Difficoltà oggettive

La complessa vicenda dell'unità pastorale San Pietro - San Giovanni

La parrocchia di San Pietro, una delle più importanti e di più lunga tradizione del centro storico, si appresta ad accogliere il nuovo parroco. A raccogliere l’eredità di don Gaetano D’Avella è stato temporaneamente chiamato p. Domenico Cibei, un missionario eugubino rientrato da qualche tempo in diocesi; una soluzione ritenuta transitoria, in attesa di soluzioni definitiva. L’avvicendamento si è reso necessario dopo che don Gaetano aveva annunciato dall’altare a parrocchiani e fedeli che non sarebbe più la loro guida dopo un anno di attività intensa e generosa, anche con buoni risultati. La vicenda è stata ricostruita dal vescovo mons. Mario Ceccobelli sul numero di Camminiamo, il periodico informativo della Curia. ‘Il 23 settembre dello scorso anno – scrive il presule – avevo confermato l’unità pastorale tra le parrocchie di San Pietro e San Giovanni, già iniziata nel 1993 da mons. Bottaccioli, indicando nuove modalità operative desunte dagli ultimi documenti della Conferenza episcopale italiana. Avevo affidato questo progetto pastorale, che aveva carattere sperimentale, a don Mauro Salciarini come parroco di San Giovanni e moderatore dell’unità pastrorale, a don Gaetano D’Avella come parroco di San Pietro e responsabile del progetto, e a don Michele Ciccarelli come vicario parrocchiale di entrambe le parrocchie. Dopo appena un anno, don Gaetano e don Michele mi hanno consegnato le dimissioni’. ‘Le difficoltà incontrate per dare inizio al progetto – continua – si sono rivelate superiori alle forze messe in campo. Sono certo tuttavia che i tre presbiteri si sono impegnati con serietà. Don Gaetano e don Michele hanno profuso energie che scaturivano da esperienze pastorali che avevano avuto successo in altre parrocchie. Sono convinto che la rinuncia al progetto non dipenda da carenze dei presbiteri, ma da difficoltà oggettive che hanno consigliato di fare un passo indietro. Voglio qui pubblicamente ringraziare don Gaetano e don Michele per la disponibilità a tentare l’esperimento e per quanto hanno seminato in questo anno tra non poche sofferenze. Sono convinto che il seme caduto, prima o poi, porterà frutto. Voglio anche sperare che i carismi di don Gaetano e don Michele, che non sono pochi, possano essere spesi ancora per la crescita della nostra Chiesa eugubina. L’unità pastorale e il progetto andranno avanti, e spero che in un futuro non troppo lontano si allarghino all’intera città’.

AUTORE: G. B.