È la volta che la Politica cambia?

È la volta buona? La volta, voglio dire, che si fa una nuova legge elettorale, dopo anni di chiacchiere inconcludenti, e che si dà uno scossone al sistema politico italiano rimettendolo in moto. L’attivismo forsennato di Renzi, a quanto pare, sta dando qualche frutto. È presto per dire se saranno frutti buoni o cattivi. Ma almeno c’è un po’ di movimento, si stanno rimescolando le carte, si cambia gioco. Fosse pure tutto sbagliato, potrebbe almeno servire per far tornare l’interessamento alla politica, intesa come proposte, come dibattito su cose concrete, non più come un eterno teatrino dei pupi dove le maschere ripetono sempre la stessa parte. Per un po’ la ripetizione piace, dà sicurezza, gli spettatori ridono quando puntualmente, come previsto, Pulcinella prende a bastonate Arlecchino; ma a un certo punto non se ne può più. Anche perché nel frattempo la vita reale, quella della gente vera, pone problemi altrettanto reali che esigono risposte. Dunque la rottura degli schemi è già un fatto positivo. Come è saltato fuori un Renzi che non assomiglia a nessuno di quelli che c’erano e parla un linguaggio diverso, ora è possibile che da un’altra parte ne salti fuori un altro, anche lui diverso da tutti (Renzi compreso, s’intende) e poi un altro ancora. Magari di qui a poco avremo un quadro politico nel quale saranno cambiati tutti i protagonisti e gli schieramenti. Basterà questo per salvare l’Italia? Certamente no. L’Italia non si salva dall’alto, cioè dai vertici della politica, ma dal basso, cioè dai comportamenti di massa dei singoli cittadini, se saranno comportamenti virtuosi e costruttivi, ciascuno nel suo piccolo (come è stato negli anni della grande crescita, dal 1948 al 1968). Però il rinnovamento della politica serve, se non altro, perché elimina gli alibi morali che hanno fornito una giustificazione al disinteresse e al disimpegno: quella diffusa convinzione che la politica sia fatta solo di chiacchiere e di arricchimenti illeciti, e che il Paese possa andare avanti da solo. Invece, della (buona) politica il Paese ha bisogno.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani