Dibattito sul futuro dell’Onaosi a Perugia

Si andrà presto al voto per il rinnovo dei vertici. Polemiche tra il presidente uscente e il gruppo di minoranza. Le due “campane”

via-della-cupa,-vista-Onaosi-cmykLa Fondazione Onaosi va al voto. Entro il 17 maggio, gli oltre 160 mila sanitari contribuenti – medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti – saranno chiamati a esprimere la loro preferenza tramite corrispondenza per il rinnovo degli organi di governance per il quinquennio 2016-2021.
A contendersi questa tornata elettorale due liste: quella del presidente uscente Serafino Zucchelli e della sua maggioranza, che cerca la riconferma, e quella dell’attuale minoranza, l’associazione Caduceo guidata da Marina Onorato.
La campagna elettorale si sta svolgendo senza esclusione di colpi. Molte le accuse sollevate dall’associazione Caduceo nei confronti di Zucchelli, come quella di voler spostare la sede Onaosi da Perugia a Roma e di volerla fondere con l’Enpam. Da parte sua, Zucchelli si è difeso pubblicamente giovedì 21 in occasione della conferenza stampa di presentazione del bilancio di fine consiliatura e del bilancio sociale 2014-2016. “È doveroso rendere conto alla città di ciò che abbiamo realizzato in questi anni. Saranno i fatti a parlare”, ha precisato il presidente uscente.

Presidente, è vero che volete andarvene da Perugia?
“Assolutamente no. Le nostre radici sono a Perugia: l’unico centro, fra l’altro, che può garantire professionalità e assistenze tali da ospitare minori. Siamo legati a questo territorio da motivi storici, ideali e pratici. A Roma, inoltre, perderemmo ogni valore, in quanto saremmo solo una delle decine di fondazioni presenti. L’idea del trasferimento venne espressa a suo tempo da un membro della maggioranza, ma si trattava di una sua personale proposta, che non fu mai né condivisa, né votata dalla maggioranza”.
E in merito alla fusione tra Onaosi ed Enpam?
“Non è vero. Ritengo, però, che i problemi che i tempi odierni ci pongono davanti siano tali e tanti che affrontarli da soli sia impossibile. Questo non significa perdere la nostra autonomia o fonderci, ma studiare forme di collaborazione per lavorare insieme a tutto il mondo sanitario per il bene comune. Mi preoccupano di più, invece, gli interessi ‘provinciali’ e angusti dei nostri avversari, che vogliono restare ancorati a un passato che non esiste più”.
Ci sono state polemiche anche sul progetto di ristrutturazione del Collegio unico di Elce. L’associazione Caduceo lo ritiene immotivato.
“Perizie sismiche ci hanno detto che le strutture non sono a norma con le leggi attuali. Ovviamente, la legge non impone che il vecchio sia demolito per adattarlo al nuovo, ma il nostro senso di responsabilità e di prudenza ci impone di avviare la ristrutturazione, anche per rendere la struttura più appetibile, in un momento in cui l’attrattività dell’Università di Perugia è in calo. Abbiamo bandito a questo proposito un concorso di idee, dove abbiamo lasciato ai progettisti libertà di scelta se optare per una ristrutturazione o una nuova edificazione. A giugno la nuova gestione deciderà in merito. Saranno investite le somme necessarie. Non un euro di più”.
Si parla anche di un protocollo con il Comune di Perugia in cui avreste ceduto gratuitamente alcuni immobili di pregio…
“Non abbiamo intenzione di regalare nessun edificio; in quanto nel protocollo, vi si parla di ‘alienare’, cioè di vendere. Inoltre il protocollo non riporta impegni da parte dell’ente, ma soltanto possibili sviluppi della sua presenza a Perugia. Tra i nostri progetti c’è quello di ristrutturare gli edifici di via della Cupa, nel cuore della città, e di riportarvi la nostra sede centrale, al fine di vendere in un futuro l’attuale sede, che considero troppo bella e lussuosa, e realizzare utili da investire”.
Investire come?
“Ad esempio, nella grande sfida che si apre per la nostra categoria, sempre più povera e precaria, cioè quella di realizzare servizi per gli assistiti anziani non autosufficienti. Il tutto senza dover aumentare la quota attuale di iscrizione: 12,50 euro al mese, di cui la metà detraibili. Noi guardiamo alle sfide dell’oggi, non dello ieri”.

Le ragioni del dissenso di “Caduceo” 

Del confronto per il rinnovo degli organi di governo dell’Onaosi, dall’altra parte della barricata, c’è l’associazione Caduceo guidata da Marina Onorato. L’associazione, fondata cinquant’anni fa, raggruppa ex allievi Onaosi che negli anni hanno usufruito a vario titolo della sua assistenza. Finora la Caduceo è stata all’opposizione del Comitato di indirizzo, ma ora vuole passare al comando “per evitare il decadimento dell’ente”, come spiega Onorato.
Come mai questa scelta?
“In questi anni all’opposizione abbiamo limitato i danni, ma ora non basta più. Serve un’inversione di rotta. Occorre riportare al centro dell’attenzione l’assistito, non solo il patrimonio dell’ente. La mission dell’Onaosi è la gestione umana, più di quella patrimoniale. Siamo tutti ex assistiti, quindi conosciamo bene il valore di questa istituzione unica al mondo: se oggi siamo dei professionisti, il merito va in gran parte all’Onaosi. Per questo non possiamo permettere che si continui così”.
Avete accusato il presidente Zucchelli di voler spostare la sede a Roma. Ma lui nega categoricamente.
“Tutto quello che diciamo è comprovato da documenti ufficiali e visionabili. Nel corso della riunione del Comitato di indirizzo del 28 giugno 2015, un membro della maggioranza ha fatto questa proposta di trasferimento, che è stata accolta dal presidente e stava per essere votata. Fortunatamente, non essendo tale proposta all’ordine del giorno, su nostra richiesta il notaio è intervenuto e ha impedito la votazione”.
Che senso avrebbe questo trasferimento?
“Va letto all’interno dell’altra idea dell’amministrazione Zucchelli, cioè di fondere l’Onaosi con l’Enpam, che ha sede a Roma”.
Zucchelli nega anche questo.
“Può anche negare, ma è storia che lo scorso settembre è stato modificato l’articolo 1 del nostro Statuto così da aprire all’Onaosi – a differenza del passato – la possibilità di associarsi ad altre casse di previdenza, come l’Enpam per l’appunto. In questo modo, l’Onaosi perderebbe la sua autonomia, il suo patrimonio, la sua vocazione, e andrebbe a scomparire”.
Anche rispetto al protocollo con il Comune, Zuchelli assicura di non voler regalare terreni, ma di volerli alienare, cioè vendere.
“Nel protocollo infatti si usa solo il verbo ‘alienare’, che non significa però necessariamente vendere. Anche se così fosse, in tempi di crisi il Comune avrebbe i soldi per acquistare? E perché opzionare solo il Comune e non offrirli al miglior offerente? E a quale cifra?”
Altro problema: la costruzione del nuovo collegio di Elce. Perché la giudicate immotivata?
“L’attuale collegio è in buone condizioni, non ha problemi sismici importanti (lo ha stabilito una perizia della facoltà di Ingegneria di Perugia), necessita solamente di un ‘restyling’ con costi di gran lunga inferiori ai 20 milioni di euro preventivati per costruirne uno ex novo. Perché, quindi, spendere tutti questi soldi?”.
Posizioni totalmente opposte. Ai posteri l’ardua sentenza.

AUTORE: Laura Lana