Economia umbra: la ripresa c’è

Banca d’Italia. Dopo tre anni di flessione - ha detto il direttore della filiale di Perugia - l’economia umbra mostra segnali di recupero. Bene molti settori, ma non ancora tutti

export-umbriaCi siamo lasciati alle spalle la crisi economica? Forse il peggio è passato. Lo dicono i numeri di studi e statistiche di istituti di ricerca pubblici e privati. Numeri che però devono ancora tradursi in più posti di lavoro per chi lo ha perso o non riesce a trovarlo, e più soldi che entrano nei bilanci delle famiglie che non riescono a pagare bollette, mutuo, cure mediche e libri scolastici per i figli. C’è ottimismo anche nell’ultimo “aggiornamento congiunturale” della Banca d’Italia sull’economia in Umbria. “Dopo tre anni di flessione nella prima parte del 2015 – ha detto ai giornalisti il direttore della filiale di Perugia, Marco Ambrogi – l’attività economica ha mostrato segnali di recupero, tanto che l’Umbria sembra avere agganciato la ripresa, con dati di crescita in linea con quelli nazionali, in particolare con le regioni del Centro-Nord”. Dati positivi che al momento significano più contratti di lavoro a tempo indeterminato, una lieve ripresa dei consumi da parte delle famiglie, e il ritorno in banca per chiedere il mutuo per l’acquisto della casa. Fiducia e ottimismo che si avvertono anche nel mondo delle imprese, la metà delle quali segnala un aumento del fatturato nei primi nove mesi dell’anno. Questo, grazie soprattutto al made in Umbria che piace all’estero, con un aumento dell’export e dei turisti stranieri che vengono a visitare la nostra regione. “Siamo sulla buona strada – ha commentato Catiuscia Marini. – Gli ultimi dati della Banca d’Italia, che vedono l’Umbria addirittura crescere sopra la media nazionale, ci consegnano fiducia. Dati – ha proseguito la Presidente della Regione – che testimoniano la giustezza delle nostre politiche indirizzate verso il sistema delle nostre piccole e medie imprese, soprattutto per favorire investimenti in ricerca, innovazione tecnologica e internazionalizzazione”. L’indagine della Banca d’Italia ha confermato che sono soprattutto queste piccole e medie aziende, capaci di guardare al futuro con la ricerca e l’nnovazione, a sfondare sui mercati esteri. Gli aumenti più rilevanti nell’export, non solo in Europa ma anche in Asia e Stati Uniti, hanno riguardato tessile e abbigliamento (+15%) e le materie plastiche (+26%). Oltre all’abbigliamento, sono meccanica e chimica i settori trainanti dell’economia umbra, per la loro maggiore internazionalizzazione e l’alto livello di innovazione tecnologica. È ancora buio invece per l’edilizia (tantissime le case invendute) con qualche segnale di ripresa per lavori di ristrutturazione che usufruiscono di agevolazioni fiscali. Sono tornati a crescere – come detto – i consumi delle famiglie, che peraltro per gli acquisti preferiscono negozi e piccoli supermercati ai grandi centri commerciali, dove più forte sarebbe la tentazione di comprare cose non strettamente necessarie.

 

Auto nuove e più soldi in banca

Tra i tanti dati dell’indagine della Banca d’Italia colpiscono quelli relativi all’aumento della vendita di auto (con un +20% di immatricolazioni) e dei soldi depositati in banca da famiglie e imprese che, seppure un po’ meno degli anni passati, continuano a crescere. Insomma c’era e c’è ancora la crisi, quindi meglio non spendere, lasciando il gruzzolo da parte perché non si sa mai. Però dell’auto nuova non si può fare a meno. Sarà anche per colpa – come si legge nell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco – di politiche che non danno la priorità ai trasporti pubblici, intasando così le nostre città di auto con una sola persona a bordo?

AUTORE: Enzo Ferrini