Europa cristiana con lo “spirito di Assisi”

Si conclude qui la serie di interventi sulle radici cristiane dell'Europa iniziata a settembre. Resta una domanda: la cultura occidentale potrebbe sopravvivere alla fine della fede cristiana?

Il cinque settembre 2003 (n.31 de La Voce, p.3) abbiamo aperto un dibattito sulle radici cristiane dell’Europa, che abbiamo sviluppato a più voci per 14 settimane. Lo chiudiamo per il momento senza aggiungere valutazioni e trarre conclusioni. Rimane a disposizione uno spazio per precisazioni e approfondimenti su questo tema che riteniamo fondamentale per il futuro dell’Europa. Siamo infatti in presenza di un evento storico di grande portata con l’accesso dei nuovi membri arrivando a costituire un blocco economico e politico e forse militare di 25 nazioni. Un fatto mai accaduto in epoca postmedievale, sul quale si dovrà riflettere usando schemi di pensiero nuovi e punti di vista più elevati. Per ora ci limitiamo a interrompere la rubrica, anche per non correre il rischio delle ripetizioni. Molto è stato scritto e con posizioni e toni diversi, nei contributi di coloro che sono intervenuti e molto ancora ci sarebbe da dire e, magari, anche da leggere, per confrontare il proprio pensiero con altri (Mi permetto di suggerire il testo di G. Reale, Radici culturali e spirituali dell’Europa, Milano 2003). Intanto la Convenzione europea non è stata approvata dai Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea riuniti a Bruxelles il 14 dicembre scorso. La questione su cui non si è trovato l’accordo è quella relativa al sistema di voto sul quale si sono impuntate soprattutto Spagna e Polonia. Molti hanno sofferto di questa brusca frenata e si è detto che è meglio attendere momenti migliori e soluzioni condivise che precipitare con decisioni affrettate e pasticciate. I giochi saranno ripresi in seguito e si spera che un’intesa venga raggiunta per non paralizzare il processo di unità politica. Sulla questione della affermazione della dimensione cristiana della cultura europea, capace di costituire una base o una linea identitaria per il vecchio continente e quindi delle radici cristiane, non sembra, allo stato delle cose, che si avranno delle aperture. Non tanto perché manchi la conoscenza della storia, a parte la valutazione negativa che alcuni ne hanno, quanto piuttosto per una certa diffidenza verso le Chiese e le religioni in genere e il sospetto che tale dichiarazione possa essere usata strumentalmente per emarginare altre culture e altre presenze che oggi vanno acquistando consistenza e visibilità in Europa. Anche nel dibattito sviluppato su queste pagine, sono presenti accenni a questa paura e si sottolinea che è sufficiente l’affermazione di alcuni valori che garantiscano la dignità e la libertà della persona e il rispetto dei diritti umani. Sembra doveroso ritenere che tali valori senza la loro originaria radice rischiano di perdere di significato e di perdersi sotto la spinta di ideologie o di culture diverse e avverse a questi stessi valori portatrici di prospettive culturali diverse e opposte, come è successo nel secolo scorso. L’Occidente in questo modo rischia di realizzare il suo nome e cioè il tramonto. Lo esprime molto bene T.S.Eliot in un passo che ritengo degno di chiudere questo spazio dedicato all’Europa: ‘Non credo che la cultura cristiana potrebbe sopravvivere alla sparizione completa della fede cristiana. E ne sono convinto non solamente come cristiano, ma come studioso di biologia sociale. Se il Cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura. E allora voi dovrete ricominciare faticosamente da capo e non potrete indossare una cultura già fatta. Dovrete attendere che l’erba cresca perché nutra la lana di cui sarà fatto il vostro nuovo vestito, Dovrete attraversare molti secoli di barbarie’. Come umbri possiamo suggerire a chi ha paura di un riferimento cristiano di tenere conto la prospettiva del dialogo e della pace denominato lo ‘spirito di Assisi’. I contributi pubblicati su La Voce (e su questo sito web) dal numero 31 del 5 settembre Le molte radici dell’Europa e l’alta sintesi cristiana Mario Tosti Più che di ‘radici’ si dovrebbe parlare di testimonianza cristiana M. Cristina Laurenzi Le ‘radici cristiane’ antidoto all’integralismo religioso e laico Roberto Gatti Europa cristiana: una identità necessaria anche a chi la contesta Marco Moschini Il cristianesimo sorgente dell’unità dei popoli d’Europa Giovanni Barberini Senza cristianesimo solo un’accozzaglia di ‘nazioni’ Edoardo Mirri Dialogo tra scienza e cristianesimo: fonte di reciproco arricchimento Carlo Cirotto Pace e solidarietà nell’identità cristiana dell’Unione europea Luciano Tosi Alcide De Gasperi: la storia, la cronaca, le radici cristiane Lido Romizi L’Europa non si deve vergognare dei suoi padri Ignazio Sanna Europa: sì alle radici cristiane, ma mai ‘contro’ gli altri Enzo Bianchi Le radici cristiane dell’Europa nell’opera educativa oggi Fausto Sciurpa Non servono parole dette o scritte ma fede e azione di ogni giorno Ugo Minichini

AUTORE: Elio Bromuri