“Etero” è bello

A Palermo, il 22 giugno, da una parte il Gay Pride e il Family Day dall’altra

family-dayPer le piazze e le strade di Palermo, il 22 giugno, si confronteranno due umanità, espressioni di due antropologie. Da una parte, i partecipanti al Gay Pride nazionale, patrocinato dal Comune di Palermo e dalla regione Sicilia, dall’altra gli aderenti al “Family Day Palermo – Giornata della famiglia”, promosso dall’associazione “Sos ragazzi” di Roma e Palermo e da altre venti organizzazioni.

La prima manifestazione intende rivendicare l’equiparazione legale delle unioni di persone dello stesso sesso al matrimonio, per poi puntare al riconoscimento, sempre per gli stessi soggetti, del diritto all’adozione, così com’è avvenuto di recente in Francia. Il secondo evento, che si svolgerà a parco Cassarà, lontano dalle vie dove si svolgerà il Gay Pride, sarà a favore della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio, cioè sull’unione legittima tra un uomo e una donna.

L’intento, sostengono i promotori del Family Day, non è quello di creare contrapposizioni, ma quello di affermare la bellezza del matrimonio tra un uomo e una donna. Intendono sottolineare che il matrimonio non può che essere, per definizione, soltanto l’unione legittima tra un uomo e una donna e che la Repubblica italiana – come recita l’articolo 29 della Costituzione – “riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata su di esso”, in sintonia con l’articolo 13, comma 3, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che così si esprime: “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto a essere protetta dalla società e dallo Stato”. Il Comitato che ha promosso l’iniziativa (e che si definisce a-partitico e a-confessionale, e intende agire nel rispetto delle leggi e degli individui), evidenzia che altri tipi di unione non possono essere equiparate a questo istituto.

Non manca la polemica nei confronti delle istituzioni siciliane, che, oltre ad aver dato il loro consenso allo svolgimento del Gay Pryde (vorrebbero, tra l’altro, che si svolgesse ogni anno a Palermo, per rendere il Sud più sensibile al tema dell’omosessualità), a detta dei promotori del Family Day, si sono impegnate negli scorsi mesi a promuovere leggi a favore dell’ideologia “di genere”. La polemica però è temperata dal proposito di costruire una grande giornata di festa popolare, con la partecipazione di gente semplice, comune, di tante famiglie con bambini, spettacoli, musiche, tavole rotonde, presentazioni di libri e di riviste cattoliche.

Molti saranno coloro che porteranno la loro testimonianza. Tra gli altri: il professor Umberto Braccesi, di Luci sull’Est; Alessandro Fiore, redattore della rivista Pro Life News; il superiore italiano della Fsspx, don Pierpaolo Petrucci, e alcuni esponenti delle comunità evangeliche che aderiscono all’iniziativa.

Nella mattinata di domenica, porterà la sua testimonianza Luca Di Tolve, ex omosessuale, ora sposato e convertito al cattolicesimo. “Lo abbiamo invitato – ha affermato Filippo Campo, portavoce dell’iniziativa – perché testimoni l’importanza dello spirito di questo nostro Family Day, che non è contro qualcosa o qualcuno, ma è per la vita che anela alla verità. La nostra vuole essere una testimonianza, anche per ripristinare la verità su un argomento rispetto al quale si continua a fare molta confusione, con l’intento palese di distruggere il concetto di famiglia, quello che conosciamo da millenni a questa parte”. Rispettando sempre, aggiungiamo, quell’altra umanità che sfilerà lontano da parco Cassarà.

AUTORE: Roberto Rea