Emergenza droga: troppi “mercanti di morte” in città

I residenti delle "zone a rischio" protestano. In un anno raccolte 14.000 siringhe

La speranza di fermare il degrado e le cattive frequentazioni di quelli che una volta erano i Giardini del Pincetto risiede, ormai, nel progetto di recupero degli arconi di via della Rupe, nella ristrutturazione del Mercato Coperto e, forse, nella stazione cittadina del Minimetrò. Un anno fa l’Amministrazione comunale perugina aveva provveduto a ripulire l’area verde, per anni dominio incontrastato di gatti e tossicodipendenti, e a recintarla per evitare che tornasse ad ospitare sbandati e criminali. Al termine dei lavori era stata fatta anche l’inaugurazione ufficiale nei giorni della memoria del XX giugno. E’ passato solo un anno ed ombre barcollanti, bisbigli sommessi e l’odore della dose sciolta nel cucchiaino hanno ripreso possesso dei giardini sopra la Galleria Kennedy. Incuranti dei cancelli e dei lucchetti, della recinzione, divenuta una lunga serie di buchi e di affossamenti, drogati e senza tetto hanno eletto dimora tra le panchine e gli alberi della zona. Analoga situazione alle vecchie fonti di via Cortonese, una struttura fatiscente e pericolante, dove è sparita la recinzione, sicché in molti entrano per trovarvi riparo e prepararsi la dose. Ed i residenti delle due zone, in verità pochi nella prima, non ce la fanno più: “la notte abbiamo paura, non sappiamo chi si può incontrare o cosa aspettarci. Abbiamo spedito lettere, fatto telefonate, ma nessuno si muove in nostro aiuto”. Il degrado cittadino e dell’immediata periferia è sempre più legato al fenomeno droga. Basta, infatti, fare una passeggiata nelle molte aree verdi cittadine per incontrare un tappeto di siringhe, bustine e confezioni di cartone (a onor del vero ci sono anche tanti, forse troppi, ricordini dei migliori amici dell’uomo, lasciati lì dai loro proprietari a ricordo della loro stessa inciviltà (dei padroni, non degli animali)). Una realtà che anche gli uomini della Gesenu si sono ritrovati ad affrontare. 14 mila siringhe ogni anno è il triste bilancio di una raccolta quotidiana che riporta dati allarmanti: ogni giorno ci sono 38 persone che si drogano nei parchi cittadini, ma il numero è molto più alto considerando chi lo fa tra le mura di casa propria. E la provincia di Perugia si rivela sempre più territorio in preda all’emergenza droga (750 secondo il Sert quelli che si sono rivolti alla struttura di assistenza). Una città in mano ai mercanti di morte, senza scrupoli e senza preparazione chimica, come dimostra l’alto numero di decessi per overdose registrati nel territorio. Solo alcuni giorni addietro, per porre un freno all’estrema pericolosità dei miscugli che “pusher” incontrollati immettono sul mercato è scattata l’operazione “Omnibus”. La Polizia di Perugia ha arrestato oltre 40 persone, gli ordini di custodia cautelare sono stati 72, centinaia le perquisizioni. “Abbiamo colpito al cuore la criminalità legata al mondo dello spaccio degli stupefacenti – ha sottolineato il capo della Squadra Mobile Piero Angeloni – nei mesi scorsi si era verificata un’impennata nei casi di morte per overdose e la situazione stava degenerando. Era necessario intervenire in modo tempestivo”. Al termine dell’operazione sono emersi anche dati che non fanno che confermare i timori degli ultimi tempi: la droga sul mercato perugino è pericolosa, si tratta di miscele micidiali e vendute sotto costo. Un fenomeno che incrementa il pendolarismo dei tossicodipenti. E, intanto, tra i cittadini esasperati dalla situazione (in alcuni quartieri hanno trovato le siringhe negli androni dei palazzi e nelle cassette delle lettere) si fa strada l’idea dell’autoprotezione: il rischio che “gruppi di giovani connotati politicamente possano dar vita a ronde notturne per contrastare le presenza di spacciatori” è reale anche secondo la Digos. E questo potrebbe essere il resoconto di una giornata qualsiasi in centro storico a Perugia.

AUTORE: Umberto Maiorca