La pace interiore

Pietro, 12 anni, nota una certa differenza tra come è tenuto il palazzo in cui vive e come è invece quello del suo amico. E intuisce che la differenza la fanno le persone che lo abitano, e che la stessa cosa vale per l’ambiente …

 

da Laudato si’ nn. 225-227

Gli squilibri e i deserti dell’ambiente nascono spesso da squilibri e deserti interiori

225. D’altra parte, nessuna persona può maturare in una felice sobrietà se non è in pace con sé stessa. E parte di un’adeguata comprensione della spiritualità consiste nell’allargare la nostra comprensione della pace, che è molto più dell’assenza di guerra. La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità della vita. La natura è piena di parole d’amore, ma come potremo ascoltarle in mezzo al rumore costante, alla distrazione permanente e ansiosa, o al culto dell’apparire? Molte persone sperimentano un profondo squilibrio che le spinge a fare le cose a tutta velocità per sentirsi occupate, in una fretta costante che a sua volta le porta a travolgere tutto ciò che hanno intorno a sé. Questo incide sul modo in cui si tratta l’ambiente. Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda, e la cui presenza «non deve essere costruita, ma scoperta e svelata».

226. Stiamo parlando di un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente presente davanti a qualcuno senza stare a pensare a ciò che viene dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da vivere in pienezza. Gesù ci insegnava questo atteggiamento quando ci invitava a guardare i gigli del campo e gli uccelli del cielo, o quando, alla presenza di un uomo in ricerca, «fissò lo sguardo su di lui» e «lo amò» (Mc 10,21). Lui sì che sapeva stare pienamente presente davanti ad ogni essere umano e davanti ad ogni creatura, e così ci ha mostrato una via per superare l’ansietà malata che ci rende superficiali, aggressivi e consumisti sfrenati.

227. Un’espressione di questo atteggiamento è fermarsi a ringraziare Dio prima e dopo i pasti. Propongo ai credenti che riprendano questa preziosa abitudine e la vivano con profondità. Tale momento della benedizione, anche se molto breve, ci ricorda il nostro dipendere da Dio per la vita, fortifica il nostro senso di gratitudine per i doni della creazione, è riconoscente verso quelli che con il loro lavoro forniscono questi beni, e rafforza la solidarietà con i più bisognosi.

 

“VENTIQUATTRO PIEDI SIAMO”: IN CAMMINO LUNGO LE STRADE DI SAN FRANCESCO

Quale miglior modo di contemplare la natura e la bellezza del creato – e quindi del Creatore – che ammirarne la ‘grande bellezza’ lungo le strade battute dasan Francesco? Così abbiamo la possibilità di metterci in marcia percorrendo i suoi stessi sentieri: luoghi che consentono di meravigliarsi dello splendore artistico, naturale, architettonico, paesaggistico e che allo stesso tempo diventano posti ideali dove fermarsi e mettersi in contemplazione. Per ritrovare la pace interiore e la serenità e quindi il piacere e la bellezza di ringraziare Dio per tutto questo.
Occorre dunque assolutamente, staccare la spina e prenderci del tempo ‘per noi’:  camminare con i piedi, ma anche camminare ‘con il cuore’.

LA TUTELA DEL CREATO COME ‘CURA ECOLOGICA PER L’ANIMA’

Recuperare la serena armonia con il creato per riflettere sul nostro stile di vita, per contemplare il Creatore, ritagliarsi del tempo per riuscire a farlo perché soltanto recuperando questi tasselli si riesce veramente a costruire un stile di vita veramente Cristiano.  La preghiera quotidiana è sicuramente l’arma più importante che abbiamo in questo senso, soprattutto quella di ringraziamento per tutto quello che la Creazione riesce ad offrirci, ma da un po’ di tempo tutte le chiese cristiane propongono quello che chiamano “Tempo per il creato”, o meglio ancora “Giornata mondiale di preghiera per il creato”.

Nel settembre 2017 Papa Francesco e il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I hanno diffuso un messaggio comune per la Giornata mondiale di preghiera per il creato (qui il testo).

Le chiese cristiane, ma anche le altre religioni monoteiste, unite hanno anche diffuso una vera e propria carta dei valori per la custodia del creato, nella quale dichiarano apertamente il proprio impegno per la salvaguardia dello stesso, a cominciare dalla lotta al ‘climate change” (qui la notizia e il documento).

FARE DELLA TUTELA DELL’AMBIENTE UNA RAGIONE DI VITA

C’è poi chi ha fatto della cura e della tutela dell’ambiente un qualcosa ancora diverso: è il caso dei Briganti di Cerreto (il video nella scheda VIDEO), una comunità di servizi ambientali e turistici, realizzata da alcuni giovani a Cerreto Alpi (Reggio Emilia), con l’obiettivo di riqualificare ed implementare le attività locali, a vantaggio dell’ambiente e della comunità locale. La novità e sicuramente l’encomiabilità dell’iniziativa stanno nel desiderio di questi ragazzi di non abbandonare il luogo in cui sono nati e cresciuti per trovare lavoro, ma di sfruttare tutte le potenzialità della montagna per continuare a farla “vivere” e a progredire, nel pieno rispetto della natura. Il recupero dei boschi e dei castagneti della zona ha permesso loro di vincere anche il premio “Comunità forestali sostenibili” di Legambiente. Chi viene a visitare la cooperativa si trova immerso in colori, sapori antichi e senza tempo. E la struttura è stata anche in grado di creare lavoro.

A Tv2000 Padre Guidalberto Bormolini racconta l’origine ecologista del cristianesimo

Su TV2000 a Beati Voi, i Briganti di Cerreto d’Alpi

 

Francesco’s Ways
Si tratta di una serie di ‘cammini’ storici, che uniscono spiritualità, trekking e possibilità turistiche, lungo le strade dei Santi, le strade Francescane e lungo alcuni percorsi storici del centro Italia: Umbria, Lazio, Marche, Toscana.  Si  tratta di percorsi adatti al pellegrino, ma anche al turista a cavallo o in bici, il trekker. Fra i percorsi che vengono proposti ci sono il Cammino di Francesco, il Cammino di Benedetto, la Via Francigena, la Via Amerina e il Cammino Francescano della Marca. L’organizzazione è affidata all’omonimo consorzio.

Il sentiero di Francesco
Da Gubbio ad Assisi, un percorso turistico e spirituale lungo il principale sentiero francescano, che nel tratto completo comincia dal santuario de La Verna. Ad organizzarlo è la Diocesi di Gubbio.

La marcia francescana
L’esperienza, organizzata dai Frati Minori di Assisi, si svolge ogni estate ed è pensata principalmente per i Giovani dai 18 ai 33 anni, ma la partecipazione è assolutamente aperta. Si tratta di un percorso a tappe, lungo le strade dell’Umbria, lungo alcuni luoghi suggestivi a livello spirituale, che si conclude alla Porziuncola. Si tratta di una esperienza forte perché unisce alla marcia anche la preghiera, in diversi momenti della giornata.

L’inno ufficiale della Marcia 2017 cantato dalla christian band Kantiere Kairos

Alcuni cammini verso eremi italiani

Chi invece volesse affrontare un viaggio più lungo, verso una meta solitaria, che poi può consentire di vivere un periodo di profonda riflessione e contemplazione, può trovare proposte di mete e cammini in Italia verso luoghi di grande bellezza e spiritualità (alcune proposte qui).

Trovare tempo per sé e per Dio, vivendo in armonia col creato più anche voler dire riflettere sul proprio stile di vita. Esistono in proposito alcune particolari esperienze di vita comunitaria che permettono di sperimentare percorsi forti e diversi di contatto diretto con l’ambiente, il creato e Dio.  In tutte il nodo cruciale è l’abbandono completo al Signore e al suo messaggio, che non significa necessariamente l’approdo verso una vocazione religiosa, quanto piuttosto la scelta di un percorso di vita dove l’essenziale non è ‘invisibile agli occhi’ – per dirla con Antoine de Saint Exupery – ma diventa presente e tangibile e si fa dono da coltivare, mettere a frutto e condividere

La comunità di Bose

È una comunità di monaci e monache appartenenti a chiese cristiane diverse. La comunità è composta da circa ottantacinque persone, uomini e donne, alcuni dei quali protestanti e ortodossi, cinque presbiteri e un pastore. I fratelli e le sorelle a Bose hanno fatto propria la vita cenobitica, secondo gli insegnamenti di san Pacomio, san Basilio e san Benedetto. Tutti i membri della comunità lavorano, guadagnandosi da vivere con le proprie mani.

La comunità offre accoglienza a “quanti hanno bisogno di un luogo in disparte, nel quale sostare in silenzio”. Oltre al monastero di Bose la comunità ha anche una fraternità anche ad Assisi.

Nomadelfia

Sita nel comune di Grosseto, fondata da don Zeno Saltini, ancora oggi è modello, esperienza di una comunità sociale e politica fondata sul Vangelo. A Nomadelfia, in particolare: non esiste proprietà privata; le famiglie sono disponibili ad accogliere ragazzi in affido; si lavora solo all’interno della comunità, e nessuno è retribuito; molti lavori sgradevoli vengono svolti a turno da tutti i componenti; i nuclei familiari vengono raggruppati in unità più grandi (3-5 famiglie), che condividono assieme vari momenti della giornata (come i pasti); la scuola per i ragazzi è anch’essa gestita dalla comunità. I ragazzi si presentano poi agli esami come privatisti; le responsabilità educative sono assunte “in toto” da tutti gli adulti, in una specie di “famiglia allargata”. Anche Nomadelfia è spesso meta di visite.

Oasi di accoglienza e preghiera

Pace interiore vuol dire anche mettersi in contatto con Dio, nel silenzio e nella tranquillità di strutture gestite da comunità religiose, dove oltre a poter vivere in preghiera c’è la possibilità di godere della vicinanza della natura, di strutture comunque di pregio (Un’ampia offerta di luoghi di accoglienza nel sito della Associazione No Profit Accoglienza religiosa in Italia).