Dall’Umbria la ‘battaglia’ nazionale contro l’eolico

Iniziativa dei Verdi ecologisti. Ma Monelli rilancia i progetti sostenibili

E’ partita dall’Umbria quella che è destinata a diventare una vera e propria ‘crociata’ contro gli impianti per la produzione di energia eolica. Negli ultimi tempi si è fatto sempre più acceso il dibattito su questa fonte di energia rinnovabile che molti indicano come soluzione per sostituire, almeno in parte, la combustione di idrocarburi. Nella nostra regione, però, l’ipotesi della realizzazione di un grande parco eolico sui Monti Martani ha scatenato già da qualche mese le proteste dei residenti nella zona, sostenuti da un gruppo locale del comitato “Liberi Orizzonti”. Di recente sull’argomento sono tornati anche i Verdi ecologisti, che hanno organizzato un incontro con la stampa nei palazzi perugini della Regione. Proprio in quella sede, il consigliere Carlo Ripa di Meana ha annunciato l’inizio di una battaglia contro l’eolico che sarà portata in ogni regione italiana, o quantomeno in quelle più adatte dal punto di vista dello sfruttamento dell’energia ricavata dal vento. “Sulla fronte nobile del nostro Paese – ha commentato l’esponente ambientalista – stanno calando una corona di spine fatta dalle travi e dalle pale d’acciaio delle istallazioni eoliche”. Ripa di Meana e gli altri rappresentanti del Comitato nazionale del paesaggio hanno presentato un dossier approfondito sull’argomento, accompagnato da mappe e grafici per illustrare il quadro della situazione regionale. Al 31 dicembre scorso erano state formalizzate 31 richieste di connessione alla rete elettrica nazionale per impianti eolici con oltre dieci megawatt di potenza. Ma, secondo i dati forniti da Angelo Velatta dei Verdi ecologisti, in Umbria sarebbero stati individuati 42 siti adatti per gli impianti eolici, per un totale di quasi 700 turbine. Le “fattorie del vento” di nuova generazione hanno un’altezza compresa fra i 100 e 140 metri per un peso complessivo di 200 tonnellate. “Per di più – ha aggiunto Velatta mostrando alcune mappe – i siti individuati coincidono con le aree regionali soggette a vincoli ambientali, parchi regionali e nazionali come quelli dei Sibillini, del Cucco e del Subasio, zone a elevata biodiversità faunistica e floristica”. I territori di Cascia, Norcia, Spoleto, Nocera Umbra e Gualdo Tadino sarebbero quelli più appetibili per gestori degli impianti che – secondo gli ambientalisti – producono un impatto di vario genere sui crinali montuosi e forniscono un’energia molto discontinua e non facilmente utilizzabile, a causa delle imponenti infrastrutture necessarie al trasferimento dell’energia stessa. Ripa di Meana, Velatta e gli altri esponenti dei comitati contro l’eolico non considerano adatti per l’Umbria neanche impianti di più piccola dimensione, come ad esempio quello di Fossato di Vico, perché – sostengono – i produttori non avrebbero convenienza ad attivare le istallazioni. Quindi la linea per la nostra regione è quella dell'”opzione zero” e le proposte alternative indicate per l’energia rinnovabile vanno per lo più nella direzione del fotovoltaico e del solare a bassa temperatura. “Sul tema dell’eolico in Italia – sostiene Ripa di Meana – occorre una mobilitazione per prendere tempo e valutare bene le singole situazioni: ribadiamo la nostra opposizione all’eolico ‘selvaggio’ che combatteremo con tutte le nostre forze”. I Verdi ecologisti e il Comitato nazionale del paesaggio mettono in guardia le amministrazioni locali e i singoli cittadini anche sui tanti interessi che si nasconderebbero dietro ai progetti di parchi eolici. “C’è un vero e proprio ‘borsino’ – spiega Velatta – dei certificati verdi che vengono ceduti dai gestori degli impianti a quelle aziende produttrici di energia che vogliono ottenere il ‘patentino’ nazionale e che necessitano per legge di una quota di energia ricavata dall’eolico”. Per non parlare della questione dello smantellamento delle torri di acciaio. “Nei contratti e negli accordi che vengono firmati tra gestori ed enti – spiega ancora Velatta – non sono previsti né ipotizzati costi e procedure di rimozione degli impianti e di ripristino dei crinali”. “Non concordo né con l’opzione zero né con l’immissione indiscriminata delle torri eoliche, in quanto ritengo le due posizioni insostenibili e dannose per l’Umbria e per gli umbri”. Così il vicepresidente della Giunta regionale umbra e assessore all’Ambiente, Danilo Monelli, è intervenuto sulla questione delle “fattorie del vento”, dopo le proteste sollevate dal comitato “Liberi Orizzonti” e da Ripa di Meana. Secondo Monelli le fonti energetiche rinnovabili “sono per l’Umbria una filiera strategica” e quindi va coniugata “la salvaguardia di tutti gli aspetti paesaggistici e ambientali con l’utilizzo del vento”. L’amministratore conferma come l’ente regionale stia lavorando all’individuazione di potenziali siti, idonei sia dal punto di vista ambientale sia da quello energetico. Un percorso, aggiunge Danilo Monelli, che “non ci ha comunque impedito, ad oggi, di tutelare efficacemente la nostra regione, impedendo che diventasse e diventi un territorio di scorribande per facili speculazioni”.

AUTORE: Daniele Morini