Un bravo organista da solo vale un’orchestra

Musica. Grande successo del Festival organistico laurenziano a Perugia
Festival laurenziano: Wolfang Kleber (Darmstadt, Germania)

Quando è stato presentato il programma del Festival internazionale laurenziano d’organo, il presidente del Capitolo della cattedrale, mons. Fausto Sciurpa, e il direttore artistico del festival nonché organista ufficiale della cattedrale di S. Lorenzo, Adriano Falcioni, hanno illustrato come è nata, nel 2009, questa iniziativa. L’intento è di fare un degno ricordo dei precedenti organisti e musicisti della cattedrale, in particolare mons. Dino Contini che per più di mezzo secolo è stato l’indiscusso e apprezzatissimo organista del duomo, e prima di lui mons. Pietro Squartini, direttore del coro.

Altro motivo che ha dato origine al Festival è stato quello di valorizzare al massimo le potenzialità sonore dello strumento musicale, di fattura simile a quelli dei duomi di Messina e di Milano, unici nel loro genere in Italia. Lo splendido organo, con le sue più di 5.000 canne, costruito dalla ditta Tamburini su progetto del maestro Fernando Germani, uno dei massimi organisti di quel periodo, è stato inaugurato nel 1967.

Una ragione più generale, indicata espressamente da mons. Sciurpa, è stata quella di inserire la Cattedrale nel filone delle manifestazioni musicali che si svolgono in città. “Ambiziosamente – prosegue – è stato chiamato ‘Festival internazionale laurenziano d’organo’. Nato in sordina, senza grande pubblicità, ha subito riscosso successo e richiamato molto pubblico”.

Raccontare e descrivere i concerti eseguiti sarebbe interessante, e qualche storico della città e della cattedrale potrà farlo. Possiamo qui solo ricordare che la frequenza ai concerti è stata sempre alta ed ha suscitato commenti favorevoli sia da esperti che dal pubblico. Si sono succeduti i più noti maestri d’organo italiani ed europei: i tedeschi Rudolf Kelber, più volte responsabile del Festival organistico di Amburgo, Wolfgang Kleber, direttore di coro presso la Pauluskirche di Darmstadt dal 1985, e Stefan Kagl, maestro di cappella del duomo di Herford, che ha sostituito all’ultimo momento l’inglese Nicolas Kynaston, della cattedrale di Westminster, impossibilitato a partecipare per motivi di salute.

Gli italiani: oltre ad Adriano Falcioni, che ha concluso brillantemente il Festival, vi erano Eugenio Maria Fagiani, Emanuele Carlo Vianelli e Matteo Venturini. Fagiani è organista aggiunto del santuario francescano de La Verna. Vianelli è organista titolare del duomo di Milano dal 2005. Venturini, nato a Firenze nel 1981, è l’organista più giovane, scelto dall’organizzazione come “giovane emergente”, in modo da valorizzare i nuovi talenti del panorama musicale italiano.

Nella cattedrale di San Lorenzo, nelle sette serate del Festiva laurenziano, hanno risuonato importanti composizioni di autori che rispondono ai nomi di Orlandini, Scarlatti, Caldara, Pergolesi, Mozart, Rossini, Verdi, Bach, Haendel, Mozart, Beethoven, Messiaen, Scheidemann, Mendelssohn Bartholdy, Wagner, Brahms e Liszt, Kozemirenko, Porfirjewitsch Borodin e Mussorgski.

Trattandosi di trascrizioni di musiche scritte per orchestra – o nel caso Mussorgski, Quadri di un’esposizione, per pianoforte – sono stati maggiormente graditi quei brani che risultavano già conosciuti nella stesura originale. Naturalmente l’operazione “trascrizione” ha musicalmente i suoi vantaggi, per cui in alcuni casi un pezzo viene valorizzato e risulta ancora più efficace in versione organistica. Altri potrebbero essere, anziché un trascrizione, un tradimento, per la diversa struttura dello strumento e soprattutto per le diverse sonorità dell’esecuzione. In ogni caso gli esecutori hanno esibito una grande padronanza dello strumento e un virtuosismo davvero sorprendente. Queste capacità in un organista appaiono evidenti anche per la molteplicità di operazioni che deve compiere per dominare uno strumento così complesso. Nel suonare l’organo il musicista assume il ruolo di protagonista assoluto, equivalente a una grande orchestra di cui è sia direttore che esecutore.

Molti di loro, trovandosi in una chiesa ed essendo organisti anche liturgici, hanno fatto il gesto di dedicare gli applausi ricevuti all’organo stesso e alla Chiesa.

AUTORE: E. B.