un Paese ricco ad uno povero. Ha già parlato con il vescovo mons. Msusa ed i suoi collaboratori e, senza scendere nel dettaglio per ora, l’idea è che ci siano “preti o anche laici che possano passare un tempo in Malawi e, viceversa, preti e laici del Malawi che possano venire a Perugia, per fare esperienza in una realtà e in una cultura diversa, per essere stimolati e stimolanti”. “Casa Perugia” sarà la base per i perugini che andranno a Zomba, siano essi gruppi di giovani per un’esperienza estiva per campi lavoro o animazione giovanile, siano invece degli adulti, medici ma anche tecnici in grado di far funzionare e riparare i macchinari della falegnameria e insegnarlo agli operatori del Malawi. Lo schema a cui pensa don Saulo “è quello dell’operazione Mato Grosso, ovvero ‘cose poche, persone moltissime’”, che significa “puntare molto sul volontariato e sui giovani”. In Malawi è andato anche don Riccardo Pascolini, responsabile della Pastorale giovanile diocesana, per una prima valutazione sulla possibilità di “inserire nell’itinerario di fede dei giovani anche un tempo, un’esperienza in Malawi”, un progetto che si potrà realizzare non prima del prossimo anno. Lo “scambio” pastorale a cui pensa don Saulo vorrebbe anche coinvolgere maggiormente le parrocchie. “Le parrocchie della diocesi di Zomba sono 15 ed i preti circa 40. Cinque di queste parrocchie – continua don Saulo – sono già collegate a parrocchie di Perugia attraverso gli asili. Una decina non hanno partner. Allora la proposta è: ci sono parrocchie disposte, interessate a un gemellaggio per far fare esperienza ai parrocchiani?Don Saulo, fa un esempio di scambio pastorale che si lega all’aiuto materiale. Con dei preti del Malawi ha parlato “di esperienze di evangelizzazione, di catecumeni, se ci sono, come vengono preparati”. Nella diocesi di Zomba, aggiunge, “poco meno della metà degli abitanti sono cristiani, tra cattolici ed evangelici delle Chiese tradizionali, ma poi c’è una miriade di gruppuscoli che si definiscono cristiani, poi ci sono gli animisti ed un 15 % di musulmani. Questa grande confusione di gruppi e Chiese rende molto difficile l’orientamento delle persone che vorrebbero conoscere Gesù Cristo”. Il fatto che le parrocchie cattoliche possano essere conosciute attraverso i servizi che offrono, commenta don Saulo, è importante per far conoscere la Chiesa cristiana cattolica”.

AUTORE: Maria Rita Valli