Dove altri non arrivano

Caritas Umbria. Esito positivo del viaggio al Campo di Radulac, in Kosovo. L'incontro con la gente, i diplomatici e gli operatori locali

Proficuo è stato il viaggio in Kosovo della Delegazione regionale Caritas dell’Umbria, tenutosi dal 4 al 6 maggio scorsi, che aiuterà le otto Chiese umbre a discernere per approntare nuovi progetti per il futuro dell’attività del Campo Caritas di Radulac, situato nella parrocchia di Zlokucane (distretto di Klina). Attività che dal settembre 1999 ad oggi ha permesso alle Chiese dell’Umbria di contribuire alla ricostruzione materiale e sociale di un popolo messo a dura prova dalla guerra civile. Diversi gli incontri e i temi trattati dalla delegazione della Caritas, guidata dall’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, delegato Ceu per il servizio della carità, della quale hanno fatto parte Giocondo Leonardi, delegato regionale e direttore della Caritas diocesana di Assisi, don Benito Cattaneo di Gubbio, Marcello Rinaldi di Todi, don Lucio Gatti di Perugia, don Vito Stramaccia di Spoleto, Bruno Andreoli di Terni. Il 4 maggio a Pristina il primo incontro è stato con due diplomatici italiani: Patrik Murra, responsabile dell’Ufficio della rappresentanza diplomatica italiana a Pristina; Annamaria Gherrengia, addetto agli aiuti internazionali dello stesso Ufficio. I due diplomatici hanno espresso la loro ammirazione per il lavoro svolto dalla Caritas umbra ed hanno auspicato che ‘questa presenza possa andare avanti. Siete un valido aiuto anche per il nostro Paese, perché siete in grado di supplire a ciò che esso non può fare sempre, anche perché le nostre risorse non sono vastissime’. In merito agli aiuti si è parlato di quanto si sta facendo in campo sanitario, attività che vede coinvolti la Caritas, la stessa rappresentanza diplomatica, i militari italiani presenti in Kosovo e la Regione dell’Umbria. Significativo quanto detto dai diplomatici Murra e Gherrengia: ‘L’Italia è l’unico Paese che si fa carico di aiutare gratuitamente i kosovari malati, che necessitano di cure che non possono ricevere qui, ricoverandoli negli ospedali italiani. È un impegno non facile, basti pensare che predisponiamo di volta in volta per questi ricoveri di voli militari con la collaborazione del nostro Esercito’. ‘Di questo nostro lavoro in Kosovo, soprattutto di quello svolto dai nostri militari e volontari civili per la ricostruzione – ha commentato Murra – credo che si parli troppo poco in Italia; sarebbe giusto che i mezzi di comunicazione ne dessero maggiore risalto’. Atteso è stato l’arrivo della Delegazione al Campo Caritas di Radulac, gestito dai coniugi Massimo e Cristina Mazzali, coadiuvati da 14 operatori (11 italiani e 3 kosovari), che attualmente dà ospitalità a 22 bambini, ‘vittime’ di quella povertà che colpisce intere famiglie. Sono stati questi bambini ad accogliere con grande calore gli ospiti umbri: il loro arrivo è stato una vera festa. La vita al Campo Caritas è caratterizzata dai momenti quotidiani di preghiera, al mattino le lodi e alla sera i vespri, e dal lavoro di accoglienza e di assistenza a chi si trova nel bisogno e di collaborazione con chi lavora nei campi. La giornata del 5 maggio è stata molto intensa per la delegazione: nella mattinata ha partecipato ad un incontro al Campo con tutti gli operatori, nel corso del quale è stato presentato, da Massimo e Cristina, un resoconto di quanto è stato fatto. Poi si è recata a visitare le strutture della cooperativa agricola (la stalla con 42 vitelli e l’allevamento di suini) e i terreni coltivati a grano. Nel tardo pomeriggio la delegazione ha incontrato, nella chiesa di Zlokucane, la popolazione locale, il parroco don Lush Sopi, la comunità delle suore Vincenziane ed una rappresentanza di militari italiani. Mons. Fontana ha ricordato il primo incontro con la comunità kosovara di Zlokucane: ‘La prima volta che sono arrivato tra voi era il 1999, un momento molto difficile per voi – ha detto il presule. – Oggi la vostra presenza è la prova della forza della vostra fede e dell’amore di Cristo. Quando tornerò a casa incontrerò 300 kosovari che vivono a Norcia e racconterò loro che sono stato qui e sono certo che per loro sarà una grande gioia’.

AUTORE: Riccardo Liguori