Dal Sinodo, l’esigenza di una pastorale familiare più intensa

Veduta dell’aula durante i lavori del Sinodo
Veduta dell’aula durante i lavori del Sinodo

Una maggiore preparazione al matrimonio, da vedere non come punto di arrivo, ma come cammino verso una meta più alta per un’autentica crescita personale e di coppia: è una delle priorità emerse dal Sinodo dei vescovi dedicato alla famiglia. Gli interventi – come indicato mercoledì dal direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi – hanno affrontato vari temi. È stata ribadita, in particolare, l’esigenza di rinnovare il linguaggio dell’annuncio del Vangelo. “Un altro grande nucleo, attorno al quale sono ruotati diversi interventi, è anche quello del rispetto della gradualità, cioè il fatto che c’è un cammino attraverso cui i credenti cristiani si avvicinano a quello che è l’ideale della famiglia cristiana e del matrimonio cristiano nella presentazione del magistero della Chiesa”.

Durante il dibattito – ha riferito ancora padre Lombardi – è stato ribadito che i coniugi vadano accompagnati costantemente nel loro percorso di vita, attraverso una pastorale familiare intensa. Non si deve solo guardare ai rimedi per il fallimento dell’unione coniugale, ma anche alle condizioni che la rendano valida e fruttuosa. Fondamentale “l’importanza di verificare che ci siano le necessarie disposizioni per il matrimonio; essere anche abbastanza esigenti nell’accettare le coppie che si presentano per il matrimonio religioso, per il matrimonio in chiesa, e non avere troppa paura di essere esigenti perché, se ci si sposa troppo facilmente, senza le necessarie premesse, poi è anche comprensibile che ci siano tanti casi di famiglie che si sfasciano”.

Nel frattempo, le associazioni dei separati cristiani “hanno fatto pervenire alla Presidenza del Sinodo un appunto riservato, che va ben oltre quanto richiesto nel questionario del ‘Documento preparatorio’, e soprattutto ben oltre i già troppo restrittivi problemi della ‘comunione ai separati e/o divorziati che hanno iniziato una nuova unione’ e dell’‘impoverimento’ dei padri”. Lo ha rivelato Ernesto Emanuele, presidente dell’Associazione famiglie separate cristiane: un documento di circa 40 pagine, in cui “abbiamo portato al Sinodo le esperienze e la ‘vita’ raccolte nelle nostre associazioni di separati, di questi oltre 25 anni di separati tra i separati. Abbiamo chiesto una ‘accoglienza vera’ dei separati da parte della Chiesa e della comunità cristiana; accoglienza fatta dai separati stessi, direttamente, come soggetti e non più solo oggetti della pastorale”.

Il pensiero dei Padri sinodali è andato anche alle famiglie che vivono in Paesi del mondo dilaniati da tensioni e conflitti. A questo proposito – come annunciato da padre Lombardi – “per desiderio del Santo Padre, il 20 ottobre, in cui era già previsto un Concistoro, tutti i Cardinali e Patriarchi che potranno essere presenti parleranno della situazione in Medio Oriente”.