ELEZIONI 2018. Il 4 marzo si vota: come funziona il “Rosatellum”

di Daris Giancarlini

Si vota il 4 marzo, dunque: ma quali sono le regole del gioco? Cioè, con quale legge elettorale? L’hanno chiamata ‘Rosatellum’, latinizzando (quella precedente era denominata ‘Mattarellum’) il nome del primo firmatario del testo, il deputato Pd Ettore Rosato. E con i voti del Pd, di Forza Italia, Lega e Alternativa popolare è stata approvata. Contrari i Cinquestelle e le sinistre.

Provando a riassumerne i contenuti, si può dire che il ‘Rosatellum’ prevede coalizioni, sbarramenti, una parte maggioritaria e una proporzionale. Tra le novità più importanti, se non addirittura la più importante, il fatto che l’elettore sia obbligato a scegliere tra le parti in lizza. Dunque, niente più voto disgiunto.

Un terzo di deputati e senatori viene eletto in collegi uninominali, gli altri due terzi con un sistema di lista. Lo sbarramento è al 3 per cento in entrambe le Camere. Tutti i nomi dei candidati saranno scritti sulla scheda elettorale. Un gruppo di liste può sostenere un singolo candidatonell’uninominale, ma correre per sé nel proporzionale. Le alleanze si possono sciogliere in qualsiasi momento. L’elettore – come detto – dovrà scegliere un abbinamento candidato/partito. Sotto ogni candidato ci saranno i simboli delle liste a lui collegate nel proporzionale, e accanto al simbolo delle liste saranno stampati i nomi del corrispondente listino bloccato.

L’Umbria eleggerà nove deputati e sette senatori. Per la Camera i collegi elettorali sono tre, con il Trasimeno e Marsciano insieme a Perugia, mentre Todi, Spoleto, Orvieto e parte della Valnerina con Terni. Invece Norcia, Preci, Sellano e Cerreto andranno con Città di Castello, Umbertide, Gubbio, Gualdo e Foligno.

Fino a qui, le regole. Cercare di capirci qualcosa è importante, per rendere consapevole ed efficace l’esercizio del diritto di voto.

Della consapevolezza di un elettorato sempre più incline invece a prendere le distanze dalle ritualità della democrazia, a cominciare proprio dal recarsi alle urne, dovrebbero preoccuparsi soprattutto i vari partiti e schieramenti in campo. Innanzitutto riallacciando, almeno in campagna elettorale, quel rapporto di vicinanza con i cittadini e il territorio che molti, troppi eletti hanno allentato, o perso, nel corso della legislatura.

A giudicare da come la stampa locale sta provando a raccontare questo avvio di campagna elettorale in Umbria, non ci sono molti motivi per essere ottimisti: a prevalere, nei resoconti giornalistici, sono una serie infinita di nomi. Di chi sarà ‘sicuramente’ rieletto, di chi si vuole ricandidare, di chi vorrebbe candidarsi e di chi sicuramente non lo sarà. Per carità, tutto legittimo; se non fosse che, restando a questo livello, ad appassionarsi alle prossime elezioni saranno soprattutto coloro che vogliono conquistarsi un seggio. E pochi altri.

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