Vangelo. La famiglia Casagrande ci accompagna nella lettura

La nuova famiglia che commenta il Vangelo su La Voce famiglia si presenta ai lettori

Foto-Famiglia-MorettiCon la ripresa delle attività dopo la pausa estiva, è una nuova coppia – formata da Paola Portoricco e Flaviano Casagrande Moretti – ad accompagnarci nella lettura della Parola domenicale. Nel ringraziare chi li ha preceduti, chiediamo ai nostri nuovi amici di presentarsi.
“È con molto piacere – rispondono – che salutiamo tutti i lettori de La Voce. Siamo una famiglia che vive a Passaggio di Bettona, in diocesi di Assisi”. Quanto al commento del Vangelo, “non nascondiamo un po’ di timore, ma ne abbiamo parlato insieme ai figli e abbiamo deciso di farlo con il cuore. Crediamo che sia una grande opportunità per metterci davanti alla Parola di Dio in modo sistematico, e così ‘costringerci’ a confrontarci con essa”.
La famiglia è composta da Paola e Flaviano, genitori di cinque figli: Anastasia, 15 anni; Cristiana, 13 anni; Davide, 12 anni (“È un bambino speciale”); Giuseppe, 10 anni; Maria, 3 anni.
I due coniugi hanno rispettivamente 48 e 46 anni. “Siamo insegnanti, di religione e di pianoforte. Ci siamo sposati il 28 aprile 2001 al santuario perugino della Madonna delle Grondici. Il sacerdote che ha benedetto le nozze è don Giuseppe Gioia, parroco di Prepo. Ci consegnò questa parola: ‘Non tramonti il sole sopra la vostra ira… Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo’ .Questa frase, tratta dalla Lettera di san Paolo agli Efesini, ci è stata faro e guida. Con questo s/Spirito, viviamo il dono nuziale e con lo stesso spirito stiamo educando i nostri figli”.
Nei primi anni di matrimonio hanno abitato a Perugia, poi dal 2007 sono andati a vivere a Passaggio di Bettona. “Per me – dice lui – è stato un gradito ritorno nella mia diocesi natale. Mia moglie invece è campana, ma Assisi è Assisi!”.
In che senso avete un bambino “speciale”? Gli altri non lo sono? “Ognuno di noi lo è, e ognuno dei nostri bambini è speciale, ma Davide è un bambino con la sindrome di Down, che è stato abbandonato all’ospedale perché i genitori non riuscivano ad accettarlo. Attraverso una storia di Provvidenza, ne siamo venuti a conoscenza.
Questa cosa ci fece molto soffrire, e allora, dopo aver pregato, decidemmo di dare la disponibilità per accoglierlo a casa nostra. Nel giro di una settimana, grazie all’intervento di un’amica, Lia Trancanelli [moglie di Vittorio, di cui è aperta la causa di beatificazione, ndr], il tribunale ci affidò Davide. A soli 26 giorni di età, entrò nella nostra famiglia. E da 12 anni, Davide ci ricorda che Dio è buono, eterna è la Sua misericordia”.