Diventa realtà il registro delle “coppie di fatto”: è polemica

Per un voto passa la proposta di Tognolini (Rifondazione comunista)

Il Consiglio comunale ha approvato, con lo scarto di appena un voto, la “proposta di riconoscimento delle coppie di fatto e di istituzione del registro delle convivenze”, avanzata da Gabriele Tognoloni (Rc). E’ la conclusione di un dibattito intenso che ha stimolato un confronto serrato, con “distinguo” e divisioni profonde all’interno della coalizione di governo, condizionato anche da sentimenti e convinzioni etico-religiose. L’aula consiliare non ha fatto altro che riproporre le posizioni emerse nel momento in cui una simile prospettiva ha coinvolto l’attenzione dei media. A livello di pubblica opinione non c’è stato invece quel coinvolgimento che ci si poteva aspettare. Lo ha sottolineato sorpreso lo stesso presidente Guido De Prisco non nascondendo un briciolo di delusione. Un problema che evidentemente la gente non avverte in un territorio dove il valore della famiglia ha un radicamento ancora e per fortuna robusto. L’iniziativa, come ha ribadito nel suo intervento Tognoloni, è stata proposta per “superare norme discriminatorie, riconosciute tali dallo stesso Parlamento europeo oltre che dalla Corte costituzionale”. Non sono mancate frecciate ai “campioni del tradizionalismo locale”, Chiesa eugubina compresa. Non è stata condivisa la decisione del Vescovo di riepilogare in un “messaggio”, fatto leggere in tutte le parrocchie della diocesi, le direttive della Chiesa sul tema della famiglia. Un passo che merita una doverosa sottolineatura critica perché mentre si rivendica un comportamento che secondo la propria ottica rientra nei diritti della persona, si nega lo stesso diritto – dovere a chi ha la responsabilità di richiamare il pensiero e l’insegnamento della Chiesa fondato sul Vangelo e sui documenti elaborati dalla gerarchia ecclesiastica. La proposta Tognoloni è stata sostenuta unitariamente dal sindaco Goracci, dal vice Palmira Barchetta, dal presidente De Prisco (che ha fatto un appello all’unità della sinistra) e dal gruppo di Rifondazione comunista. All’interno della maggioranza i “distinguo” non sono mancati. Tra i “Verdi per Gubbio” il “si” è arrivato solo da Lucio Panfili (“è un dovere prendere atto della mutazione della società civile”), mentre Ubaldo Scavizzi, in presenza di “problemi che vanno riportati nella coscienza di ciascuno” preannunciava inizialmente voto contrario al pari di Renato Baldelli ed Antonella Stocchi (lista civica “Insieme per Gubbio”). Sul fronte opposto il “no” convinto arrivava da FI con Aloia, che giudicava riconoscimento e registro “inefficace, inopportuno, inefficiente” anticipando una raccolta di firme tra i cittadini per conoscerne e proporne semmai la revoca. Critico anche il gruppo di An con Chiocci (durissimo e polemico il suo intervento) e Pascolini. Entrambi hanno richiamato anche il documento analogo, ma di tono opposto, che il Consiglio aveva accolto a larga maggioranza nel 1998. Tra l’altro dal “Polo” è arrivato un rilievo di tipo politico: nel ballottaggio dello scorso maggio il sostegno di una parte del centro destra era stato sollecitato ed ottenuto sulla base di un programma che non prevedeva simili iniziative. “No” anche dai Ds “non convinti – ha detto Stirati – dell’impostazione politico culturale, della procedura e delle implicazioni di carattere amministrativo”. No da Brunelli (Sdi) e Capannelli (Ppi). In un contesto di grande incertezza, è arrivata propizia una breve sospensione, chiesta da Biancarelli (Ds) per favorire il sondaggio degli aspetti giuridici della proposta. La maggioranza l’ha utilizzata in realtà per ricompattarsi e convincere gli incerti e gli indecisi. Considerazione che viene spontanea perchè Scavizzi, pur riconfermando la sua valutazione negativa, comunicava la decisione di non partecipare al voto. A quel punto con 15 “si” (Prc e Panfili) e 14 no (Ds, Ppi, Sdi, An, FI più Baldelli ed Antonella Stocchi di “Insieme per Gubbio”) diventa realtà il “registro delle coppie di fatto”. Ha scarsa valenza agli effetti pratici, ma forse si voleva affermare un principio di natura politica.

AUTORE: G.B.