Due grandi collaboratori dello Spirito

CHIESA UNIVERSALE. La storica canonizzione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II

PapaumbriaNon era mai accaduto, nella storia della Chiesa, che due Papi concelebrassero una cerimonia di canonizzazione di altri due: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Questa domenica della Divina Misericordia – ribattezzata ormai dai media come “il giorno dei quattro Papi” – entrerà nella storia per la scelta di Benedetto XVI di accettare l’invito fattogli dal suo successore di essere presente al rito tra gli 850 cardinali e vescovi concelebranti.

L’immagine dei due Papi che si abbracciano, sotto gli arazzi dei due Papi santi che troneggiano sulla facciata della basilica, ha fatto immediatamente il giro del mondo, rimbalzando sui “social” e attirando l’attenzione dei 2.259 giornalisti accreditati a seguire l’evento, diffuso in mondovisione grazie alle immagini realizzate per la prima volta in 3D dal Centro televisivo vaticano. Papa Francesco, nell’omelia, ha attualizzato la figura dei due Pontefici definendo Giovanni XXIII il santo della “delicata docilità” allo Spirito santo e Giovanni Paolo II il santo della famiglia, sentinella dal cielo sul prossimo Sinodo.

Alle 10.15, Papa Bergoglio ha pronunciato, in latino, la formula solenne di canonizzazione: “Dichiariamo e definiamo santi i beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e li iscriviamo nell’Albo dei santi”. Diventano così 82, in più di duemila anni di storia della Chiesa, i Papi elevati agli onori degli altari.

Roncalli e Wojtyla hanno molto amato Roma, e Roma – divenuta “Capitale del mondo” grazie ai fedeli e pellegrini venuti da tutti i Continenti, che l’hanno raggiunta con ogni mezzo, e anche vegliando nella “notte bianca” organizzata dalla diocesi nelle chiese del centro storico – ha ricambiato con un abbraccio immenso, che sembrava non avere confini, nonostante il tempo freddo e piovoso, insolito per la Capitale in questo periodo.

Il saluto tra Francesco e Benedetto XVI
Il saluto tra Francesco e Benedetto XVI

Almeno 800 mila i fedeli che hanno partecipato alla messa, formando una sorta di “cordone umano” che senza soluzione di continuità, partendo da pazza San Pietro, si è snodato su via della Conciliazione fino al Tevere, passando oltre Castel Sant’Angelo.

E a questo immenso “popolo” Papa Francesco ha reso omaggio al termine della messa quando, dopo aver salutato sul sagrato le 122 delegazioni ufficiali, ha percorso tutto il tragitto citato, prima di rientrare in Vaticano dalla porta del Perugino. Altro momento toccante del rito, la collocazione, accanto all’altare, delle reliquie dei due nuovi Santi: il reliquiario di san Giovanni Paolo II è stato portato dalla miracolata Floribeth Mora Diaz, accompagnata dalla sua famiglia, mentre quello di san Giovanni XXIII dai quattro nipoti, dal sindaco di Sotto il Monte e dal presidente della Fondazione dedicata a Papa Roncalli.

AUTORE: M. Michela Nicolais